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III. Instruttione ovvero avvertimento,

che fa il Duca d'Ossuno Vicerè di Napoli a Don Piero Girosa suo figlio naturale, trasfertosi in Germania accompagnato da m/VI combattenti per servitio dell' Imperatore Ferdinando contro i Boèmi ed altri.

(Cod. bibl. Vallicell. Sig. Nr. 20. p. 88. Siehe S. 49. d. W.)

Quantunque usare diligenza per gli avvisi, che mi mandarete, in avvisarvi quello havete da fare però m' è parso bene darvi questa istruttione concernente alcune cose, che vi conviene sapere.

Voi menate con esso voi m/VII huomini di diverse nattioni alla volta di Germania, dove la Religione Cattolica è molto conturbata; e così il principale punto che havete da considerare, è non solamente che siate tenuto per Cattolico dalli vostri soldati, e da quei paesi, ma mettervi in questa particolare cura in tutti gli atti pubblici e segreti et in assistere e riverire molto i cattolici e soccorrerli in tutte le loro necessità e bisogni, visitando con cura particolare nei luoghi e terre dove arriverete, e dove sarà libertà di coscienza le chiese e templii dei Cattolici, assistendo in essi alli divini officii con la vostra gente, et mostrando in ciò et in qualsivoglia altra cosa la pietà, che ha da haver colui, a chi Dio ha fatta la gratia di nascere nella sua chiesa.

E perchè la gente, che da Voi vien condotta, non è tutta prattica e vecchia, non permetterete, che nelle terre dove arrivarete si disputi della religione tra di loro e la gente di quel luogo, tanto per fuggire liti e questioni, quanto per che cotali dispute appartengono a dottori della chiesa, et a noi di difendere con l'armi la lor Domma.

Se per tanto la vostra gente farà qualche disordine nelle Chiese o case pie con rubbare alcuna cosa, farete restituire quanto haveranno rubbato, e castigarete i delinquenti con gran severitià e rigore.

Ancora userete diligenza per ogni buon documento, che non

venga fatto insulto alcuno in quelle terre, dove alloggiarete, ne violenza alcuna alle donne, ne maltrattamento a putti e occenii.

Nell' occasioni, che si offeriranno, farete coadunare il consiglio, dove dovrà intervenire il Marchese di Basilea, il Collaterale Tomaso Caracciolo, li Maggiori di campo Carlo Spinetto e Guglielmo Verdazo et il luogotenente di Maestro di campo generale Gaspare di Sosa, e proposto quello che si ha da trattare, udirete i voti di tutti; e non risolverete in detto consiglio quello si ha da fare, se però con la prescia non sarà forza di farlo, che in tal caso seguirete il parere della maggior parte dei voti, e siccome ho detto, haverete commodità di uscir fuori di consiglio nella stanza vostra darete gli ordini in quella maniera, che vi ho ordinato a bocca.

Farete bandi quanto manco potrete, ne farete pochi sotto privatione di vita; ma in farli osservare non anderete con dolcezza per qualsivoglia altro successo poichè d'altra maniera Sua Maestà sarà mal servita, e voi poco rispettato, e farete perdere li soldati.

Nelli quartieri et alloggiamenti non haverete da permettere in maniera alcuna, che alcuno metta mano alla spada, per l' inconvenienti che nascono da simili rivolutioni fra le nationi di differenti paesi, e benchè non havete da permettere li sfidamenti e duelli. Se 100 passi fuori delli posti dell' alloggiamenti e quartieri qualche soldato facesse rumore con qualcun' altro, non procederete contro di essi con pena della vita, se per sorte la questione non sarà superchieria et essendo di persona a persona, benchè d'una banda od altra succeda morte, lo condannerete, che habbia a servire senza soldo alcun tempo. Nelle questioni dove sarà superchieria avete da ordinare che siano castigati esemplarmente et in pubblico.

Ordinarete, che tutti gli officiali che trattino bene li soldati, nè consentirete che li levino cosa alcuna di quello che han' d'avere, siccome essi hanno da portare rispetto alli suoi officiali, e castigarete i disordini che si faranno da una banda e l'altra. A tutti i soldati, che vi domanderanno licenza per cambiare il suo luogo da una compagnia ad un' altra la darete, poichè è freno alli capitani, non li trattino male, e perchè essi

maltrattati dalli suoi capitani non se ne fuggano o faccino altri disordini.

Potrete provedere di sargenti, ajutanti e capitani et in tal occasione ciò farete di persone benemerite; ma in caso, che qualche soldato faccia qualche servitio particolare, da ricompensarlo sappiate, che in un giorno stesso un soldato può meritare d'esser capitano sendo ciò di considerazione grande per renderli valorosi. Se mancarà qualche sargente maggiore, luogotenente di Maestro di campo generale o di Sotto-Maestro di campo, me l'avvisarete.

Dissimularete i disordini di poco momento specialmente se qualche volta mancarà la paga alli soldati per non cascare in maggiori inconvenienti, et in questo vi regolarete conforme all' occasione e tempi che si offriranno.

Sarete molto uguale con tutte le nationi facendo in esse divisioni solo delli tristi e buoni, honorandoli e stimandoli grandemente, e parlandoli bene e lodando il suo valore senza permettere che in presenza vostra si faccia dispute di nationi, poichè non v'è natione a chi nella guerra non abbia successo bene e male.

