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tro è ancora lontano, gli manda un' ambasciata, e lo richiede di pace.

33 Così adunque, niun di voi, il qual non rinunzia a tutto ciò ch' egli ha, può esser mio discepolo.

34 Il sale è buono, ma, se il sale diviene insipido, con che sarà egli condito?

35 Egli non è atto nè per terra, nè per letame; egli è gittato via. Chi ha orecchie da udire, oda.

CAPO XV.

7 Io vi dico, che così vi sarà letizia in cielo per un peccatore penitente, più che per novantanove giusti, che non han bisogno di penitenza. 8 Ovvero, qual è la donna, che avendo dieci dramme, se ne perde una, non accenda la lampana, e non ispazzi la casa, e non cerchi studiosamente, finchè l'abbia trovata?

9 E, quando l' ha trovata, non chiami insieme l' amiche, e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè

R tutti i pubblicani e io ho trovata la dramma, la

O peccatori si accostavano quale io avea perduta?

a lui, per udirlo.

10 Così vi dico; vi sarà 2 Ei Farisei e gli Scribi ne allegrezza appo gli angeli di mormoravano, dicendo: Co-Dio, per un peccatore penistui accoglie i peccatori, e mangia con loro.

3 Ed egli disse loro questa parabola:

4 Chi è l' uomo d'infra voi, il quale, avendo cento pecore, se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserto, e non vada dietro alla perduta, finchè l'abbia trovata ?

5 E, avendola trovata, non se la metta sopra le spalle tutto allegro ?

6 E, venuto a casa, non chiami insieme gli amici, e i vicini, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la mia pecora, ch' cra perduta?

tente.

11 Disse ancora: Un uomo avea due figliuoli.

12 E il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte de' beni che mi tocca. E il padre spartì

loro i beni.

13 E, pochi giorni appresso, il figliuol più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in viaggio in paese lontano, e quivi dissipò le sue facoltà, vivendo dissolutamente.

14 E, dopo ch' egli ebbe spesa ogni cosa, una grave carestía venne in quel paese, talchè egli cominciò ad aver bisogno;

15 E andò, e si mise con telo, e mangiamo, e rallegria

uno degli abitatori di quella contrada, il qual lo mandò a' suoi campi, a pasturare i porci.

moci,

24 Perciocchè questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed

sero a far gran festa.

16 Ed egli desiderava d'è stato ritrovato. E si miempiersi il corpo delle silique, che i porci mangiavano, ma niuno gliene dava.

25 Or il figliuol maggiore di esso era a' campi ; e, come egli se ne veniva, essendo

17 Ora, ritornato a sè medesimo, disse: Quanti mer-presso della casa, udì il concenari di mio padre han del cento, e le danze. pane largamente, ed io mi muoio di fame!

18 lo mi leverò, e me ne andrò a mio padre, e gli dirò : Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te;

19 E non son più degno d' esser chiamato tuo figliuolo; fammi come uno de tuoi mercenari.

20 Egli adunque si levò, e venne a suo padre; ed essendo egli ancora lontano, suo padre lo vide, en' ebbe pietà; corse, e gli si gittò al collo, e lo baciò.

21 E il figliuolo gli disse: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te, e non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo.

26 E, chiamato uno de' servitori, domandò che si volesser dire quelle cose.

27 Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto, e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perciocchè l'ha ricoverato sano e salvo.

28 Ma egli si adirò, e non volle entrare; laonde suo padre uscì, e lo pregava d'entrare.

29 Ma egli, rispondendo, disse al padre: Ecco, già tanti anni io ti servo, e non ho giammai trapassato alcun tuo comandamanto; e pur giammai tu non mi hai dato un capretto, per rallegrarmi co' miei amici;

30 Ma, quando questo tuo figliuolo, che ha mangiați i tuoi beni con le meretrici, è venuto, tu gli hai ammazzato il vitello ingrassato.

22 Ma il padre disse a' suoi servitori : Portate qua la più bella vesta, e vestitelo, e mettetegli un anello in dito, e delle scarpe ne' piedi ; 23 E menate fuori il vitello ingrassato, e ammazza-e ogni cosa mia è tua,

31 Ed egli gli disse: Figliuolo, tu sei sempre meco,

e

rallegrarsi, questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita, era perduto, ed è stato ritrovato.

32 Or conveniva far festa, | disse: Cento Cori di grano. perciocchè Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e scrivine ottanta. 8 E il signore lodò l'ingiusto fattore, perciocchè avea fatto avvedutamente; conciossiachè i figliuoli di questo secolo sien più avveduti, nella lor generazione, che i figliuoli della luce.

CAPO XVI.

Regli disse ancora a' suoi discepoli Vi era un uomo ricco, che avea un fattore; ed esso fu accusato appo lui, come dissipando i suoi beni.

2 Ed egli lo chiamò, e gli disse: Che cosa è questo che io odo di te ? rendi ragione del tuo governo, perciocchè tu non puoi più essere mio fattore.

9 lo altresì vi dico: Fatevi degli amici, delle ricchezze ingiuste; acciocchè quando verrete meno, vi ricevano ne' tabernacoli eterni.

10 Chi è leale nel poco, è anche leale nell' assai; e chi è ingiusto nel poco, è anche ingiusto nell' assai.

11 Se dunque voi non siete stati leali nelle ricchezze in

3 E il fattore disse fra sè medesimo: Che farò? conciossiachè il mio signore migiuste, chi vi fiderà le vere? tolga il governo; io non posso zappare, e di mendicar mi vergogno.

