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F.

Anche questa consonante ha suono costante e simile a quello che noi le diamo, salvo che nel monosillabo of, che molto sovente si pronunzia dagl' Inglesi come noi facciamo la prima sillaba di ovvero,

G.

e

Quando questa consonante è succeduta in sillaba da 4, 9, u, ha il medesimo suo 'no duro che noi le diamo nello stesso caso, come nelle voci gay, gain, gall, goer, gospel, gull, gum, gun, gut.

Duro suono ha pure quando è seguita da consonante, o dall' h in principio di sil. Jaba, come in ghustful, gherkin, ghost, glace, glad, gloen, gleck, glitter, globe, glue, glum, groom, grow, grudge. Questa regola però patisce eccezione quando in sillaba g è seguita dalla consonante n, che allora perde molto del suono, anzi lo perde interamente, come nelle voci gnarl, gnul, sim, foreign ; e anche a questa eccezione bisogna farne un altra, cioè che in parole derivanti dal Greco la g conserva il suo suono duro quantunque seguita dalla consonante n, come in gnomon, gnomonics,

E suono duro ha altresì in alcune poche voci dove precede in sillaba la vocale y quando però quello voci sieno native Inglesi, come in gybe, sytes, gyve; ma il sueno è molle quando g precede in sillaba l' y in voci derivate dal Greco o dal Latino,

8 come gymnastic, gymnic, gyrution, gyre.

Se la g precede in sillaba le vocali e o i, difficile cosa è il far capire a un Italiano quando è dura e quando è moile, cioè quando ha suono simile a quello che ha nelle nostre voci gabbia, gola, gusto, e quando lo ha simile a quello che ha nelle nostre voci gente, genere, gita, giova. Vediamo tuttavia se gli è possibile trovar filo che ci conduca in questo labirinto.

Io credo che si possa stabilire come regola generale, che quando la g, precedente in sillaba e o i nelle voci venute in Inghilterra dal settentrione, cioè nelle voci d'origine Teutonica, conserva il suo originale suono duro, come in gear, gecse, geld, get, gewgaw, gibe, giddy, gift, gild, gimlet, gird, girl, gite, finger, hanger, monger. Ma nelle voci venute in Inghilterra da levante e da mezzo giorno, cioè nelle voci derivate dal Greco, dal Latino, dal Francese, o dall' Italiano, g, precedente e o i, ha suono molle, quale lo ha presso di noi nello stesso caso, come nelle voci gelid, gem, gender, generous, gentleman, geometer, gerund, gibbous, gibbet, (forca, dal Francese gibet) gin (troppola, corrotto da engine, derivato da ingegno) e gin (sorta di li quore, derivato dall' Italiano ginepro, o dal Francese genéte.)

Questa regola patisce però alcune poche eccezioni, che la prima g in gingle, quantunque non nata in caldo clima, ha suono molle, e la g in gibberish, quantunque si pretenda veriuta dall' Arabia, ha suono duro.

G, è sernpre dura quando si trova in fine di sillaba o di parola, come nelle voci, ring, sting, pug, snug, song, throng. Bisogna però osservare ch'ella è muta ter minando la sillaba ing quando tal sillaba, che per se non ha significato alcuno, altera il significato dell'infinito e lo fa diventare participio, come in singing, ringing, playing, going, coming, attacking, getting, knowing.

Ho detto che quando g è seguita dall' h in principio di sillaba ha suono duro, come nelle voci ghustful, gherkin, ghost. Quando però si trova in mezzo di sil. laba o in fine, allora perdi si e s'annulla, come nelle voci though che si pronunzia sho'; rough che si pronunzia ruf; right, sight, might, che si pronunziano reit, seit, meit; e così in molt' altre; avvertendo ancora che in buon numero d'altre voci e sillahe terminanti in gh, tal gh si cambia in f, come in laugh e suoi derivati, in cough, tough, enugh, slough. Ma come dissi questo negozio del g in Inglese è ưa

e labiriato, di cui l' uso solo e la viva voce ne può apprendere le intricate vie,

e

LINGUA INGLESE.

