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chiese della Galazia, così opera del Signore, come io ancor fate voi.

stesso.

2 Ogni primo giorno della 11 Niuno adunque lo sprezsettimana ciascun di voi ri-zi, anzi accompagnatelo in pace, acciocchè egli venga a me; perciocchè io l'aspetto co' fratelli.

ponga appresso di sè ciò che gli sarà comodo, acciocchè, quando io sarò venuto, le collette non si abbiano più a fare.

3 E, quando io sarò giunto, io manderò coloro che voi avete approvati per lettere a portar la vostra liberalità in Gerusalemme.

4 E, se converrà ch' io stesso ci vada, essi verranno meco. 5 Or io verrò a voi, dopo che sarò passato per la Macedonia, perciocchè io passerò per la Macedonia.

12 Ora, quant'è al fratello Apollo, io l' ho molto confortato d'andare a voi co' fratelli; ma egli del tutto non ha avuta volontà d' andarvi ora; ma pur vi andrà, quando avrà l'opportunità.

13 Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi.

14 Tutte le cose vostre facciansi con carità.

15 Ora, fratelli, io vi esorto 6 E forse farò qualche di- che, (voi conoscete la famimora appresso di voi, ovvero glia di Stefana, e sapete che è ancora ci vernerò, acciocchè le primizie dell' Acaia, e che voi mi accompagniate dovun-si son dedicati al servigio de que io andrò. santi,)

7 Perciocchè io non voglio questa volta vedervi di passaggio; ma spero dimorar qualche tempo appresso di voi, se il Signore lo permette.

8. Or io resterò in Efeso fino alla Pentecosta.

9 Perciocchè una grande ed efficace porta mi è aperta; e vi son molti avversari.

16 Voi ancora vi sottomettiate a tali, e a chiunque si adopera, e s' affatica nell' opera commune.

17 Or io mi rallegro della venuta di Stefana, e di Fortunato, e d' Acaico; conciossiache essi abbiano supplito il vostro mancamento.

18 Perciocchè han ricreato lo spirito mio, e il vostro; 10 Ora, se Timoteo viene, riconoscete adunque coloro vedete ch' egli stia sicura-che son tali.

mente appresso di voi; per- 19 Le chiese dell' Asia vi ciocchè egli si adopera nell' salutano; Aquila, e Priscilla,

insieme con la chiesa, che è nella lor casa, vi salutano molto nel Signore.

20 Tutti i fratelli vi salutano; salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. 21 Il saluto di man propria di me Paolo.

22 Se alcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema maran-ata.

23 La grazia del Signor Gesù Cristo sia con voi.

24 La mia carità sia con tutti voi, in Cristo Gesù, Amen.

La prima a' Corinti fu scritta da Filippi, per Stefana e Fortunato, ed Acaico, e Timoteo.

II. EPISTOLA DI S. PAOLO APOSTOLO

PAOLO

A' CORINTI.

CAPO I. AOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio; e il fratello Timoteo ; alla chiesa di Dio, ch'è in Corinto, con tutti i santi, che sono in tutta l' Acaia;

2 Grazia, e pace a voi, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo.

3 Benedetto sia Iddio, e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il Padre delle misericordie, e l' Iddio d'ogni consolazione;

4 Il qual ci consola in ogni nostra afflizione; acciocchè, per la consolazione, con la quale noi stessi siamo da Dio

consolati, possiamo consolar coloro che sono in qualunque afflizione.

5 Perciocchè, come le sofferenze di Cristo abbondano in noi, così ancora per Cristo abbonda la nostra consolazione.

6 Ora, sia che siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione, e salute; sia che altresì siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel sostenimento delle medesime sofferenze, le quali ancora noi patiamo; e la nostra speranza di voi è ferma.

7 Sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, così

ancora sarete partecipi della spero che le riconoscerete consolazione. eziandío infino al fine. 8 Perciocchè, fratelli, non 14 Siccome ancora ci avete vogliamo che ignoriate la in parte riconosciuti, che noi nostra afflizione, che ci è av-siamo il vostro vanto, come venuta in Asia; come siamo altresì voi siete il nostro, il stati sommamente gravati sopra le nostre forze; talchè siamo stati in gran dubbio, eziandio della vita;

9 Anzi avevamo già in noi stessi la sentenza della morte; acciocchè noi non ci confidiamo in noi stessi, ma in Dio, il qual risuscita i morti;

10 Il qual ci ha liberati, e libera da un sì gran pericolo di morte; nel quale speriamo che ancora per l'avvenire ce ne libererà ;

11 Sovvenendoci ancora voi congiuntamente con l' orazione; acciocchè del beneficio che ci sarà avvenuto per l'orazione di molte persone, grazie sieno rendute da molti per noi.

12 Perciocchè questo è il nostro vanto, cioè, la testimonianza della nostra coscienza, che in semplicità, e sincerità di Dio, non in sapienza carnale, ma nella grazia di Dio, siam conversati nel mondo, e vie più ancora appo voi.

13 Perciocchè noi non vi scriviamo altre cose, se non quelle che discernete, ovvero ancora riconoscete; ed io

quale avremo nel giorno del Signor nostro Gesù Cristo.

15 Ed in questa confidanza io voleva innanzi venire a voi, acciocchè aveste una seconda grazia ;

16 E, passando da voi, venire in Macedonia; e poi di nuovo di Macedonia venire a voi, e da voi essere accompagnato in Giudea.

