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chè io non v' amo; Iddio | no vi percuote in sul volto;

lo sa.

12 Anzi ciò che io fo, lo farò ancora, per ricider l'occasione a coloro che desiderano occasione; acciocchè in ciò che si gloriano sieno trovati quali noi ancora. 13 Perciocchè tali falsi apostoli sono operai frodolenti, trasformandosi in apostoli di Cristo.

14 E non è maraviglia; 'perciocchè Satana stesso si trasforma in angelo di luce. 15 E' non è dunque gran cosa, se i suoi ministri ancora si trasformano in ministri di giustizia; de' quali la fine sarà secondo le loro opere.

16 Io lo dico di nuovo: Niuno mi stimi esser pazzo; se no, ricevetemi eziandío come pazzo; acciocchè io ancora mi glorii un poco.

17 Ciò ch' io ragiono in questa ferma confidanza di vanto, non lo ragiono secondo il Signore, ma come in pazzía.

18 Poichè molti si gloriano secondo la carne, io ancora mi glorierò.

19 Conciossiachè voi, essendo savi, volentieri comportiate i pazzi.

20 Perciocchè, se alcuno vi riduce in servitù, se alcuno vi divora, se alcuno prende, se alcuno s'innalza, se alcu

voi lo comportate.

21 Io lo dico per maniera di vituperio, come se noi fossimo stati deboli; e pure, in qualunque cosa alcuno è animoso, io lo dico in pazzía, sono animoso io ancora. 22 Son eglino Ebrei? io ancora; son eglino Israeliti ? io ancora; son eglino progenie d'Abrahamo? io ancora.

23 Son eglino ministri di Cristo? io parlo da pazzo, io lo son più di loro; in travagli molto più; in battiture senza comparazione più; in prigioni molto più; in morti molte volte più.

24 Da' Giudei ho ricevute cinque volte quaranta battiture manco una.

25 Io sono stato battuto di verghe tre volte, sono stato lapidato una volta, tre volte ho rotto in mare, ho dimorato un giorno ed una notte nel profondo mare.

26 Spesse volte sono stato in viaggi, in pericoli di fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli dalla mia nazione, in pericoli da' Gentili, in pericoli in città, in pericoli in solitudine, in pericoli in mare, in pericoli fra falsi fratelli;

27 In fatica, e travaglio; sovente in veglie, in famo, ed

in sete; in digiuni spesse volte; in freddo, e nudità. 28 Oltre alle cose che son di fuori, ciò che si solleva tuttodi contro a me, è la sollecitudine per tutte le chiese. 29 Chi è debole, ch' io ancora non sia debole ? chi e scandalezzato, ch' io non arda ?

30 Se conviene il gloriarsi, io mi glorierò delle cose della mia debolezza.

31 Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale è benedetto in eterno, sa ch' io non mento.

32 In Damasco, il governatore del re Areta avea poste guardie nella città de' Damasceni, volendomi pigliare; 33 Ma io fui calato dal muro per una finestra, in una sporta, e così scampai dalle sue mani.

CAPO XII.
ERTO, il gloriarmi non

4 Fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili, le quali non è lecito ad uomo alcuno di proferire.

5 lo mi glorierò di quel tale; ma non mi glorierò di me stesso, se non nelle mie debolezze.

6 Perciocchè, benchè io volessi gloriarmi, non però sarei pazzo; conciossiachè direi verità; ma io me ne rimango, acciocchè niuno stimi di me sopra ciò ch' egli mi vede essere, ovvero ode da me.

7 Ed anche, acciocchè io non m' innalzi sopra modo per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stato dato uno stecco nella carne, un angelo di Satana, per darmi delle guanciate; acciocchè io non m' innalzi sopra modo.

8 Per la qual cosa ho pregato tre volte il Signore, che quello si dipartisse da me;

9 Ma egli mi ha detto: La mia grazia ti basta; percioc

Cmio 'spediente; perciocchè la mia virtù si adempie

chè io verrò alle visioni, e rivelazioni del Signore.

2 lo conosco un uomo in Cristo, il quale, son già passati quattordici anni, fu rapito (se fu in corpo, o fuor del corpo, io nol so, Iddio il sa) fino al terzo cielo.

3 E so che quel tal uomo (se fu in corpo, o fuor del corpo, io nol so, Iddio il sa),

in debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò più tosto nelle mie debolezze, acciocchè la virtù di Cristo mi ripari.

10 Perciò, io mi diletto in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in distrette per Cristo; perciocchè, quando io sono debole, allora son forte.

11 Io son divenuto pazzo, 18 Io ho pregato Tito, ed gloriandomi; voi mi ci avete ho con lui mandato questo costretto; conciossiachè da fratello. Tito ha egli fatto voi dovessi essere commen-profitto di voi? non abbiam dato; perciocchè io non sono noi camminato d'un medestato da nulla meno de' som-simo spirito, per medesime mi apostoli, benchè io non pedate? sia niente.

12 Certo i segni dell' apostolo sono stati messi in opera fra voi, in ogni sofferenza; in segni, e prodigi, e potenti operazioni.

13 Perciocchè, in che siete voi stati da meno dell' altre chiese, se non ch'io 1 non vi sono stato grave? perdonatemi questo torto.