H..

Questa lettera, o piuttosto segno, in Inglese, serve solo ad additare che la vocale che immediatamente la siegue in principio di parola deve pronunziarsi con forte spinta di fiato, quando quella tal parola è pullulata da radice Teutonica, come nelle voci hat, had, haggard, hair, health, happy, hammer, hang, help, hemlock, herd, hide, high, hill, hiss, hog, hold, hope, how. Quando però h principia parola ò sillaba derivata dal Latino, l' aspirazione non ha punto luogo, come in habit, harmony, heir, herb, hereditary, hermit, hero, hieroglific, hilarity, history, honest, honour, facero per hour, humour, humble, hydropic, hymeneal, hypothesis. In tali parole gl' Inglesi non l' hanno conservata che per puro amore all' etimologia, come secoli anche gl' Italiani.

alcuni

sopra

alla

Quando l' h si trova in mezzo di lettera o in fine, come s'è detto di lettera g, ci serve, come il matto ne' tarocchi, per comodo di qualch' altra lettera, la di cui pronunzia sarebbe a gran pena determinata senza l'assistenza di questo segno.

J.

La j consonante suona in Inglese come la g molle, cioé come la nostra g quando precede e o i, tanto che questi Isolani potrebbono torla via del loro alfabeto se non fosse che serve loro per conservare l'etimologia Latina di più voci, come in japan, jealous, jest, joke, juncture, junior, juvenile, nelle quali si pronunzia tale e quale come in quelle di derivazione Teutonica jude, jur, jeer, jerk, jilt, job, jowler, jug, jump.

K.

Questa lettera ha quel medesimo suono che ha il nostro c quando precede a, o, u, come in kalendar, kaw, keel, keen, ken, key, kid, kin, king, skirt, skeptick, (che molti scrivino sceptick.)

Osservisi però che quando in principio di parola o di sillaba la è seguita da n, allora diventa affatto muta, così che si scrive knack, knave, knead, knight, knit, knock, know, knotty, knuckle, ma si pronuncia come se stesse scritto solamente nack, nave, nead, night, &c.

Leggasi anche l'ultimo articolo nelle osservasioni che ho fatte più sû sulla consonante C, dove dissi qualcosa della k finale negli adjettivi venuti dal Lazio in Inghilterra.

L.

Ha lo stesso suono liquido che ha in Italiano. Raddoppiasi al fine de' monosillabi, come kill, will, full, perchè dagli antichi Inglesi tali parole si scrivevano kille, wille, fulle, e quella e finale probabilmente si pronunziava dapprima, poi divenne muta, e poi in processo di tempo si troncò via; la seconda / però fu conservata per dar forza alla prima secondo l'analogia della lingua Inglese.

L, è qualchevolta muta, come nelle voci calf, half, halves, calves, could, would, should, psalm, talk, salmon, falcon.

Le, quando è finale, pronuziasi con un suono languido, e quasi come gl' Italiani pronuncierebbono el, como in table, shuttle, pickle.

VOL. I.

b

Suona esattamente come in Italiano.

M.

N.

Suona pure come in Italiano, eccettuato quando vien dietro a nella stessa sillaba, che allora tace affatto, come in damn, condemn, hymn. In condemnation, damnation, e simili, lan si pronuncia perchè non è più in una stessa sillaba colla m.

P.

Suona come in Italiano, eccetto quando si trova in sillaba fra me t, che allora non ha suono alcuno, come in tempt. In psalm e suoi derivativi è altresì muta, P seguita dall' h in voci derivate dal Greco o dal Latino ha suono di ƒ, come in philosopher, philanthropy, Philip.

Q.

Questa lettero come in Italiano si pronunzia, e come in Italiano è sempre seguita da una u, come in quadrant, qucen, quilt, equestrian.

