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L'A ha trè suoni chiamati dagl' Inglesi, A tenue o chiuso, A aperto e A largo. L' A tenue o chiuso, che in Italiano suona come e, è considerato come il vero A Inglese, forse perchè occorre molto più frequentemente ne' vocaboli loro che non gli altri due. I Francesi lo pronunziano esattamente come gl' Inglesi nella parola païs.

Osservisi però che in principio di parola di rado l' a è tenue o chiuso.

L' A che gl' Inglesi chiamano aperto s' assomiglia al nostro, come nelle voci father, rather, congratulate, fancy, glass, e nella maggior parte de' vocaboli che cominciano in a, come abandon, about, actor, across, adapt, adjourn.

L'A largo, che da alcuni è anche chiamato Germanico o Teutonico, e che noi potremmo anche chiamare strascinato, esce di rado o forse non mai della bocca d' un Toscano, ma da' Napoletani l' ho sentito più volte, e sovente ancora da' Romani. Questo a non si trova mai in voci derivate dal Greco o dal Latino, ma solamente in quelle che ebbero il loro nascimento nel settentrione, come all, wall, call, small, che forse dagli antichi Inglesi si scrivevano o almeno si pronunziavano aull, waull, caull, smaull.

A forma dittongo solamente colle lettere i, y, u, e w. Ai in plain, vain, o ay in gay, clay, suona come l' A tenue o chiusa. Au in author, naughty, o aw in raw, awful, ha suono largo o Germanico o Teutonico, come dicono gl' Inglesi, o struscinato o Napoletano, o Romano, come direi io.

Alcuni Inglesi scrivono ae in certe poche parole derivate dal Greco o dal Latino, e poi le pronunziano come gl' Italiani; come Caesar, Aencas: i loro più giudiziosi scrittori però non addottano tale ortografia, comé contraria alle natura della loro lingua, e scrivono e pronunziano Eneas, Cesar.

E.

Questa lettera è più frequente che non alcun' altra nella lingua Inglese, e anch' essa ha trè principali suoni, uno lungo, uno breve, e uno muto, se suono però si puo chiamare quello a cui si dà il nome di muto.

Il suono lungo si fa sentire nella voce scéne, che si pronunzia, quasi come se fossero due de' nostri i liquefatti uno nell' altro.

Il suono brève ha molta similitudine col nostro e, come nelle voci cellar, separate, celebrate, men, then.

E, dinanzi a consonante raddoppiata q a due consonanti, è sempre breve, cioè, ha sempre il suono Italiano, come in relent, medlar, serpent, cessation, blessing, fell, felling, debt.

E, ha sempre suono muto, cioè non ha quasi suono alcuno quando termina un vocabolo, e serve per lo più raddolcire ó moderare la consonante che precede, come nelle voci since, once, hedge, oblige, o ad allungare la precedente vocale, come bane, căne, pine, tune, ribe, pipe, fire, cure, tube, che, se si togliesse da tali vocaboli quest' e muta, si pronunzierebbono brevi e con un suono stringato, e secco, cioè băn, căn, pin, tăm, răb, pặp, für, căr, tūb.

Quasi tutti i vocaboli che oggi terminano con una consonante, terminavano anti camente in e come veggiamo nelle scritture antiche e negli antichi libri Inglesi, year, wildness, esempligrazia, scrivevansi yeare, wildnesse. Quella e aveva probabil mente la forza dell' e femminino Francese, e costituiva forse una imperfetta sil ma oggi è in tutto tralasciata tanto nello scrire quanto nel pronunziare,

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e

Vera re

Ho detto che la lettera E, quando è muta finale, serve per lo più a raddolcire; moderare, o allungare la precedente vocale. La regola non è però senza eccettuazia one, perchè nelle voci glove, live, gire, e alcune altre, le vocali che precedono la c rruta finale, non sono nè raddolcite, nè moderate, nè allungate, ma si pronunziano secche e brevi, e con suono Italiano, cioè come noi pronur.zieremmo glov, liv, giv. La e ha ancora un altro suono oscuro e quasi impercettibile nel fine di alcuni vocaboli, come in open, shapen, shotten, thistle, pickle, participle, metre, lucre, theatre, sepulchre; e di questo suono non se ne puo dare idea ad un Italiano, se non, a viva voce.