14 Ecco, questa è la terza volta ch' io son presto a venire a voi, e non vi sarò grave; conciossiache io non cerchi i vostri beni, ma voi; perciocchè i figliuoli non debbono far tesoro a' padri ed alle madri; ma i padri e le madri, a' figliuoli.

15 E, quant'è a me, molto volentieri spenderò, anzi sarò speso per l'anime vostre; quantunque, amandovi io sommamente, sia meno ama

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19 Pensate voi di nuovo, che noi ci giustifichiamo appo voi? noi parliamo davanti a Dio, in Cristo; e tutto ciò, diletti, per la vostra edificazione.

20 Perciocchè io temo che talora, quando io verrò, io non vi trovi quali io vorrei ; e ch' io altresì sia da voi ritrovato quale voi non vorreste; che talora, non vi sieno contese, gelosíe, ire, risse, detrazioni, bisbigli, gonfiamenti, tumulti;

21 E che, essendo di nuovo venuto, l' Iddio mio non m umilii appo voi; e ch' io non pianga molti di coloro che innanzi han peccato, e non si son ravveduti dell'immondizia, e della fornicazione, e della dissoluzione che hanno commessa.

CAFO XIII.

Evolta ch' io vengo a voi;

CCO, questa è la terza

ogni parola è confermata per la bocca di due, o di tro testimoni.

2 Già l'ho detto innanzi tratto, e lo dico ancora, come

presente; anzi, essendo as-siam nulla contro alla verità, ma tutto ciò che possiamo

sente, ora scrivo a coloro che
hanno innanzi peccato, e a per la verità.
tutti gli altri; che se io
vengo di nuovo, non rispar-mo
mierò alcuno ;

9 Conciossiachè ci rallegriaquando siam deboli, e voi siete forti; ma ben deside3 Poichè voi cercate la riamo ancora questo, cioè, il prova di Cristo che parla in vostro intiero ristoramento. me, il quale inverso voi non 10 Perciò io scrivo queste è debole, ma è potente in voi. cose, essendo assente; accioc4 Perciocchè, se egli è stato chè, essendo presente, io non crocifisso per debolezza, pur proceda rigidamente, secondo vive egli per la potenza di la podestà, la quale il SiDio; perciocchè ancora noi gnore mi ha data, a edificasiam deboli in lui, ma vive-zione, e non a distruzione. remo con lui, per la potenza di Dio, inverso voi.

5 Provate voi stessi, se siete nella fede; fate sperienza di voi stessi; non vi riconoscete voi stessi, che Gesù Cristo è in voi? se già non siete riprovati.

6 Ed io spero che voi riconoscerete che noi non siam riprovati.

7 Or io prego Iddio che voi non facciate alcun male; non acciocchè noi appaiamo approvati, ma acciocchè voi facciate quel che è bere, e noi siamo come riprovati.

8 Perciocchè noi non pos

11 Nel rimanente, fratelli, rallegratevi, siate ristorati, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, e state in pace; e l' Iddio della carità, e della pace sarà con voi. 12 Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; tutti i santi vi salutano.

13 La grazia del Signor Gesù Cristo, e la carità di Dio, e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti Amen.

voi.

La

seconda a' Corinti fu scritta da Filippi di Macedonia, per Tito, e Luca.

CAPO I.

A' GALATI

9 Come già abbiam detto, da capo ancora dico al pre

PAOLO, apostolo (non da- sente: Se alcuno vi evange

gli uomini, nè per alcun uomo, ma per Gesù Cristo, cd Iddio Padre, che l'ha suscitato da' morti);

2 E tutti i fratelli, che sono meco; alle chiese della Galazia:

3 Grazia a voi, e pace, da Dio Padre, e dal Signor nostro Gesù Cristo;

lizza oltre a ciò che avete ricevuto, sia anatema.

10 Perciocchè, induco io ora a credere agli uomini, ovvero a Dio? o, cerco io di compiacere agli uomini? conciossiachè, se compiacessi ancora agli uomini, io non sarei servitor di Cristo.

11 Ora, fratelli, io vi fo assapere, che l' evangelo, che

4 Il quale ha dato sè stesso per li nostri peccati, per ri-è stato da me evangelizzato, trarci dal presente malvagio non è secondo l'uomo. secolo, secondo la volontà di Dio, nostro Padre ;

5 Al quale sia la gloria ne secoli de' secoli. Amen.

6 Io mi maraviglio che, sì tosto, da Cristo che vi ha chiamati in grazia, voi siate trasportati ad un altro evangelo;

7 Il qual non è un altro; ma vi sono alcuni che vi turbano, e vogliono pervertir l' evangelo di Cristo.

8 Ma, avvegnachè noi, o un angelo del cielo, vi evangelizzassimo oltre a ciò che vi abbiamo evangelizzato, sia

anatema.

12 Perciocchè ancora io non l'ho ricevuto, nè imparato da alcun uomo; ma per la rivelazione di Gesù Cristo.

13 Imperocchè voi avete udita qual fu già la mia conversazione nel Giudaesimo, come io perseguiva a tutto potere la chiesa di Dio, e la desertava:

14 E avanzava nel Giudaesimo, sopra molti di pari età nella mia nazione, essendo stremamente zelante delle tradizioni de' miei padri.

15 Ma, quando piacque a Dio (il qual mi ha appartato fin dal ventre di mia madre, e'

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