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DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE

INTORNO.

AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIU CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIU' SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

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SETTUAGESIMA, Septuagesima.

Nona domenica prima di Pasqua, 7.a pre cedente alla domenica Laetare, e 3. a. wanti la Quaresima (V.), essendo il 1.° termine di suo preparamento. E'così chiamata, dice Magri parlando della Septuagesima, nella Notizia de'vocaboli ecclesiastici, perchè da questo giorno fino al sabato in Albis vi sono 70 giorni. Questi giorni sono simbolo de'70 anni, neʼquali durò la cattività Babilonica degli ebrei, come pensano alcuni riferiti dal p. Raynaudo, Opere t. 10, p. 492; ed alludono ancora all'esilio di questa miserabile vita, dopo il quale seguirà il sabato dell'eterno riposo nella celeste Gerusalemme. Per questa ragione l'introito della messa del sabato quando terminano i 70 giorni, comincia: Eduxit Dominus populum suum, come insegna Alcuino. La Chiesa in questa domenica si veste di lutto, me rammentai nel vol. X, p. 79, e la scia il solito cantico di allegrezza, Allelu ja, perchè fa memoria della caduta del nostro primo padre Adamo, come si raccoglie dall'introito della messa: Circum

co.

SET

dederunt me gemitus mortis, nel quale si

parla della morte introdotta nel mondo pel peccato originale. Osserva Magri, che dalla settuagesima dipende la notizia di tutte le altre feste mobili dell'anno, di cui a CALENDARIO, per essere la 1., per cui credè opportuno dare un modo facile per conoscere la domenica della settuagesima, che qui riproduco. Primamente si notano i giorni della luna correnti nella festa dell'Epifania, a'quali aggiungendo altri giorni finchè arrivasi al 40.o, si va proce dendo pe'seguenti,e ove arriva il numero 40. la 1. domenica sarà la settuagesima; e se il detto numero cade in domenica, la settuagesima comincerà nell'altra seguente. Avvertasi però d' aggiungere un giorno di più, cioè 4 1 nell'anno bisestile : tutte le quali regole si comprendono nei versi che pubblicò. Inoltre per facilitare il detto computo tanto necessario agli ecclesiastici, il Magri volle mostrarlo in pra tica. Per esempio nel 1644 nel giorno dell'Epifania si avea il 27 della luna, al qual numero aggiungendo 13 per arrivare a 40, cadde il n.° 40. nel 19.° di gennaio,

a

giorno di martedì, e per essere bisesto aggiungendo il mercoledì 20 gennaio, la 1.a domenica dopo tal giorno fu la settuage sima e cadde nel giorno 24 del mese. Il Lambertini poi Benedetto XIV,tratta della Settuagesima nella Notificazione 14, t. 1, dicendo come per tale domenica e colle seguenti la Chiesa ci dispone alla s. quaresima, ed incomincia nella settua gesima dal rappresentarci ne'divini uffi zi la caduta dell'uomo, il di lui bando dal paradiso, la penitenza che Dio gl'impose, e la speranza del ritorno nella di lui grazia. La Chiesa è piena di mestizia, e sottraendo l'Alleluja, sostituisce il Laus tibi Domine, preghiera proporzionata all'umiltà e alla nostra caduta nel 1.° padre, come ben considera Martene, De antiq. Eccl. disciplina, t. 4, cap. 16, e ben discorre Gavanto, Ad rubricas Breviarii sez. 6, cap. 9. Ne' medesimi divini uffizi si leva no i due salmi, Dominus regnavit e Ju bilate, come di allegrezza, surrogandosi i salmi Confitemini e Miserere, come di penitenza. Nella settuagesima e seguenti due domeniche Sessagesima e Quinqua gesima (V.), inculca la Chiesa a' fedeli gli atti di maggior pietà: da questi giorni incominciavano anticamente i digiuni del la Chiesa, lo che rilevai anche a SESSA GESIMA. Non trovansi indizi della settua. gesima nella chiesa romana prima del VI secolo, o della fine del precedente. Gli o rientali aveano anch'essi da quell'epoca la loro settuagesima, che osservano anche al presente sotto il nome di prosfonesimo o della prosfonese, vale a dire settimana della pubblicazione, perchè in essa si annuncia al popolo il Digiuno della quaresima che si avvicina. L'intenzione della Chiesa nell'istituire la settuagesima, si è di prepararci co' suoi uffizi e colla compunzione del cuore alle pratiche della penitenza corporale, dal che deriva che si astiene da quel giorno sino all'uffizio di Pasqua dai cantici di gioia,come sono l'Alleluja, il Te Deum, il Gloria in excelsis Deo. Il Carnevale di Roma (V.) incomin