E, forma dittongo con a, come nelle voci near, mead, clear, mean, dear, e tal* dittongo suona come due i Italiani liquefatti insieme; o nelle voci pleasure, ineasure, meadow'; e allora suona come e Italiano. Tuttavia ne' miei lunghi studi sulla lingua e pronunzia Inglese ho trovate molte voci che's' allontanano più o meno da questa regola. Creature verbigrazia si pronunzia come se fosse scritto da noi critur, e tutti i derivativi di questo sostantivo hanno la prima sillabe cre divisa dall' altre, come Italiano, cre-ate, cre-ated, creating, cre-ation, cre-ator. Perciò nessuno prenda questa indicata regola per infallibile, come neppure alcuna di quelle che ho già date qui di sopra, o che darò qui dietro, che regole di pronunzia Inglese assolu. tamente invariabili nell' opinione mia non ve n' ha neppur una; e la sola gola di pronui:ziare l' Inglese bene, è di venire in Londra con un buon pajo d' orecchi, e con una lingua dotata di muscoli agili ed ubbidienti.

E, forma dittongo con i, come in seize, perceiving; e anche tal dittongo suona come due i Italiani liquefatti in un solo.

E, forma dittongo con u, come nel principio delle voci eucharist, cugh, eunuch, Europe, e tal dittongo pronunziasi quasi come un Italiano pronunzierebbe ju, o per meglio dire come un Franzese pronunzierebbe yu,

E, forma dittongo con w, il quale si pronunzia talora come un Franzese pronunzierebbe e talora come pronunzierebbe il suo u vocale. I Piemontesi, i Genovesi, i Lombardi, ed i Furlani hanno questo suono, e pronunciano la loro vocale u come i dittonghi Inglese eu e ew; ma i Toscani e gli altri abitanti delle parti oriena, tali e meridicnali d'Italia non conoscono tal suono.

A, e, u, formano un trittongo nella parola beauty, e ne' suoi derivativi che ha suono di ju proruuziato alla Francese, alla Piemontese, alla Lombarda, alla Geņovese, o alla Furlana.

E duplicata, forma un altro dittongo che ha suono d' i strascinata, o come dissi di due i liquefarti insieme, come in agree, sleep, sheep.

Eo non credo s' incontri mai come dittongo che nelle voce yeonan, e suci derivati, e si pronunzia come e Italiana breve; o nella voce people, e si pronunzia come Italiana un poco sirascinata.

yu, e

e

I.

1, suona come ei nelle nostre voci sei, rei, e così vien pronunciato nell' alfabeto quando i fa sillaba da se stesso, come nella voce iron, o quando si trova in mezzo di monosillabi terminati dalla e mutu, come in mine, fine, hide.

Quando i termina una sillaba d'una parola derivata dal Latino, conserva il suono che era probabilmente il suo originale, come in aliment, continuul.

Quando i si trova in mezzo a sillaba non terminata da e muta, conserva pure un suono breve e simile a quello della i Italiana, come in fin, pin, thin, brim.

Quando i precede due consonanti in una sillaba sola, per lo più conserva anche allora un suono come l' Italiano, come hint, stint, mint, wind, carving, starting. Pure a questa regola vi sono di molte eccettuazioni, perchè in mind, blind, sign, e in molt' altre voci l' i si pronuncia come l' Italiano ei nelle voci nostre sei, rei, come

ho detto di sopra; onde torno a replicare che l' Italiano che vuol imparare a pronunziare l' Inglese venga a Londra con quegli orecchi e con que' muscoli della lin ga ch' io dissi già.

Lives terza persona singolare del presente del verbo to live, e lives plurale del nome life si pronunciano affatto differentemente, poiché il primo è livs, e l'altro è leivs se stessero scritti e se venissero pronunciati secondo la forza e il suono che noi diamo alle lettere del nostro alfabeto.

Quando la i precede la r, come in flirt, first, shirt, ha un certo mal suono poco sensibile, e diverso affatto da quello del nostro i. Di tal suono io non posso dar idea con parole; dirò solo che è vocale non suscettibile punto di musica, e che se la voce d'un cantante vi si fermasse un momento sopra farebbe ridere ogni Italiano e fors' anche gl' Inglesi medesimi.

I, non forma ditioago in Inglese che colla vocale e, come in field, shield, e tal dittongo ha suono d' una i Italiana strascinata, e nella voce friend suona come se fosse scritto frend.

I, si unisce col dittongo eu, come in lieu, e col dittongo ew, come in view; ma i suoni di tali due trittonghi così formati procurerò di farli sentire agl' Italiani che verranno da me cogli orecchi, poichè colla scrittura non c' è verso. Dirò solo che tali suoni hanno qualche parentela colla u Francese, o Piemontese, o Lombarda, o Genovese, o Furlana.

O.

