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LINGUA INGLESE.

poeti qualche volta per comodo, e forse per biasimevole licenza l' hanno ridotto a th, ma in prosa scrivesi e pronunciasi costantemente the.

L'articolo a si converte in an quando precede i nomi che cominciano con vocale,

Se dinanzi ai nomi che cominciano con u vocale si scrivesse questo articolo senza n, suonerebbe meglio al mio orecchio, perchè gl' inglesi generalmente in principio di sillaba, come ho detto a suo luogo, pronunziano tal vocale come un Italiano pronunzia la sillaba ju, anzi come un Francese pronunzia la sillaba yu, così sarei tentato di scrivere a university e non an university; pure i loro meglio Scrittori hanno in tal caso scritto an; e quantunque io oda frequentemente nel discorso familiare tale articolo in tal caso non accompagnato dalla consonanten, pure tirato dall' autorità rispettabile di chi è da supporre sappia l' Inglese meglio di me, scrivo e pronunzio malgrado mio an university e non a university; Non credo però d' essere mal profeta predicendo che col tempo quella n sarà bandita da quell' articolo in tal caso.

A, ha un significato indefinito, e vuol dire, eme, cioè, uno o una, relativamente a
more, più; come, this is a good book, questo e' un buon libro, cicè, uno fra i libri che
sono buoni; he was killed by a sword, egli fu ucciso da una spada; this is a better
book for a man than a boy, questo è un Libro migliore per uno che sia uomo che
In somma questo articolo a o an cor-
non per uno che sia fanciulio; an army might enter without any resistance, un esercito
potrebbe entrare senza ostacolo alcuno.
rispond e generalmente ai nostri uno o una quando non hanno significato risoluto
e preciso.

Ne' casi in cui gl' Inglesi usano nel singolare l'articolo a o an, usano il plurale
senz' articolo veruno, come these are good books, questi sono libri buoni, e lo stesso
facciamo anche noi in Italiano.

Questo articolo grammatici d' un secolo fa consigliarono a scriverlo an innanzi a voci comincianti con ht, d' onde appare che gl' Inglesi allora aspiravano meno tal segno o lettera. Oggidì però dinanzi all' h procedente dal Latino, che non è aspirata da chi correttamente parla, l'articolo è un, e dinanzi all' h derivato dal Teutonico, che è aspirata da chi s' intende d' eleganza Inglese, l'articolo è a. Così gl' Inglesi moderni dicono an honest man, perché honest viene dal Latino honestus, e dicono a house, perché house viene dal Teutonico o vogliamo dire dall' antico Sassone hus.

Al leggitore Italiano sovvenga a questo proposito di quello che ho detto parlando nell' ortografia della lettera h, e se l'avesse già scordato lo rilegga, che quanto ho detto là spande qualche lume su quello che dico quì.

lo.

The ha un significato particolare e definito, come sovente i nostri articoli, il, la, Questo si vede due volte in questo esempio tratto da' primi versi del Paradiso Perduto di Milton,

THE fruit

Of that forbidden tree, whose mortal taste
Brought death into the world,

Cioé, quel particolar frutto, e quel mondo in cui viviamo. E così nella scrittura sacra è detto del creatore, che he gives fodder for THE cattle, and green herbs for THE use of man; cioè, per quelle creature che sono irragionevoli e per l'uso di quella che chiamiamo uomo.

.

The si usa indeclinabilmente tanto nel singolare quanto nel plurale, come in questo esempio tratto da Dryden.

I am as free as nature first made man,

Ere THE base laws of servitude began,
When wild in woods THE noble savage ran.

In tre casi i nomi s' usano senza l'articolo.

1. Ne' nomi propri, come Jolm, Alexander, Longinus, Shakespeare, Spenser, Jerusalen, Athens, Rome, London, Turin, e simili.

2. Ne' nomi astratti, come blackness, witchcraft, virtue, vice, beauty, ugliness, love, anger, good-nature, kindness, e simili.

