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La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni relative.

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

URG

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URG

URGEL (Urgellen). Città con resi- le prebende del teologo e del penitenzie

denza vescovile di Spagna nella Catalogna a 26 leghe da Lerida, 32 da Barcellona ero da Puy, in bella pianura estesissima che si estende fino a Cordova, alle radici de’Pirenei, tra la Balira e la Segre che riunisconsi un po' più sotto. Prende il suo nome di La Seu d'Urgel, Urgel lium, da una montagna vicina, sulla quale sta un forte, ma in seguito dell' ultime guerre, più non restano delle sue forti ficazioni che 4 porte. E però ancora un punto importante di difesa, e vi è un governatore militare colla guarnigione. La cattedrale, di gusto gotico, è dedicata alla B. Vergine, ha il battisterio e la cura d'a. nime amministrata dal canonico curato, e vi sono in grandissima venerazione, fra le ss. Reliquie, i corpi de'ss. Hermangaudo o Ermengaldo e Odone vescovi d'Urgel. Secondo l'ultima proposizione concistoriale, il capitolo si compone (se ancora non si è formato quello stabilito nel concordato ultimo colla Spagna e colle lettere apostoliche ad Vicariam, de' 5 settembre 1851) di 7 dignità, essendone la 1. il decauo, di 13 canonici comprese

re, di 20 beneficiati, e di altri preti e chierici addetti al servizio divino. Aderente alla cattedrale è l'episcopio. Tra le altre chiese della città una è parrocchiale col s. fonte. Vi è un monastero di monache, l'ospedale, il seminario, la casa de' trovatelli, e prima dell' ultime deplorabili vicende politiche eran vi due conventi di religiosi. I suoi abitanti, per la maggior parte agricoltori, trafficano di legname e di grani. Nelle sue adiacenze trovasi una considerevole miniera di vetriolo. Quest'antichissima città, chiamata Orgelo, Urgello, Orgelis, Orgia,nella provincia Tarragonese di Lerida, principato di Ca. talogna, sulla sponda sinistra della Segre, fu da Carlo Magno compresa nella Settimauia o Marca di Spagna, e poi diven. ne capitale di potente contea, con signoria sopra città e castella. Avendo Carlo il Calvo divisa questa Marca in due marchesati, venne Urgel colle sue dipendenze attribuito al marchesato o contea di Barcellona, di cui fụ1.° signore ereditario Wiffredo il Villoso. Nell'884 al più tardi Sunifreddo o Suniario, 3.o figlio di

Gunidilde e li Wiffredo, da questi venne provveduto della contea d'Urgel. Avendo sposato Richilde, con essa nel 944 fe ce una ragguardevole donazione alla chiesa di Girona, ed altra a quella di Barcellona. Morì vecchissimo Sunifreddo nel 950, e gli successe il primogenito Borrel, che 17 anni dopo divenne anche conte di Barcellona. Terminò di vivere nel 993, ereditaudo il primogenito Raimondo Borrel la contea di Barcellona, e il secondogenito Ermengaldo I detto il Cordovano quella d'Urgel, insieme alla contea d'Ausonne o Vich che divise col fratello. Si distinse col suo valore principalmente contro i mori saraceni invasori della Spagua. Nel 996 portatosi in Roma, fu ammesso nel concilio celebrato da Papa Gregorio V alla presenza d'Ottone III imperatore, e sedè a'piedi di questi. Tra gli argomenti che vi si discussero, i due più importanti furono il matrimonio di Roberto II re di Francia con Berta, dichia rato nullo, e l'ordinazione di Gundale, che dopo essersi fatto ordinare vescovo di Vich, vivente il vescovo Fruian, l'avea fatto assassinare per le sue giuste lagnanze. Il conte fece testimonianza contro l'usurpatore Gundale, che fu deposto. Nella grande assemblea di prelati e signori, seguita nel 1009 in Barcellona, intervennero i fratelli Raimondo Borrel e Ermen. galdo I, e vi fu ristabilito l'ordine canonicale di quella chiesa. Nelio10 disponendosi il conte a marciar di nuovo con. tro i mori, fece testamento e distribuì parte de'suoi beni a diverse chiese. Partito col fratello Arnoldo vescovo di Vich, ed i vescovi Ezio di Barcellona e Ottone di Girona, e parecchi signori, ciascuno alla testa delle proprie milizie, vi perì il 1. settembre co'vescovi che l'aveano accompagnato. In età d'un anno gli successe nella contea d'Urgel il figlio Ermengaldo II detto il Pellegrino sotto la tu. tela materna. Fatto adulto, i dominii della chiesa d'Urgel avendo destato la sua cupidigia, fece delle usurpazioni di cui sentì

