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There is one road to peace, and that is truth.

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Evil minds change good to their own nature.

* **

The good want power, but to weep barren tears.
The powerful goodness want: worse need for them.
The wise want love; and those who love want wisdom;
And all best things are thus confused to ill.
Many are strong and rich, and would be just,
But live among their suffering fellow--men
As if none felt: they know not what they do.

*

All love is sweet,

Given or returned. Common as light is love,
And its familiar voice wearies not ever.
Like the wide heaven, the all--sustaining air,
It makes the reptile equal to the God.

"Tis the destiny

Of trodden worms to writhe till they are dead.

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Death itself must be, like all the rest, a mockery.

ALFRED TENNYSON

Nacque a Somersby, villaggio del Lincolnshire, nel 1809. Suo padre era un ecclesiastico, e precisamente parroco, ed ebbe, tra maschi e femmine, dodici figli, il quarto dei quali fu Alfredo. In casa Tennyson si amava molto scrivere versi:

dava il padre il buon esempio, e i due figli maggiori, Federico e Carlo, che si conquistarono poi un posto tra i poeti minori inglesi, fin dall'adolescenza si esercitavano a comporre poesie. Non deve quindi stupire se Alfredo, dotato d'un tem-. peramento sensibile e malinconico, ossia dell'indole comune alla massima parte dei poeti, cominciò ben presto a dar valore ai sogni della sua immaginazione e ad imparare la tecnica del verso. Ebbe nel padre il suo primo maestro, e quando nel 1828 passò all'Università di Cambridge, un circolo di eletti condiscepoli, fra i quali brillò Arthur Henry Hallam, contribuì grandemente a che in lui si destasse più che mai e con fiducia si coltivasse il genio poetico. Timidamente nel 1827 Carlo ed Alfredo pubblicarono una breve raccolta di versi, intitolata Poems by two Brothers, alla quale il fratello maggiore Federico collaborò come correttore e revisore. Ebbe un'assai debole eco, ed oggi essa si menziona, non già pel suo valore intrinseco, ma perchè fa parte dei cenni biografici del Tennyson rivelatosi più tardi grande poeta.

Nel 1830 Alfredo, da solo e non più in collaborazione coi fratelli, si ripresentò al pubblico coi Poems, chiefly Lyrical, ristampati nel 1833 sotto il titolo Puems. In Inghilterra o passarono inosservati o vennero sottoposti ad aspre critiche. Nella giovane America invece riscossero plausi e lodi sincere. Nello stesso anno 1833 Tennyson viene colpito da un fiero dolore: il suo grande amico Arthur Henry Hallam muore improvvisamente a Vienna, dove si era recato per ragioni di studio, all'età di appena ventitre anni. Fin d'allora il poeta concepì l'idea d'immortalarlo in un carme elegiaco, l'In Memoriam, apparso soltanto diciassette anni dopo, cioè nel 1850. L'accoglienza poco lusinghiera fatta dalla critica inglese ai suoi Poems, la morte dell'amico prediletto, le ristrettezze finanziarie che gl'impedivano di sposare Emily Sellwood, la donna che amava e dalla quale era riamato, indussero Alfredo a tenersi nell'ombra ed a perfezionare mercè il lavoro assiduo e le meditazioni inspirategli dai dolori della vita, l'opera sua. Frutto di questo saggio e fertile silenzio fu la ristampa dei Poems nel 1842, accresciuti in modo da formare due volumi. Sono liriche di mirabile fattura sui misteri della vita, dell'amore e della morte; sono leggende classiche o medioevali elevate a simboli di nobili ed eterne verità; sono pastorali inglesi miranti ad esaltare la semplicità dei costumi, le bellezze della natura, le attrattive della virtù: << The

Two

Voices », « The Lady of Shalott », « Oenone », « The Palace of Art », « The Lotos-Eaters », << The Death of the Old Year », ecc.

Questa volta l'Inghilterra dovette pure riconoscere di possedere un nuovo poeta pieno di promesse e di genio lirico. « The Princess », a medley ossia miscellanea, vide la luce nel 1847, per avere due altre edizioni nel 1851 e nel 1853. La fama di Tennyson, tuttavia, si consolidò con l'« In Memoriam apparso nel 1850, anno in cui egli fu nominato poeta cesareo (laureate), succedendo in tale dignità al Wordsworth mane to appunto allora ai vivi. Contemporaneamente Tennyson impalmò Emily Sellwood che amava da tanti anni, e si può dire che per tutto il resto della sua vita fu un uomo perfettamente felice.

Si stabili a Freshwater nell'isola di Wight tre anni dopo il suo matrimonio, si costruì nel 1869 una casa per passarvi l'estate, ebbe due figli Hallam e Lionel che amò teneramente, e nel 1884 fu nominato Lord o Pari d'Inghilterra.