cia dal sabato di settuagesima, onde la Chiesa tollerando l' inveterato costume, e di ciò gemendo contemporaneamente promuove esercizi di pietà, come pur notai a CARNEVALE. Egualmente in Roma colla settuagesima incominciano le sante Stazioni (V.), e la 1.'in tal giorno è nella pa. triarcale basilica di s. Lorenzo fuori le mura, dove anticamente il Papa cantava la messa, e faceva un divoto sermone al popolo, spiegandone l'introito pieno di misteri, e lo fece s. Gregorio I colla XIX sua omelia, come abbiamo dal Piazza nel Menologio romano par. 2, p. 238, notando che i Papi tornavano nella basilica nella vigilia di s. Lorenzo, si trattenevano la notte a celebrare i divini uffizi, e la mattina della festa cantavano messa solenne. Il Butler nelle Feste mobili, trat. 4, cap. 1, ragiona colla solita unzione della settuagesima, e di quanto fa la Chiesa per disporre i fedeli ad uno spirito di compunzione, ed eccitare il loro pentimento e dolore de' peccati commessi, e a con· vertirci di tutto cuore. Quanto ai segni di mestizia, sia per le vesti paonazze, sia perchè i diaconi e suddiaconi lasciano le dalmatiche e le tonicelle, che sono abiti di allegrezza, dice che anticamente ado peravasi la cera gialla da questo giorno in poi; tutto facendosi dalla Chiesa perchè noi rientriamo in noi stessi. Crede che l'istituzione della settuagesima sia posteriore alla quaresima, ma che dopo il VI secolo trovasi distinta nelle liturgie, nei concilii e negli scrittori ecclesiastici. Vedasi Sarnelli, Lett. eccl. t. 4, lett. 16: Della domenica di settuagesima. Zaccaria, O. nomasticon rituale,verbo Septuagesima. Diclich, Dız. sacro-liturgico: Settuagesima, sulla sua uffiziatura e delle sue fe rie, e così delle domeniche e ferie di sessagesima e quinquagesima.

SEVARDO (s.). V. SIVIARDO (S.). SEVERIANI. Eretici del II secolo, ch'ebbero per capo Severo, che visse po co tempo dopo Taziano, capo degli Encratici (V.). Ammettevano due principii,

uno buono e l'altro cattivo, e dicevano che il vino e le donne erano produzioni del cattivo principio. Gli encratici che trovarono i principii di Severo favorevoli ai loro sentimenti, si attaccarono a lui e presero il nome di Severiani. Furonvi altri severiani, così chiamati da Severo vescovo d'Antiochia (e di cui meglio parlai a SrRIA,descrivendo ancora il patriarcato Antiocheno), capo degli Acefali (V.).

SEVERIANO (s.), vescovo di Scitopoli, martire. Zelante difensore della fede cattolica contro gli eutichiani, riportò la corona del martirio, allorchè l'empio monaco Teodosio, usurpata la sede di Co. stantinopoli, col favore dell'imperatrice Eudossia, fece soffrire ai cattolici la più crudele persecuzione, e scortato da una schiera di furibondi soldati portò la de. solazione in tutta la Palestina. Questi eretici, impadronitisi di s. Severiano, lo strascinarono fuori della città, e barba ramente lo trucidarono verso la fine dell'anno 452, o sul principio del susseguen te. Egli è nominato nel martirologio romano a'21 di febbraio.

SEVERINA (s.), s. Severinae. Città con residenza arcivescovile del regno di Napoli, provincia della Calabria Ulteriore 2.2, distretto, a 6 leghe circa da Cotro. ne e 9 da Catanzaro, capoluogo di cantone, sopra un elevato colle o rupe scoscesa, presso la destra sponda del Neto. Assai bene fabbricata, con edifizi anche privati osservabili, tuttavolta si vedono le vestigia de'gravi danni cagionati dal terremoto. La basilica metropolitana, buon edifizio, è dedicata a Dio, sotto l'invocazione di s. Anastasia vergine e martire romana, patrona della città, e tra le reliquie si venera un suo braccio, dono di Roberto Guiscardo e chiuso in teca d'argento dal celebre arcivescovo cardinal Santorio. Il capitolo si compone di 6 dignità, la 1.' delle quali è l'arcidiacono, le altre sono il decano, il cantore, il tesoriere, il primicerio e l'arciprete; di 18 cano. nici comprese le prebende del teologo e

del penitenziere, e di altri preti e chierici addetti al divin culto. Presso alla cattedrale è l'episcopio, ma in essa non vi è il battisterio, imperocchè in 3 sole chiese parrocchiali esiste, e nella contigua chie. sa di s. Giovanni. Vi è un convento dire. ligiosi, 4 confraternite, l'ospedale,il monte di pietà, il seminario, e altri stabilimen. ti benefici e scientifici. Fu patria di parecchi uomini illustri, come di Gio. Battista Modio naturalista, del poeta Cortaseca e di altri; ma non di Papa s. Zaccaria ch'è di Siria, nè dell'anatomico B. Eu stachio, il quale appartiene a s. Severino (V.) del Piceno. Molto fertile n'è il ter ritorio,abbondante d'ottimi pascoli,e perfetti vi riescono il vino e l'olio. Edificata dagli oenotri, dicesi 1250 anni avanti la nostra era,altri scrivono 1770,la denominarono Siberena o Syberona, che il volgo chiamò poi s. Severina. Fu fiorente città con titolo di ducato, assai forte. per sito, e si crede ches. Dionisio l'Areopagi. ta vi predicasse il vangelo. Verso il IX secolo la conquistarono i saraceni, e vuolsi che la possedessero sino all'884,nel quale anno furono discacciati dai greci sotto il comando del generale Niceforo che la ricuperò al greco impero, il quale nella dominazione era succeduto ai romani. Nel secolo XI poi fu soggiogata dal norman. no Roberto Guiscardo, dopo lungo asse dio valorosamente sostenuto dai cittadi. ni. Le furono comuni i successivi avvenimenti della regione, seguendo i destini e le vicende politiche del regno di Napoli. Nel 1529 soffri una terribile pestilenza, che sommamente contribuì a scemarne la popolazione.Ma avendola nel i 1783 uno spaventevole terremoto quasi distrutta in gran parte, d'allora in poi diminuì della sua importanza. Prima di parlare della sua sede arcivescovile, con Rodotà, Origine del rito greco in Italia, dirò dell'introduzione e durata in s. Severina, come divenne metropolitana, e de' vescovi e canonici greci. Nel secolo VIII i greci patriarchi colla loro audacia e ambizione

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