O, ha due suoni principali, uno lungo e l' altro breve. Il lungo, come in bine, obedient, corriding; i breve in blick, knick, ö'll que, lõll. Regola generale è, che quando l'o fa sillaba da se o la termina, o che si trova in monosilabo o parola terminata da e muta, allora è lungo; quando seguíto da una o più consonanti nella sillaba in cui si trova, allora è breve.

O, in woman partecipa dell' u Toscana, e in women si cangia in i. Strana metamorfosi fatta dall' uso!

In alcune sillabe e monosillabi, dove l' o si trova fiancheggiato di quà e di là da due semplici consonanti, prende un suono brevissimo e stretto quasi come u, come in son, come.

O, s' incorpora in dittongo con a, come in moan, groan, approach, e ha suono os curo e strascinato.

Alcuni Inglesi, troppo puntigliosi in fatto d' etimologia, scrivono oeconomy, Ocdipus, e altre tali voci derivate dal Greco, e pronunziano poi l' oe come e; ma perchè oe non è dittongo Inglese, i meno affectati scrittori scrivono e pronunziano economy, Edipus.

O unito a i in una stessa sillaba, come in oil, soil, moil, toil, moist, noisome, forma un dittongo, in cui il suono d' una vocale non si perde in quello dell' altra, ed è per conseguenza il più perfetto dittongo che gl' Inglesi abbiano nella loro lingua.

O raddoppiato in una stessa sillaba forma un suono similissimo alla u Toscana, come in boot, hoot, cool, cooler. Questa regola però patisce alcune poche eccezioni, perchè nelle voci door, floor i due oo hanno suono d' una sola o aperta e piuttosto breve che lunga; id flood, blood, i due oo hanno un altro suono diverso da i due già detti, ma non esprimibile a un Italiano che dalla viva voce,

In certe voci derivate dal Latino, come a dire cooperate, i due oo si fanno entrambi sentire distintamente come nella voce Toscana cooperare.

Quando o s'accoppia nella stessa sillaba con u, talora serba il suo suono alfabe tico, come in our, sour; talora ne perde un poco come in labour, favour, honour, e altre voci venute in Inghilterra dal Lazio, e talora ne acquista un poco come in soul, e la u in tutti e tre questi casi non le serve che come di paggio, perdendo della propria naturale importanza, In court l'o s' ammollisce, in cough si raccorcia, in

could, fa allungare un po' po' ambe le labbra a chi lo pronuncia, in rough, tougk non cagiona che un po' di movimento nel labbro di sotto; in somma l'uso, Signori Italiani, l'usoè quello solo che vi puo condurre da uno all' altro di questi o così diversamente immascherati dall' u, e farveli conoscere tutti senza pericolo di sbagliare uno per un altro.

Difficile impresa anche sarebbe quella di far capire colla penna a un Italiano la differenza che ha l' o Inglese, quando, accompagnata colla w, termina sillaba o monosillabo o parola, e forma come un dittongo. In bote, verbigrazia, quando signi fica inchino, e in bowl quando significa corpo orbiculare, ha un suono molto diverso da quello che ha in bow quando significa arco da scagliar frecce, o archetto di viotino, e in bowl, quando significa ruso concavo da tenervi cose liquide. Ma lasciatemelo ridire ancora mille volte, che la viva voce e l' uso spianeranno questo scabroso cammino a que' che coraggiosi vorranno vederne a ogni modo la meta.

E qui esorto i miei paesani volonterosi di studiare l' Inglese a non badare a certi moderni innovatori che vorrebbono si scrivesse favor, honor, labor, e altre tali Latinesche voci, invece di favour, honour, labour, come scrissero e scrivono tutti i loro predecessori e contemporanei che ebbero e hanno orecchio fine. In tutti i paesi vi sono di questi sputacujussi che cercano di far figura con qualche novità nell' ortograia, cosa non meno facile a trovarsi, che insulsa quando è trovata.

U.

Anche questa vocale ha due suoni in Inglese. Uno lungo, come in use, confusion, ehe in Italiano si pronunciano come se si scrivesse juus, confjusion; l'altro breve, come is, concussion.

Ma quando la u Inglese si debba pronunziare lunga, come noi pronunzieremmo ju, o quando corta e quasi come l' u de' Lombardi, qui cova la gatta, che nè io nè altri credo abbia una regola universale e invariabile a questo effetto!

Quando la u si accoppia coll' a, e, o, e precede loro, come in quaff, quest, quit, quote, pronunziasi come da' Toscani senza punto di differenza. In alcune voci però accoppiata e precedente l' i, fa perdere a questa smilza vocale il suo suono e l'annichila interamente, come nelle voci juice, sluice. Nelle voci o sillabe che cominciano in gua, gue, gui la u è annichilata essa stessa, che guard, guest, guise, per esempio, si pronunziano come da noi si farebbe gard, ghest, gheis.