Dopo l'« In Memoriam » l'opera più voluminosa del Tennyson sono gli « Idylls of the King » che furono stampati la prima volta nel 1859 e poi ristampati nel 1869–71-72-85 sempre con nuove aggiunte, fino a che gl'Idilli diventarono dodici. Trattano delle avventure del re Artù e dei cavalieri, della Tavola Rotonda. Artù è un simbolo inteso a designare le vittorie dello spirito sulla materia e il trionfo dell'uomo che aspira, pur fra pericoli ed ostacoli, al raggiungimento d'un grande e nobile ideale.

Speciale menzione meritano « Maud: a Monodrama » del 1855, « Tiresias and other Poems » del 1885, « Locksley Hall sixty years after » del 1886, « Demeter and other Poems del 1889, « The Death of Oenone » e « Akbar's Dream and other Poems » del 1892.

Vissuto in un'epoca nella quale in Inghilterra Darwin, Spencer ed Huxley elevarono alla massima altezza la teoria dell'evoluzione e persuasero le menti ad anteporre il ragionamento fondato sulla conoscenza dei fatti naturali alle aspirazioni mistiche dell'individuo, Tennyson rimase perplesso fra le due voci: quella della scienza e quella della fede. Nell'« In Memoriam » si fa paladino dell'immortalità dell'anima, e, ovunque può, cerca di difendere i diritti del sentimento religioso di fronte a quelli della ragione. Ma in questa difesa egli procede quasi timidamente e con soverchie concessioni

all'avversario che egli quasi riconosce più forte e potente, ond'è che nei suoi versi più che la profondità del pensiero o del sentimento si ammira la perfezione tecnica, la mirabile armonia, l'impeccabile eloquio, la signorilità. La signorilità contraddistingue appunto tutta l'opera poetica del Tennyson, degno rappresentante dell'era vittoriana, d'uno cioè dei più fulgidi periodi della vita della nazione inglese. Nessun carme del Tennyson contiene mai una volgarità, ma piuttosto serve a rivelarci l'alta coltura del poeta profondo conoscitore delle letterature classiche e romanze, il suo vivace amor di patria, la sua perenne aspirazione a tutto ciò che è nobile, virtuoso e gentile. Grandi idee originali il Tennyson non ebbe mai, né slanci potenti e sublimi, nè genio creativo di caratteri. Compose tre drammi, « Queen Mary » « Harold » e « Becket », che non si rappresentano più e che solo gli eruditi leggono. Nelle poesie patriottiche, invece, seppe cantare le glorie del marinaio e del soldato inglese con una spontaneità, una efficacia ed un calore di sentimento difficilmente superabili. « The Charge of the Light Brigade », « The Revenge » e l'« Ode on the Duke of Wellington, sono tre carmi patriottici perfetti e ben meritavano di trovar posto tutti e tre in questa nostra Antologia.

Per questo suo sincero ed elevato amor di patria Tennyson è assai caro, e giustamente, agl'inglesi, i quali, dopo la sua morte avvenuta nella sua villa di Aldworth ad Haslemere il sei ottobre 1892, decretarono che le sue spoglie mortali riposassero a Westminster Abbey, nel tempio cioè delle più fulgide glorie dell'Inghilterra.

BREAK, BREAK, BREAK!

BREAK, break, break,

I

On thy cold gray stones, O Sea!
And I would that my tongue could utter
The thoughts that arise in me.

II

O well for the fisherman's boy,

That he shouts with his sister at play!
O well for the sailor lad,

That he sings in his boat on the bay!

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And the stately ships go on

To their haven under the hill;

But O for the touch of a vanish'd hand,
And the sound of a voice that is still (1).

Break, break, break,

IV

At the foot of thy crags, O Sea!

But the tender grace of a day that is dead
Will never come back to me.

THE BROOK

I COME from haunts of coot and hern (2),
I make a sudden sally

And sparkle out among the fern,
To bicker down a valley.

By thirty hills I hurry down,
Or slip between the ridges,
By twenty thorps, a little town,
And half a hundred bridges.

Till last by Philip's farm I flow (3)
To join the brimming river,

For men may come and men may go,
But I go on for ever.

10

(1) Da questi due ultimi versi s'intuisce il carattere elegiaco della breve soave poesia: il mare che si frange sugli scogli, i gridi dei figliuoletti del pescatore, il canto del giovane marinaro, le maestose navi che tornano in porto ridestano nel cuore del poeta il desiderio inappagabile del contatto d'una mano amata che è ormai dalla morte irrigidita, il desiderio d'udire una voce diletta resa ormai muta per sempre.

(2) Coot and 'hern sono due uccelli acquatici, ossia lo smergo e

l'airone.

(3) Questo monologo del ruscello è inserito in un racconto nel quale, tra gli altri personaggi, compare questo Filippo proprietario d'una fattoria situata là dove ruscello e fiume s'incontrano e si fondono.

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