Qu, in certe voci derivate dal Francese, suona come k, come nelle voci conquer, liquor, risque, chequer.

R.

R, ha lo stesso suono cagnesco che ha in Italiano. In voci derivate dal Greco trovasi per ragione d'etimologia seguita dall' h, come in myrrh, myrrhine, catarrhous, rheum, rheumatic, rhyme.

S.

S, ha per lo più suono di fischio, spezialmente in principio di parola, come in sibilation, sister, syllable, nelle quali la s pronunciasi come in Italiano in sibilo, sorella, sillaba.

S semplice di rado termina parola Inglese, trattine i plurali de' nomi, come trees, bushes, distresses, fathers, mothers, le terze persone de' verbi, come loves, grows, presents, attacks, i pronomi this, his, ours, yours, l' avverbio thus, e alcune poche voci derivate dal Latino, come rebus, surplus. In ogni altro caso le terminazioni sono in se, come house, horse, mouse, nelle quali la e è muta; o in ss, come nelle voci mass, lass, dress, distress, kiss, miss, buss, e quando tali voci sono nomi sostantivi suscettibili di plurale, il plurale si forma con aggiungere es, masses, lasses, dresses, distresses, kisses, misses, trusses.

Osservisi che l' s semplice quando è finale non fischia con tanta forza come fa quando si trova nel cominciamento di sillaba o di parola, salvo che nelle voci this, thus, us, rebus, surplus, che in esse conserva il suono gagliardo come quello che ha in sibilation, sister, sound, syllable.

In voci venute dal Latino e terminanti in ion ha suono forte e molto fischiante quando siegue una consonante, come in conversion, reversion, e suono languido e poco fischiante quando siegue una vocale, come in intrusion, confusion.

LINGUA INGLESE.

3, ha suono debole altresì quando è seguíta dall' y finale, come in rosy, o dall' e muta, come in refuse. In questo secondo caso però e' c' è una eccettuazione molto strana, e forse la sola in tutta la lingua Inglese, ed è nella voce abuse, che quando è verbo la s si pronuncia languida, e quando è nome si pronuncia gagliarda.

S, suoni anche languidamente nelle voci bosom, desire, wisdom, prison, prisoner, présent, present, damsel, casement; e il perchè di questa sua languidezza in queste voci e in molt' altre, contro la regola generale, io non l' ho potuto trovare, quantunque l'abbia cercato un pezzo.

S, tace assolutamense nelle voci isle, island, demesne, viscount.

T.

T, ha primariamente il suono che ha in Italiano, come in take, tempted, bombast, attain, calamity cataract.

Ti dinanzi a vocale ha suono come dis si anzi quasi come di sci in Italiano, come in rotation, salvation, che si pronunciano quasi come da noi si farebbe se si scrivesse rotéscion, salvescion.

S'osservi però che tal cangiamento di suono nella lettera t non succede quando ti è preceduto dalla s, che allora si pronunzia Italianamente, come in question, e cosi ne' derivativi di voci terminanti in y, come da mighty, mightier.

Th, ha due suoni in Inglese. Uno che s' avvicina molto a quello del d, come in then, thence, there, e loro derivativi e composti e in that, these, thou, thee, thy, thine, their, they, this those, them, though, thus, e dappertutto dove si trova in mezzo di due vocali, come in father, mother, whether, either, e tra l're una vocale, come in burthen, murther.

essendo L'altro suono di th non si puo esprimere a un Italiano che a viva voce, un sibilo che si fa colla punta della lingua fra denti, come in thick, thunder, faith, faithful.

Un terzo suono parmi aver osservato in th, che i grammatici Inglesi confondono col primo, e che a me paré sia un pochino sibilante e insieme un poco parente della lettera d, come nelle voci breathe, clothe, e in altre, dove th è seguito da e muta; ma di questo suono egualmente che del secondo non potrei darne idea che colla voce. Bisogna ancora ch' io dica che la t in molte parole derivanti dal Latino innanzi i e u, suona come il e molle degl' Italiani, come in mutual, habitual, nature, sculp ture, e infinite altre che da tutti sento si pronunciano múciual, hábíciual, néciur, scúlpciur. Forse che questo strano suono dato al t è vizioso e della plebe; pure lo sento ogni dì in bocca de' dotti e de' nobili.