Nella voce virtue annichila il suono della e, e nelle voci prorogue, synagogue, plague, vague, harangue non solamente l' e finale sparisce dalla pronunzia, ma l'u medesima, nè più e meno di quello che farebbe in Francese in voci di quella struttura, cioè terminanti in gue.

Y.

Di questa vocale gl' Inglesi potrebbono molto bene far senza, e non sentirne grande incomodo, poichè non serve loro che per porla in fine delle parole in vece della i, come in thy, my, ally, pretty, e in moltissime altre; o dinanzi la į; come in dying, spying.

Questa lettera quando si trova in fine di parola e di sillaba preceduta da consomante che non sia t. suona come la sillaba Toscana ei, come in ally, spy, my, thy. Quando in fine di sillaba o di parola si trova preceduta dalla vocale a, allora le due vocali insieme formano un suono dittongato che partecipia dell' a e dell' i, e di due vocali se ne fa una che suona come l'e Italiana pronunziata con un po' di strascico.

Quando in fine di parola o di sillaba si trova preceduta da o, ha quel suono che la i Italiana avrebbe nello stesso caso, come boy, destroy, joy.

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In fine di sillaba o di voce la y preceduta da t conserva un suono come la i Itas liana, come hearty, liberty, property, cruelty, pretty, Betty, knotty, smulty.

Negli antichi libri e scritture Inglesi questa vocale y è usata quasi senza riguarde ́alcuno in vece di i.

Delle CONSONANTI.

B.

QUESTA lettera suona in Inglese come in Toscano, salvo che ella è muta `nelle voci debt, debtor, doubt, lamb, limb, dumb, thumb, climb, comb, womb, e in al cune altre, nelle quali è conservata o per dritto d' antico possesso e di prescrizione, • per qualche ragione etimologica.

C.

C, alfabeticamente si pronuncia quasi come i Toscani pronunciano la prima let

tera di sino.

C, accoppiata colla e o colla i conserva il suo suono alfabetico, come in sincere, entric, city, cistern, Nancy.

C, accoppiata coll' a, coll' o, e coll' u suona come in Italiano farebbe nel medesimo caso, come in calm, concavity, concupiscence, incorporate, acorn.

C, precedente consonante si pronunzia altresì come si farebbe in Italiano nel caso stesso, come in cling, cluster, closet, clod, clink, clergy, cleft, clear, claw, clasp, clash, crack, crag, crasy, credible, creep, cricket, crimp, cruel.

C, accoppiata con h in voci derivanti dal Greco, pronunciasi come noi facciam❤ la K in Kirie, come in chymist, scheme, choler.

C, accoppiata con l in parole non derivanti dal Greco suona come suona in Italiano nelle silabe ce, ci, come in chew, chattel, cheup, church, chin, child, chief, arehin, much, such.

Osservisi però che nella dignitosa sillaba arch accoppiata ad altra parola cominciante con consonante; come in archbishop, archrogue, e simili, il suono di ch si conserva come dissi nelle voci chew, chattel, cheap, &c. ma arch si cambia pronunziando in ark quando s' accoppia con parola cominciante con vocale, come in archangel.

Ch, in certe voci trasportate o dal capriccio o dalla necessità dalla lingua Fran'cese nella Inglese, come chuise, machine, ritengono il loro suono nativo che s'avvicina assai a quello di sce e sci Toscano.

Molti scrittori moderni, e se non m' ingannano le conjetture, seguaci della setta presbiteriana, hanno da poco in quà cominciato a perseguitare certi adjettivi venuti foro da Roma, come publick, chassick, beatifick; e mossi da zelo di religione vorrebbono mozzar via quella lettera K che a tali parole serve quasi per coda. Io però avverto que' miei paesani che porranno amore alla lingua Inglese, di non rendersi mai colpevoli di una così ingiusta e crudele multilazione, perché la lettera c non deve mai terminare alcun vocabolo Inglese, altrimente si da un pugno in faccia al genio della Britanna ortografia, il quale per più secoli ha conservata quella & in fine di quegli adjettivi egualmente che in fine di tali e molt' altri vocaboli, senza molestia, senza danno, e senza vergogna nessuna. (a)

D.

Ha un suono costante, e in tutto simile a quello che ha in Italiano.

(a) Pachi moderni scrittori saranno, in ciò, del parere del Sig: Baretti. nota dell' editore,

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