Con tutti i Principi di Germania sarete molto cortese senza badare a quello che verso di noi useranno il contrario per non dare da chiaccherare al mondo, e rovinarli in punti poco essentiali al sentimento di Sua Maestà, che è il fine a che dovete indirrizzare le vostre attioni procurrando di trarli tutti alla sua devotione, poichè son certo, che per rispetto mio vi stimaranno secondo quel conto che darete di voi, e d'altra maniera no, poichè lo domando a tutti.

Non farete professione di mangiatore e bevitore, e nel mangiare e bere ai festini dove sarete invitato, usarete realtà, deposta qualunque ipocrisia e simulatione.

Se a voi toccarà fare scorreria con la gente che menate, è cosa certa, che vi assisteranno con cavalleria e condurrete consiglieri, che vi sapranno dire, quello haverete a fare. Quello che circa questa materia v'impongo, è che sempre procuriate di portare il manco bagaglio, che potrete, per trovarvi libero, acciò possiate avere impiegato più facilmente a qualsivoglia alto sen

tiero, et osserverete questo doversi verso i soldati vostri, poichè più distrugge il bagaglio e l'impedimento che non fà l'esercito.

Se a voi converrà assediare qualche terra, haverete da haver gran cura di non perder la gente fuor di proposito; che le vostre trinciere siano molto ben lavorate, e che mai vi possa trovare l'inimico sprovvisto in esse, non fidandovi che ei sia hora sicura; e nelle salite che si faranno in esse non arrischiando la gente vostra, mentre il nemico non sia tanto vicino quante l' artiglieria, che, se lui vi vorrà offendere, offendi la sua propria gente, per li disordini di farla uscire malamente senza proposito dalle trinciere.

Se vi metteranno in qualche luogo o terra, e assedieranno, se haverete nuova certa di soccorso, manterrete la vostra gente, e se non l'haverete, tutta la gente occuparete nelli forti, che sarà fuori di quella terra, lasciandola con guarnigione moderata, e se potete fare nuove fortificationi, le farete con continue sortite alla volta del nemico di di e di notte, havete, da procurare d'impedirli il lavorare, poichè in questo modo avanzerete tempo per conto del soccorso procurando di prendere tutta la gente fuori del luogo, e se la vostra disgratia fosse tale, che non poteste esser soccorso, che quando i nemici si accosteranno, restiate senza gente in essa e l'habbiate questa fuori, e per qualsivoglia altro successo che avvenga, non la rendate senza ordine del vostro superiore, poichè si verifica con difficoltà se fu bene o male restituita, et un huomo, come voi non adempisca d'altra maniera come è obligato.

Ogni volta che vi sarà ordine che si congreghino i consiglieri lo farete avvisato, che se non vi sarà, pigliarete parere da quelli coi quali vi trovarete.

Se per impedimento vostro di salute o di morte non potrete governare, governerà il Consiglio vostro che avete menato con esso voi senza ovviare alla giurisdittione dell' Imperatore, che ordinerà quello che in tal caso si haverà da fare.

Vi confessarete appresso i Padri Gesuiti e sarete molto attento alla lor dottrina loro, quanto per la prattica delle cose di quei paesi e provincie alla materia di coscienza che si offrirà, seguirete il loro parere e dottrina senza che voi per qualsivoglia cosa l'abbandoniate.

Per quel che ho visto in Fiandra esser successo ad alcuni Ministri di Sua Maestà, vi avvertisco, che se alcuni SSmi. Principi di diversa religione diranno in presenza vostra che saria bene che li Rè della Christianità dimandasse un concilio a Sua Santità per aggiustare unitamente quello si ha da credere (materia della quale sempre si tratta presso di loro) risponderete, che il nostro Rè non ha bisogno di domandarlo, poichè tutti i suoi Regni sono cattolici e Lui e Suoi vassalli credono una medesima cosa et obediscono ad una sola chiesa. Se per suoi dubbi vogliono domandare alla chiesa quello hanno da credere a quello gioverà il nostro Rè di buona voglia.

E poichè si potria trattare d'accomodamento di queste guerre, se a caso vi sarà domandato parere, in tutto vi aggiustarete al Consiglio d'Ognale, che tanto adherisce al sentimento di Sua Maestà ed è parente mio. Vi avvertisco che se si tratta di materia di religione, avete da seguitar questa regola sola non dependente da alcuno.

La libertà di coscienza si può concedere nelle terre dove vi è reciprocamente a Cattolici ed Heretici, e negare libertà di coscienza a Cattolici nelle terre dove vi è stata, di nessuna maniera si ha da venire alla cessione della libertà di coscienza nelle terre de' Cattolici dove non è stata, perchè nè un Principe Cattolico ha da formare nuova Repubblica di heretici nei suoi vassalli.

Da quello non havete da partire in maniera alcuna, quand' anche la tranquillità del mondo rimarrà nelle mani vostre, poichè per il contrario quando si fosse visto, il che Dio ha permesso delle paci di Fiandra, e cosa certa che colui che per godere suo regno in pace fuggi dalli travagli della guerra, per mantenere la Religione, Dio l'ha da far perdere in mezzo della maggior quiete, e ciò vi serva per esempio, che havendo Sua Maestà pace con tutta la Cristianità sono sei anni che mantiene e sostiene un esercito in Fiandra, un altro in Lombardia, un altro in Italia et un altro in Germania e mirate subitamente i progressi d'ogni cosa. Di Napoli 22. Ottobre 1619.

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