3. Ne' nomi che determinano assolutamente l' essere di qualche cosa, como in questo esempio, this is not wine, but Beer; e inquesto, this is not Brass, but STEEL,

Nel primo e nel terzo caso noi pure non usiamo articolo.

e

De' NOMI SOSTANTIVI.

Le relatività de' nomi alle parole che precedono o che sieguono, nella lingua Inglese non sono espresse da casi o cambiamenti di termin::zioni, come in Latino; ma da articoli o preposizioni, come in Italiano. Talora perd hanno un gentivo che termina in s, del quale farò parola poco più sotto, e dopo d' aver declinato un nome.

Singolare Mascolino.

Nom. a Master, the Master.
Gen. of a Master, of the Master,
Dat. to a Master, to the Master.
Acc. a Master, the Master.
Voc. Master, O Master.
Abl. from a Master, from the Master.

Un Maestro, il Maestro.
D' un Maestro, del Maestro.
A un Maestro, al Maestro.
Un Maestro, il Maestro.
Maestro, O Maestro,
Da un Maestro, dal Maestro.

I nomi femminini non hanno nè articoli ne preposizioni che li distinguano da' mascolini, come hanno in Italiano, e così si dice a mistress, the mistress, of a mistress, of the mistress, eccetera.

Ho detto che i casi obligui ne' nomi Inglesi pon sono distinti dal retto dalle loro terminazioni. Bisogna però osservare che talora il loro genitivo ha una terminazione sua propria in 's con un apostrofe che la precede; così che in vece di dire the strength of Man (la forza dell' uomo) dicono man's strength. Alcuni grammatici Inglesi credono ancora oggidi, e gli antichi grammatici loro l'han creduto altresì che questa sorte di genitivo non sia altro se non il pronome mascolino his abbreviato, ed incorporato col nome principale man, e in antiche scritture Inglesi si trova molto frequentamente scritto the man his strength. E' più probabile però che questo genitivo terminante in 's apostrofata, e senza alcuna assistenza di preposizione o d' articolo, sia il genitivo originale e naturale della loro lingua, e che non sia punto una unione o incorporo di quel pronome mascolino, perchè questo genitivo segnato con una 's ha anche luogo in nomi femminini; e sarebbe assurdo il credere che gli Inglesi antichi avessero accoppiato un pronome mascolino ad un nome femminino, dicendosi anche genitivamente woman's beauty (la bellezza della donna) in vece di dire the beauty of woman. Dunque il nome sostantivo master, declinato pur ora per dar un esempio delle loro declinazioni si potrebbe anco declinar cosi.

Singolare,
Nom. a master, the master.
Gen. master's.
Dat. to a master, to the master, &e.

LINGUA INGLESE.

Plur.

Nom. masters, the masters.
Gen. master's.

Dat. to masters, to the masters, &c.

Anzi alcuni scrittori loro, più secondo il genio della loro lingua che secondo l' uso universalmente ricevuto, scrissero e scrivono al Genitivo masters, senza curarsi neppure di quell' apostrofo, dell' esistenza del quale non si puo veramente dar ragione, quando si voglia addottare l' opinione che tale genitivo è naturale alla lingua, e non formato dall' abbreviato pronome his.

Il plurale de' nomi sostantivi è, generalmente parlando, presto formato, perchè basta aggiungere una semplice s al singolare, ed eccoti il plurale bello e fatto, master, (maestro) masters, (maestri) e questo vale tanto nel caso retto quanto negli obliqui.

Alcuni nomi di origine Teutonica mutano però la loro terminazione nel plurale; come mun, men, woman, women; mouse, mice; die, dice; child, children; goose, geese; tooth, teeth; penny, pence; Non so però qual regola dare al lettore perchè sappia quando la terminazione plurale dev' essere in s, e quando no, perchè non ho mai potuto rintracciarne una che sia veramente universale e costante. Verbigra zia for nel plurale fa fores, e or nel plurale è oren; e siccome tanto for quanto of sono voci derivate dal Teutonico, non si sa cred' io da nessuno quare le loro terminazioni plurali non corrispondano alle loro terminazioni singolari.