V.

Questa lettera, quando è consonante, non è in nulla dissimile dalla nostra, come in vain, vanity, invention, observe.

W.

Alcuni grammatici Inglesi hanno posta questa lettera nel numero delle vocali, comechè la maggior parte d' essi la dicano consonante perchè nè s'incorpora con altre vocali, nè le distrugge nè è distrutta quando s'accozza con esse, come in frosty sveather.

W è però sicuramente vocale quando si trova l'ultima in sillaba o parola, come in draw, view, blow, snow, drawing, viewing, blowing, snowing, o almeno se non è vocale aggiunge suono, alla vocale che la precede, e forma con essa una spezie di dittongo particolare alla lingua Inglese.

Wè anche secondo l' opinion mia, una vocale quando è seguíta da vocale, perchè allora forma dittongo, cioè si confonde in parte con tal vocale, come in water, well, wench, wood. Vocale, o no, noi non abbiamo suono che somigli al suo, onde non posso darne idea con la penna.

Quando in principio di sillaba wè congiunto all' h (nel qual caso siegue sempre una vocale e non mai una consonante) come in what, whence, white, si pronunzia con più veemenza di fiato.

Nelle voci, whore, wholesome, e generalmente in tutte quelle che cominciano in who e non in whoo, pare che l'uso l' annichili, e che tali voci si pronunzino come se cominciassero con un h aspirata con forza.

X.

X, non si trova che cominci mai alcun vocabolo Inglese. Quando si trova in mezzo altre lettere ha quel suono che noi le diamo quando la leggiamo in Latino; come in axle, extraneous, connexion.

Y.

Questa lettera è appunto come il Pipistrello ch' or ha forma di Topo ed or d' Uccello; voglio dire che quando siegue consonante y è vocale, e quando siegue vocale y è consonante. Alcuni vogliono che sia sempre vocale; ma non sarà di questo pensiero chiunque osserverà che vien dietro a se stes.a quando è consonante senza punto incorporarsi o diminuirsi, come in rosy youth.

Z.

Anche questa Lettera come la x non dà principio a nessun vocabolo veramente Inglese. Il suo suono quando si trova in mezzo di parola è dolce e quasi somigliante a quello del nostro z nelle parole gentilizio, pulizia.

Ed ecco la spiegazione dall' alfabeto finita, che spero non ispaventerà il leggitore Italiano, quantunque presenti a' suoi occhi dirò così, una montagna scabra e di malagevolissima salita, senza ascender la quale non sia possibile di entrare nel glorioso tempio della lingua Britannica. Se contra la mia intenzione questo fosse mai il caso con qualche mio studioso paesano, deh confortisi, e non si lasci ributtare dall' aspetto di poche rupi e balze, e non faccia tanta vergogna al coraggio Italiano, uso a vicere e negli antichi e ne' moderni tempi i più ostinati ostacoli; che po' poi l' imparare questa veramente difficile lingua non è come un avventurarsi sull' incognito oceano, e andare in cerca d' un nuovo mondo con poco consiglio e senza guida; e il piacere che l' ardito Italiano trarrà dalla lettura di Shakespeare solo, ampiamente lo rifarà della virtuosa e bene spesa fatica.

Dell' ETIMOLOGIA.

L' Etimologia insegna a dedurre una parola da un' altra, i diversi accidenti de' nomi e de' verbi, e i varj significati d' uno stesso vocabolo.

Degli ARTRICOLI INGLESI.

GI' Inglesi non hanno che due articoli, a e the.

L'articolo the non è soggetto ad alcun cambiamento, mutilazione, o aggiunta, I

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