poi rammarico; laonde nel 1026 colla moglie Arsinde si presentò al capitolo d'Urgel, e in espiazione de'loro falli diedero ciascuno un servo di loro terre e castella. Nel 1030 recatosi il conte dal castello di Pons, ove risiedeva, pel s. Natale a Urgel, con Ermengaldo conte di Pailhas e di Guglielmo suo visconte d'Urgel, ratificò le donazioni fatte da lui e suoi predecessori alla chiesa. Nel 1040 intrapreso il viaggio di Terra santa vi morì, lasciando il figlio Ermengaldo III detto il Barbastro di 7 anni, in tutela della madre Costanza 2.a moglie del defunto. Nel 1048 recatosi il conte con essa e con Miron suo visconte a Urgel per celebrarvi la Pasqua, fecero parecchi doni alla chiesa e suoi ministri. Nel 1058 essendo in guerra col moro Alchagil duca di Saragozza, si alleò con Berengario conte di Barcellona, alla presenza de'due Guglielmi vescovi d'Urgel e di Vich. Rinnovato nel 1064 il trattato, partì il conte colle sue truppe, ed espugnò Barbastro non senza molti sforzi; ma poco dopo vi trovò la morte in mezzo ad una vittoria e orrenda carnificina degl'infedeli. Gli successe il figlio Ermengaldo IV detto Gerb, il quale nel 1077 accolse in Urgel con grandi onori Amato vescovo d'Oleron legato di s. Gregorio VII, e colla moglie Lucia diedero opera alla riforma deʼmonasteri delle loro giurisdizioni. Nel 1087 il conte con Adelaide di Provenza 2.' moglie, erede di Forcalquier, donarono alla chiesa d'Urgel il castello di Foro Barberano, dal cui atto rilevasi che supremo signore della contea d'Urgel era Filippo I re di Francia. Il conte faceva l'ordinaria residenza nel castello di Gerb, che fortificò per assalire i mori deʼdintorni, e in fatti tolse loro Balaguer. Nel 1092 morì il conte e gli successero nella contea d'Urgel Ermengaldo V detto il Balearide, nato da Lucia, e in quella di Forcalquier Guglielmo nato d'Adelaide. Valoroso Ermengaldo V come i suoi antenati, combatte i mori, e mentre voleva toglier lo