Per vincere questa difficoltà bisogna che il leggitore Italiano abbia ricorso ad un' attenta osservazione nel legger libri Inglesi, o a qualche catalogo di tali sostantivi irregolari, che più d' uno ve n' ha in alcune grammatiche, e che io non trascrivo qui perchè m' è strata prefissa la lunghezza di questa da chi mi paga per la fatica del farla.

faceva al plurale eyen, e shoe faceva al plurale shoon e così molt' Anticamente eye altri; oggi però si sono cambiati in eyes, shoes; e chi sa che coll' andare del tempo tutti o almeno la più parte de' sostantivi Inglesi non facciano la stessa metamorfosi, tanto per comodo de' nativi che per quello de' forestieri, come eye e shoe, hanno fatto?

Nótisi che brother, (fratello) fa al plurale brothers e brethren, Brothers è usato nel discorso comune, brethren è dello stile sacro e solenne.

Voci che finiscono con una ƒ nel singolare, formano il loro plurale in ves, come loaf, plur. loaves; calf, plur. calves; leaf, plur. leaves. A questa regola però vi sono eccettuazioni, perchè hoof, roof, proof, relief, mischief, puff, cuff, dwarf, handkerchief, grief, e molt' altre non fanno altro che pigliare un s per formarsi il plurale, hoofs, roofs, proofs, reliefs, &c.

Degli ADDJETTIVI.

Gli addjettivi nella lingua Inglese sono assolutamente indeclinabili, non avendo. nè genere, nè numero, nè caso, così che good (buomo) saggiunge a uomo, a donna, z uomini, a donne, senza alcuna distinzione in tutti i casi o retti o obliqui.

Il comparativo generalmente si forma aggiungendo er al positivo, e il superlativo si fa aggiungendo est, come FAIR, fairer, fairest; SWEET, sweeler, sweetest; LOW, lower, lowest; HIGH, higher, highest; LOVELY, lovelier, loveliest,

Alcuni comparativi e superlativi si formano irregolarmente, come GOOD, better, best; BAD, worse, worst; LITTLE, less, least; NEAR, nearer, nearest, o next; MUCH, more, most; MANY, more, most; LATE, later, latest, o last,

Alcuni comparativi formano il superlativo con aggiungere most; come NETHER, nethermost; OUTER, outmost; UNDER, undermost; UP, upper, uppermost; FORE, former, foremost.

Most è alcuna volta aggiunto a sostantivo onde diventi un addjettivo superlativo, come topmost, southmost.

Alcuni addjettivi non ammettono terminazione diversa per formarsi i comparativi e i superlativi, i quali sono formati da more e da most, come BENEVOLENT, more benevolent, most benevolent.

Tutti gli addjettivi soffrono di divenire comparativi e superlativi con accompagnarsi a more e a most, anche quando hanno comparativi e superlativi formati regolarmente, come fair, comparativo fuirer, o more fair; superlativo fairest, o most fair.

La formazione de' comparativi e de' superlativi in Inglese è cosa piena di molta incertezza, e da non ridursi mai a regole assolute, dipendendo molto dall' agevolezza nel pronunziarli, o dalla piacevolezza del loro suono.

Gli addjettivi di non più di due sillabe però sono comunemente e comparati e superlativati regolarmente in er e in est, come dicenimo nel primo paragrafo; e gli altri polisillabi sono per lo più comparati o fatti superlativi con li avverbi more e most, come DEPLORABLE, more deplorable, most deplorable.

Gli addjettivi dissillabi terminanti in some, ful, ing, ous, less, ed, id, al, ent, ain, ive, dy, fy, my, my, py, ry, generalmente parlando formano il comparativo con more, e il superlativo con most. Riguardo però a i due ultimi in py e in ry, bisogna eccettuarne almeno gli addjettivi happy e hoary.