17 Facendo adunque questa deliberazione, ho io usata leggerezza? ovvero, le cose che io delibero, le delibero io secondo la carne, talchè vi sia appo me, sì, sì, e no, no?

18 Ora, come Iddio è fedele, la nostra parola inverso voi non è stata sì, e no.

19 Perciocchè il Figliuol di Dio, Gesù Cristo, che è stato fra voi predicato da noi, cioè, da me, da Silvano, e da Timoteo, non è stato sì, e no; ma è stato sì in lui.

20 Conciossiachè tutte le promesse di Dio sieno in lui sì, ed Amen; alla gloria di Dio, per noi.

21 Or colui, che ci conferma con voi in Cristo, e il quale ci ha unti, è Iddio ; 22 Il qual ancora ci ha

suggellati, e ci ha data l'arra | anzi in parte, per non aggradello Spirito ne' cuori nostri.varlo, voi tutti.

6 Al tale basta quella ri

23 Or io chiamo Iddio per testimonio sopra l' anima mia, prensione, che gli è stata

che, per risparmiarvi, non sono ancora venuto a Corinto. 24 Non già che noi signoreggiamo la vostra fede, ma siamo aiutatori della vostra allegrezza; perchè voi state ritti per la fede.

CAPO II.

fatta dalla raunanza.

7 Talchè, in contrario, più tosto vi convien perdonargli, e consolarlo; che talora queil' uomo non sia assorto dalla troppa tristezza.

8 Perciò, io vi prego di ratificare inverso lui la carità. 9 Perciocchè a questo fine

R io avea determinato ancora vi ho scritto, accioc

Oppo at

venir di nuovo a voi con tristizia.

2 Perciocchè, se io vi contristo, chi sarà dunque colui che mi rallegrerà, se non colui stesso che sarà stato da me contristato?

3 E quello stesso vi ho io scritto, acciocchè, quando verrò, io non abbia tristezza da coloro da' quali io dovea avere allegrezza; confidandomi di tutti voi, che la mia allegrezza è quella di tutti

voi ;

4 Perciocchè di grande afflizione, e distretta di cuore, io vi scrissi con molte lagrime; non acciocchè foste contristati, ma acciocchè conosceste la carità che io ho abbondantissima inverso voi.

5 E, se alcuno ha contristato, non ha contristato me,

voi, se siete ubbidienti ad ogni cosa.

10 Or a chi voi perdonate alcuna cosa, perdono io ancora; perciocchè io altresì, se ho perdonata cosa alcuna, a chi l'ho perdonata, l'ho fatto per amor vostro, nel cospetto di Cristo, acciocchè noi non siamo soverchiati da Satana; 11 Perciocchè noi non ignoriamo le sue macchinazioni.

12 Ora, essendo venuto in Troas per l'evangelo di Cristo, ed essendomi aperta una porta nel Signore, non ho avuta alcuna requie nello spirito mio, per non avervi trovato Tito, mio fratello;

13 Anzi, essendomi da loro accommiatato, me ne sono andato in Macedonia.

14 Or ringraziato sia Dio, che fa che sempre trionfiamo

in Cristo, e manifesta per noi | 5 Non già che siamo da noi

in ogni luogo l'odor della sua

conoscenza.

15 Perciocchè noi siamo il buono odore di Cristo a Dio, fra coloro che son salvati, e fra coloro che periscono ; 16 A questi veramente, odor di morte a morte; ma a quelli, odor di vita a vita. (E chi è sufficiente a queste cose?)

17 Conciossiachè noi non falsifichiamo la parola di Dio, come molti altri; ma come di sincerità, ma come da parte di Dio, parliamo in Cristo, nel cospetto di Dio.

COM

CAPO III.

stessi sufficienti pure a pensar cosa alcuna, come da noi stessi; ma la nostra sufficienza è da Dio;

6 Il quale ancora ci ha renduti sufficienti ad esser ministri del nuovo patto, non di lettera, ma di spirito; conciossiachè la lettera uccida, ma lo spirito vivifichi.

7 Ora, se il ministerio della morte, che non era se non in lettere, scolpito in pietre, fu glorioso, talchè i figliuoli d' Israele non potevano riguardar fiso nel volto di Mosè, per la gloria del suo volto (la qual però dovea essere annullata);

8 Come non sarà più tosto con gloria il ministerio dello Spirito ?

OMINCIAMO noi di nuovo a raccomandar noi stessi? ovvero, abbiam noi bisogno, come alcuni, di let- 9 Perciocchè, se il minitere raccomandatorie a voi, o sterio della condannazione fu di raccomandatorie da voi? con gloria, molto più abbon2 Voi siete la nostra lette-derà in gloria il ministerio ra, scritta ne' cuori nostri; della giustizia. intesa, e letta da tutti gli uomini ;

3 Essendo manifesto che voi siete la lettera di Cristo, amministrata da noi, scritta, non con inchiostro, ma con lo Spirito dell' Iddio vivente; non in tavole di pietra, ma nelle tavole di carne del cuore. 4 Or una tal confidanza abbiamo noi per Cristo appo Iddio;

10 Imperocchè ancora ciò che fu glorificato in quella parte, non fu glorificato a riguardo della più eccellente gloria.

11 Perciocchè, se quel che ha da essere annullato fu per gloria; molto maggiormente ha da essere in gloria ciò che ha da durare.

12 Avendo adunque questa speranza, usiamo gran libertà di parlare ;

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