ro l'isole Baleari, vi restò ucciso nel 1 102. Ne fu successore il figlio Ermengaldo VI detto il Castigliano, come nato da madre di Castiglia e perchè in tal regione passò gran parte di sua vita. Alla contea d'Urgel unì la signoria di Lerida, ed avendo commesso guasti a danno del monastero di s. Saturnino, poi ne diè soddisfazione all'abbate. Nel 1154 gli successe il figlio Ermengaldo VII detto Valenza,che nel 1162 all'uso deʼsuoi maggiori rinunziò d'impadronirsi deʼmobili e immobili del vescovo d'Urgel in morte, riprovevole usanza quasi generale tra'gran feuda tari, ed a ragione da lui pure riguardata come una rapina; ma si riservò la custodia de'castelli e dell'altre possession: del vescovato durante la sede vacante. Nel 1183 fece guerra aʼmori di Valenza col fratello Gaucerando, e ambedue periro no avanti quella capitale. Il figlio Ermen. galdo VIII riportò d'Arualdo visconte di Castelbon e di Cerdagne il giuramento di fedeltà per la prima delle due signorie. Nel 1198 il conte s'impegnò in guerra con Raimondo conte di Foix pe' confini de❜loro stati e ne prese parte la Catalogna. Il conte di Foix assediò ed espugnò Urgel, la saccheggiò in uno alla cattedrale, fece prigione i canonici da'quali trasse grosso riscatto, e desolò tutto il paese; ma poi Ermengaldo VIII se ne vendicò facendo prigioni nel 1224 il conte di Foix e il visconte di Castelbon suo alleato, che ritenne per 4 anni e rilasciò a mediazio ne del re d'Aragona, generosamente somministrando al conte a titolo di feudo 2000 soldi melgorini fondati sulle sue terre, e fidanzando al visconte la nipote Elisabetta con promessa di dargli i suoi dominii se moriva senza figli. Seguito il matrimonio, nel 1210 morì Ermengaldo VIII lasciando erede in tenera età la figlia Aurembiax, e in caso di sua morte senza successione, sostituì la propria so rella Miraglia moglie di Pons I visconte di Cabrera. Inoltre legò al Papa Innocen. zo III la metà della città di Vagliadolid,

che gli apparteneva dal lato di sua madre nipote di Raimondo Berengario IV conte di Barcellona, e la feudale dipendenza dell'altra metà, a condizione di far eseguire il suo testamento. Ma Geraldo figlio di Miraglia pretese dopo la morte dello zio, che la contea d'Urgel dovesse in lui ritornare a preferenza della cugina Aurembiax. Elvira madre di questa, impotente a resistere alle sue armi, cedè gli stati della figlia a Pietro II re d' Aragona, il quale obbligò Geraldo e la sua famiglia a rendersi prigioni. Dopo la morte del re riuscì a Geraldo di riprendere parecchie città e castella della contea d'Urgel, e vi commise molte devastazioni, indi perdonato dal re Giacomo I; ritenendo questi però la contea d'Urgel col titolo di conte, la diè in feudo a Geraldo, salvi i reclami di Aurembiax. Questa nel 1228 li fece, offrendo in dono al re la città di Lerida, facendogliene omaggio, rimettendo al re 9 de'suoi castelli. Prendendo le difese di Geraldo il visconte Guglielmo di Cardona suo cugino, il re coll'armi portò la guerra nella contea d'Urgel: prese le città di Abesa e di Agramont, ed alcuni castelli compreso Pons, e in tal guisa la contessa fu ristabilita ne'suoi stati. Geraldo entrò allora tra'templari, cedendo le sue pretensioni al primogenito Pons II. Il re diè per marito alla contessa, come la più ricca erede del suo reame, d. Pietro infante di Portogallo figlio del re Sancio I. Morta Aurembiax nel 1231 senza prole, lasciò al suo sposo la contea d'Urgel, colla città di Vagliadolid e le signorie che le appartenevano nel regno di Galizia, con autorità di disporne a beneplacito. Ma siccome la contea d'Urgel formava una parte ragguardevole della Catalogna, il re temè che d. Pietro cedesse i suoi diritti alla casa di Cabrera, perciò gli diè in cambio la signoria di Maiorica e dell'isole adiacenti in feudo, con facoltà di trasmetterne la 3.* parte a' suoi eredi, non ritenendo che la cittadella della capitale, colle città e