Tuttavia esempi contrari a questa regola si possono trarre da scrittori celebri. Milton, verbigrazia, da shady, formò il superlativo shadiest; da powerful fermò powerfullest; da virtuous formò virtuousest; da famous, formò famousest. Bacone da Verulamio da mortul formò mortalest; Benjamino Jonson da wretched formò wretcheder; e così altri autori l' hanno fatta come venne loro in capriccio; ma dal pigliarsi di coteste libertà ogni Italiano che vorrà scrivere Inglese, si guardi almeno sintanto che possa scrivere in questa lingua cose uguali a quelle di Milton, di Bacone, e di Benjamino Jonson.

Le terminazioni in ish si possono considerare come comparativi diminuenti, come black (nero), blackish (alquanto nero); salt (salato), saltish (alquanto salato); late (tardi), latish (alquanto tardi); questi addjettevi in ish noi li formiamo sovente con varietà di terminazioni, e per blackish diremmo nericcio; per saltish, salmastro; e per latish, tardetto.

De' PRONOMI.

I pronomi personali in Inglese sono soggetti a varie irregolarità nelle loro inflessioni.

Singolare.

Nominativo
Casi obliqui
Nominativo
Cosi obliqui

I.

Me.

Plurale.

We.

Us.

Thou.

Thee.

Ye.

You.

moderni per ye, specialmente da quelli adoperando la seconda persona del persona del singolare, come you are

You è comunemente usato dagl' Inglesi che scrivono o parlano con bella creanza, plurale e non la prima, in vece della seconda my friend, invece di ye are my friend.

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Obl.

Her.

Them.

Nom.

It.

Obl.

Its.

They.
Them.

Applicato a' neutri, o a cose.

Gl' Inglesi, in vece di it, usavano anticamente he; e, in vece di its, usava no his.

I pronomi possessivi, a simiglianza d' altri addjettivi, non hanno nè casi nè differenze nelle terminazioni.

Il possessivo della prima persona è my, mine, our, ours; della seconda è thy, thine; you, yours; e della terza, his, che deriva da he, e her, hers, che derivano irregolarmente da she, e nel plurale, their, theirs, tanto pel mascolino quanto pel femminino e pel neutro.

Pronomi relativi sono who, which, what, whether, whosoever, whatsoever.

Singolare e.
Plurale.

Nominativo Who.

Genitivo

Whose.

Altri obliq.

Whom.

Nom.

Which.

Gen.

Altri obl.

Of which o whose.
Which.

Who è oggi usato parlando di persone, e which parlando di cose. però si usavano indistintamente l'uno per l' altro.

Whose è il genitivo poetico anzi che il regolare di which.

Anticamente

Whether comincia a diventare una voce antica in Inglese, ed è usato solamente nel nominativo e nell' accusativo; nè ha plurale, essendo applicato soltanto a imo d' un numero, il qual numero è per lo più di due, come in questi esempi; Whether of these is left I know not, cioè whether of these two; whether shall I choose? cioè choose of these two?

What, sia relativo, sia interrogativo, non ammette cangiamento di terminazione.

Whosoever, e whatsoever, essendo composti di who o what e soever, sieguono la regola de iuro primitivi, cicè di who e what.

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Il plurale others non è usato se non quando si riferisce a sostantivo precedente; perciò si direbbe I have sent OTHER horses, e non others horses, perchè horses in questo caso non precede altro sostantivo; ma poi si direbbe I have not sent the same horses but OTHERS, perchè others riferisce a' cavalli diversi da quelli mandati.

Another, non essendo altro che un composto di an (articolo singolare) e other, non ha plurale,

Here, there, e where congiunti con certe particelle, sono usati come relativi e pronomi molto somiglianti a genitivi, e agli ablativi, come hereof, herein, herewith, thereof, therein, thereby, thereto, thereupon, whereof, whereby, e altri.

Therefore e wherefore, che originalmente erano there for, cioè for that; e where for, cioè for which, sono ora annoverati fra le congiunzioni, e continuano ad essere sati.

VOL. I.

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