4 Io so ciò che io farò, acciocchè, quando io sarò rimosso dal governo, altri mi riceva in casa sua.

5 Chiamati adunque a uno a uno i debitori del suo signore, disse al primo: Quanto devi al mio signore?

6 Ed egli disse: Cento Bati d'olio. Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e siedi, e scrivine prestamente cinquanta.

12 E, se non siete stati leali nell' altrui, chi vi darà il vostro ?

13 Niun famiglio può servire a due signori, perciocchè, o ne odierà l'uno, é amerà l' altro; ovvero, si atterrà all' uno, e sprezzerà l'altro; voi non potete servire a Dio, e a Mammona.

14 Or i Farisei, ch' erano avari, udivano anch'essi tutte queste cose, e lo beffavano. 15 Ed egli disse loro: Voi siete que' che giustificate voi stessi davanti agli uomini,

7 Poi disse ad un altro: Ema Iddio conosce i vostri tu, quanto devi? Ed egli cuori; perciocchè quel ch'è

eccelso appo gli uomini è cosa abbominevole nel cospetto di Dio.

16 La legge e i profeti sono stati infino a Giovanni; da quel tempo il regno di Dio è evangelizzato, e ognuno vi entra per forza.

17 Or egli è più agevole che il cielo e la terra passino, che non che un sol punto della legge caggia.

18 Chiunque manda via la sua moglie, e ne sposa un' altra, commette adulterio; e chiunque sposa la donna mandata via dal marito.commette adulterio.

19 Or vi era un uomo ricco, il qual si vestiva di porpora e di bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente.

20 Vi era altresì un mendico, chiamato Lazaro, il qual giaceva alla porta d' esso, pieno d' ulcere;

21 E desiderava saziarsi delle miche che cadevano dalla tavola del ricco; anzi ancora i cani venivano, e leccavano le sue ulcere.

22 Or avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli angeli nel seno d' Abrahamo; e il ricco morì anch' egli, e fu seppellito.

23 Ed essendo ne' tormenti nell' inferno, alzò gli occhi, e vide da lungi Abrahamo, e Lazaro nel seno d'esso.

24 Ed egli, gridando, disse: Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazaro, acciocchè intinga la punta del dito nell' acqua, e mi rinfreschi la lingua; perciocchè io son tormentato in questa fiamma.

25 Ma Abrahamo disse: Figliuolo, ricordati che tu hai ricevuti i tuoi beni in vita tua, e Lazaro altresì i mali; ma ora egli è consolato, e tu sei tormentato.

26 E, oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posta una gran voraggine, talchè coloro che vorrebbero di qui passare a voi non possono; parimente coloro che son di là non passano a noi.

27 Ed egli disse: Ti prego adunque,. o padre, che tu lo mandi in casa di mio padre;

28 Perciocchè io ho cinque fratelli; acciocchè testifichi loro; che talora anch'essi non vengano in questo luogo di tormento.

29 Abrahamo gli disse: Hanno Mosè e i profeti, ascoltin quelli.

30 Ed egli disse: No, padre Abrahamo; ma, se alcun de' morti va a loro, si ravvedranno.

31 Ed egli gli disse: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non pur crederanno, av

vegnachè alcun de' morti risusciti.

CAPO XVII.

R egli disse a' suoi disce

che non avvengano scandali; ma, guai a colui per cui avvengono !

2 Meglio per lui sarebbe che una macina d'asino gli fosse appiccata al collo, e che fosse gittato nel mare, che di scandalezzare uno di questi piccoli.

3 Prendete guardia a voi. Ora, se il tuo fratello ha peccato contro a te, riprendilo; e, se si pente, perdonagli.

4 E, benchè sette volte il dì pecchi contro a te, se sette volte il dì ritorna a te, dicendo: Io mi pento, perdonagli. 5 Allora gli apostoli dissero al Signore : Accrescici la fede. 6 E il Signore disse: Se voi aveste pur tanta fede quant' è un granel di senape, voi potreste dire a questo moro: Diradicati, e piantati nel mare, ed esso vi ubbidirebbe. 7 Ora, chi è colui d'infra voi, il quale avendo un servo che ari, o che pasturi il bestiame, quando esso, tornando da' campi, entra in casa, subito gli dica: Passa qua, mettiti a tavola?

8 Anzi, non gli dice egli Apparecchiami da cena,

e

cigniti, e servimi, finchè io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu? 9 Tiene egli in grazia da quel servo, ch'egli ha fatte

mandate? Io nol penso.

10 Così ancora voi, quando avrete fatte tutte le cose che vi son comandate, dite : Noi siam servi disutili; conciossiachè abbiam fatto ciò ch' eravamo obbligati di fare.

11 Or avvenne che, andando in Gerusalemme, egli passava per mezzo la Samaria, e la Galilea;

12 E, come egli entrava in un certo castello, dieci uomini lebbrosi gli vennero incontro, i quali si fermarono da lungi;

13 É levarono la voce, dicendo: Maestro Gesù, abbi pietà di noi.

14 Ed egli, vedutili, disse loro: Andate, mostratevi a' sacerdoti. E avvenne che, com' essi andavano, furon mondati.

15 E un di loro, veggendo ch' era guarito, ritornò, glorificando Iddio ad alta voce, 16 E si gittò sopra la sua faccia a' piedi di Gesù, ringraziandolo. Or colui era Samaritano.

17 E Gesù prese a dire: I dieci non son eglino stati nettati? e dove sono i nove?

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