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minutezza, riesca qualche volta spezzata, e tal altra poco netta, vi si riscontrano però, e in buon dato, ricerche preziose ed esatte, esposte con chiarezza e facilità, nè PAFFò difetta di quella mirabile aggiustatezza di criterio, che al benemerito Muratori tiene il più delle volte le veci di profonda filosofia: solo ne spiace it vedere come talora per frivoli e bassi riguardi o adombri o taccia la verità.

Infaticabile nei suoi letterari esercizi, espose in seguito la Storia di Parma, compilò diversi altri opuscoli, aggirantisi per lo più sopra oggetti di antichità, e sopra nozioni biografiche relative ai Sovrani di Parma e Guastalla, e distese molte Vite d'illustri Italiani, tra le quali è bello il ricordare, attesa l'importanza della materia, e la profusione di rara dottrina, quelle del Pallavicino, del Baldi, del Torelli, e del Beato Giovanni da Parma: in quest'ultima particolarmente tralucono somma esattezza e profondità di critica, doti troppo di rado ammirate in iscritti di tal fatta. L'importantissima Vita di Pierluigi Farnese, rimasta lungo tempo inedita, vide la luce non ha guari per cura di un illustre nostro concittadino, ló cui zelo per la patria gloria è sgraziatamente poco favoreggiato e promosso dal voto della nazione.

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L'Arrò fu accarezzato e benvoluto dai principali letterati del suo tempo, che a lui ricorrevano per consigli, e dei quali era largo e cortese. L'insigne Tiraboschi in più luoghi della sua Storia Letteraria, onorevolmente lo cita, protestandoglisi altamente debitore di peregrine cognizioni, e di copiose aggiunte fatte alle successive riproduzioni di quel suo immortale monumento dell'italiano sapere.

Di animo dolce e modesto sfuggì le brighe letterarie, amò indefessamente i buoni, ed ebbe il cuore aperto alle più virtuose affezioni: giungeranno sempre soavi e commoventissime ad ogni animo benfatto le calde e vive espressioni di gratitudine, onde rimerita ad ogni tratto le paterne sollecitudini del dottor Buonafede Vitali, suo maestro in poesia, e sua guida principale in ogni ramo di grave ed amena letteratura.

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L'AFFò mori in ancor vegeta età, l'anno 1797. Il comune compianto l'accompagnò al sepolcro, a lui perenne testimonierà l' Italia la sua riconoscenza, come ad uno di que' prestanti ingegni, che, non perdonando nè a studio nè a fatiche, sommamente la illustrarono ne' suoi fasti. Chi fosse vago di maggiori notizie intorno all'Arrò, potrà svolgere l'Elogio del Pozzetti, stampato con Note del Bramieri.

A CHI LEGGE

L'AUTORE.

Non v'è Scienza, o Arte, i precetti della quale non sieno stati in questa nostra età disposti in ordine di Dizionario. Io ne vidi già alcuni, che portavano il titolo di Dizionario Poetico; ma al primo osservarli, scorsi altro non essere che Dizionari di Mitologia. Tra i più comodi però, che veramente la Poetica trattassero, mi venne sott'occhio quello delle Belle Arti del sig. Lacombe; ma ragionando egli della ritmica francese, e poco sulla precettiva esprimendosi, giudicai non poter giovar punto alla gioventù d'Italia. Io mi prefissi pertanto di tesserne uno, che insieme contenesse le leggi tutte ancor più minute della ritmica volgare; i precetti generali, e particolari di qualunque sorta di

componimento e la storia di ciascheduno di essi. Se io abbia eseguito quanto proposto mi sono, lascio che altri ne giudichi. L'ho scritto unicamente pei Giovani, i quali non hanno tempo e comodo di leggere le voluminose, dispendiose, e rare opere scritte intorno a questa materia. Spero che abbiano a ritrovare in questo picciol volume tutto ciò che trovasi sparso negli scritti dei più rinomati maestri, che hanno generalmente, e particolarmente delle poetiche cosc

trattato.

DELL'ORIGINE E DEL PROGRESSO

DELLA VOLGAR POESIA.

BENCHE non manchi tra gli scrittori delle poe

tiche cose chi abbia trattato diffusamente la Storia della Volgar Poesia, sembrami, ciò non pertanto, che molto manchevole sarebbe la fatica intrapresa di epilogarne tutti a foggia di Dizionario i precetti, se trascurassi di dare antecedentemente un'esatta contezza del come ella nacque, crebbe, ed alla perfezion giunse, che ora in lei vediamo. La poesia volgare, in quanto è poesia, nou differisce essenzialmente da qualunque altra, essendo puramente accidentali le qualità che distinguonla dalla greca, latina, francese, ed altre; però non tratteremo dell'origine sua in quanto ella è poesia, bastandoci il dire col divino Platone aver essa un'origine tutta celeste, ed essere dono fatto da Dio ai mortali: che, a dir vero, altro dir non potevasi d'una cosa sublime cotanto, l'essenza delia quale si può più facilmente intendere che definire. Solo ragioneremo di lei in quanto è Affo, Dizion.

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