castelli d'Oleron e Palenca. Quindi dal 1233 i re d'Aragona presero il titolo di conti d'Urgel. Morendo nel 1 243 Pons II, lasciò al primogenito Ermengaldo IX i diritti sulla contea d'Urgel, e in sua mancanza i fratelli, coll'obbligo di portare in perpetuo il nome d'Ermengaldo. Ermengaldo IX poco gli sopravvisse, egli succes se il fratello Rodrigo detto Alvaro, a cui il padre avea lasciato i castelli da lui e reditati, che guerreggiò col re che gli avea occupato parecchie piazze della contea da lui ricuperate, il re conservando sempre il titolo di conte d'Urgel. Successe il figlio Ermengaldo X nel 1267, non senza turbolenza pe'diversi parenti aspi ranti alla contea; morì senza successione nel 1314, lasciando i suoi stati a disposizione del vescovo d'Urgel e degli altri e secutori testamentari, o per restituirli al re d'Aragona. Perciò divenne conte d'Urgel e visconte d'Ager Jacopo 1 figlio del re Alfonso IV, e nel 1347 gli successe il figlio Pietro che sposò Margherita di Monferrato colla città d' Aqui per dote. Nel 1408 per sua morte divenne conte Jacopo Il suo figlio, che aspirando al trono si procurò dal re Martino la luogotenenza del regno, dignità che d'ordinario si conferiva all'erede presuntivo della corona; onde si ribellarono gli aragonesi e costrinsero il conte alla fuga. Morto Martino nel 1412, il conte fu uno de'pretendenti alla corona, e d. Antonio de Luna, suo parti giano esaltato, trucidò l'arcivescovo di Saragozza che ne attraversava l'aspiro, il quale detestabile assassinio pregiudicò gravemente il conte, e il regno fu aggiudicato a Ferdinando I, contribuendovi s. Vincenzo Ferreri. Il conte prese le armi, e il re domò il vassallo, lo condannò a prigionia perpetua, ne confiscò i beni e riunì alla corona la contea, morendo Jacopo II nel 1433. Il re maritò le figlie con proporzionate doti. Dipoi Urgel fu occupata da'francesi nel 1793 e nuovamente nel 1809. Nel 1821 vi stanziò la giunta, che dirigeva l'armata della fede

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contro i costituzionali, venendo poi nel 1823 per convenzione consegnata a'francesi in favore di Ferdinando VII.

Urgel nel V secolo fu la sede degli arcivescovi di Tarragona, e nel medesimo istituito il vescovato d'Urgel, divenne sede de'propri vescovi suffraganei del metropolitano di Tarragona e lo sono tut tora. Nella diocesi vi è il piccolo stato della repubblica d'Andorre, nel regno d'Aragona, sotto la protezione della Francia e della Spagna, ed anticamente n'era si gnore il vescovo d'Urgel col conte di Foix. Lo descrissi nel vol. LXVIII, p. 27; e tuttora il vescovo d'Urgel n'è riconosciuto principe sovrano con piccolo tributo, ed ogni nuovo vescovo si reca a prendere possesso, con quelle formalità che dirò in fine, narrando quello preso dall'odierno vescovo. Ne furono primi vescovi Giusto che intervenne al concilio di Toledo, Simplicio che fu a'concilii di Toledo e di Barcellona, s. Ermengaldo, s. Odone, ed il famoso Felice. Egli era stato maestro d'Elipando arcivescovo di Toledo,il qua. le lo consultò in qual modo egli riconoscesse Gesù Cristo, in quanto uomo, per Figlio di Dio; se lo credeva figlio per natura, o solamente per adozione. Felice rispose, che Gesù Cristo, in quanto uomo, o secondo la natura umana, non è che Figlio adottivo e noncupativo, cioè solamente di nome. Per questi errori e per quelli contro il culto delle ss. Immagini, quali Nestoriani e Iconoclasti, ambedue furono condannati da diversi concilii, da'Papi Adriano I e s. Leone III, e principalmente confutati da s. Paolino patriarca d'Aquileia, e da Alcuino, come e meglio narrai ne'due indicati articoli. Si dubita della sincerità della conversione di Felice, poichè alcuni vogliono che dopo

la condanna deʼsuoi errori li rinunziò solo esteriormente. Essendo stato Felice rilegato a Lione, dove visse circa 15 an ni, Agobardo che nel vescovato d'Urgel gli successe, assicura in uno scritto ch'egli fece contro Felice, di già morto, che a

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