صور الصفحة
PDF
النشر الإلكتروني

mendicanti per loro vestiario, e tutti i Lunedì ai poveri; che si distribuiva annualmente in due tempi a ciascuno de' Preti per uso della Mensa un certo numero di scodelle, e di taglieri, parte d'acero, e parte di faggio (1); che quasi ogni giorno il popolo faceva in sull' Altare le offerte di cera, e di danaro, alle quali si aggiunsero in progresso di tempo quelle di pane, e di vino; costume, che si vede continuato fino a una parte del secolo sedicesimo; che il Capitolo riceveva l'offerta, che si faceva nella Chiesa ad esso unita di S. Marco Vecchio, per la Sacra, che ivi correva il dì 21. di Marzo; e che vi andava il Clero per la festa del Santo a farvi le funzioni, come si usa anche presentemente, nella quale occasione si trova poi essersi fatta qualche volta la predica, e data la colazione, o la merenda, o il desinare ai Preti; che il dì di S. Lorenzo si faceva il Sermone, leggendosi la spesa della portatura, e riportatura del pulpito, ciò che si trova costumato ne' posteriori tempi, che alla Lavanda del Giovedì Santo si usava di distribuire ai poveri, ai quali si lavavano i piedi, pane, e vino. In qualche anno si trova nei nostri ricordi, che il Priore prima di lavare i piedi ai poveri, gli lavava ai Canonici; e che a questa lavanda si faceva il Sermone. Questo libro c'informa ancora, che l'entrata della Chiesa, per quel che riscuoteva il Camarlingo, ascese in quell'anno a scudi cento cinquanta sette, e dieci soldi, e l'uscita a scudi cento cinquanta sette, e lire tre, non compresa l'entrata della Sagrestia, che teneva a parte il Sagrestano, della quale non si trovano libri fino all'anno 1383., che il Priore riceveva ogni mese per le sue distribuzioni cinque staia di grano, e i Canonici, i Cappellani, i due Cherici, e il quoco, due per ciascheduno: che si facevano alcuni desinari in frall'anno in comune, cioè ne' giorni di Berlingaccio, del Martedì del carnevale, della Resurrezione, in cui și dava a tutti una porzione dell' Agnello benedetto, e gli erbolati; del Lunedì in Albis, del primo di Maggio, della Vigilia, e della Festa di S. Lorenzo, d'Ognissanti, in cui si davano l'Oche arrostite in forno; e della Natività del Signore

(2). Ol

(1) Questi l'anno 1553. furono cambiati in piatti di terra e l'anno 1603. in piatti di stagno, i quali si distribuiscono anco al presente.

(2) In progresso di tempo alcuni di questi desinari furono trasferiti ad altri giorni, e qualcuno aggiunto, e quello particolarmente di S. Concordia, festa già appresso di noi solennissima, non meno copioso di quello di S. Lorenzo ad amen

tre tutte queste notizie vi si legge quella di una cena data dal Capitolo il dì primo di Maggio a certe Donne, dette le maledette Donne de Tosinghi (1), consistente in due capretti, due ventri di vitella, cinque paia di pollastri, e altrettante di piccioni, un ventre di castrato, tre caci, otto dozzine e mezzo di pani, (così è scritto) vino, frutte, pomi, aranci, treggea, spezie, e lardo, colla spesa in tutto di otto lire, quattro soldi, e sci danari. Chi fossero queste Donne maledette, le quali dalla quantità delle vivande si vede, che erano di un numero non indifferente, io non ho potuto rinvenirlo; siccome neppur si sà se questo fosse un' obbligo del Capitolo, perocchè non vi sono libri anteriori; e dal 1307., fino al 1343. mancano tutti, e in quelli che seguono, di questa cena non sene vede più fatta menzione. In fondo a questo libro son descritti tutti quelli, che componevano allora la famiglia della Chiesa di S. Lorenzo; ed erano Ambrogio di Martino Priore, nove Canonici, cioè, Prete Neri, Prete Buonsignore, Prete Salvi, Prete Mercatante, Iacopo de' Bardi, Ranieri, Brunetto Priore nel tempo stesso di S. Martino a Strada, Tano di Ser Lippo, e Geremia Pievano a un tempo di S. Severo a Legri; e quattro Cappellani cioè, Prete Angiolo Rettore della nuova Cappella perpetua di Durante Anchioni, Prete Giovanni, Prete Andrea, e Prete Pietro, Cappellani salariati, Salvino, e Cenni Cherici, e Guiduccio quoco.

Nell' istrumento della licenza, che diede il Capitolo l'anno 1309. per la fondazione da farsi dentro i confini della sua Parrocchia d'un Monastero di Monache sotto il titolo di S. Orsola, (2) tralle diverse condizioni solite apporsi in somiglianti

due i quali dalla quantità dei commestibili, e degli utensili, che si veggono notati, si arguisce, che si faceva invito di Forestieri. Questi con alcuni piccoli, che si costumavauo nelle Vigilie delle maggiori Solennità, e con qualche cena, e colazione cessarono, per quanto si vede, dopo la metà del secolo decimoquarto, e quelio di S. Lorenzo precisamente l'anno 1395., e furono convertiti allora in danari per lo mangiare.

(1) Pro coena maledictarum Dominarum de Tosingis. I Tosinghi erano un'antica, e illustre famiglia delia consorteria de' Visdomini, perchè derivata dal medesimo stipite: ed anch' eglino insieme con questi, ed altri loro consorti, avevano il diritto di Guardiani, Custodi, e Amministratori della Mensa del Vescovado Fiorentino.

(2), Sembrami quì opportuna la seguente nora per dissipare diversi abbagli "presi dal P. Richa, allorche parla di questo Convento. Ai tre Monasteri di Monache edificati nel distretto della Parrocchia di S. Lorenzo, de' quali s'è già parlato, l'anno 1309. si vede aggiunto il quarto sotto il titolo di S. Orsola. Vo

[ocr errors]

contratti per l'inviolabile conservazione dei diritti Parrocchiali, v'è, che il loro Cappellano dopo aver presentato nella Chie

[ocr errors]

"

"

[ocr errors]
[ocr errors]

"lendo quattro pie Donne, chiamate Francesca, Cina, Giovanna, e Carina, fabbricare Chiesa, e Monastero, dove stabilirli a far vita ritirata comprato a quest' ef" fetto dal Capitolo Fiorentino un pezzo di terra in un luogo detto Cafaggio maggiore, vi alzarono la loro fabbrica. Della licenza che ne ottennero dal Capitol. di S. Lorenzo fù stipulato il contratto, il quale ancor si conserva, l'anno 1309. colle condizioni di dovergli pagare annualmente la mattina di S. Lorenzo il censo di sei libbre di cera; che il loro Cappellano fosse obbligato d' intervenire in quel " dì alla Messa, e ai Vespri solenni, e ne' giorni che viene alla Chiesa la Processione del Duomo, dovesse anch'egli venirvi, e stare a tutte queste funzioni dal "principio alla fine, senza poter rimanervi a desinare, o nel comune refettorio o in altro luogo della Canonica; che a questo non fosse lecito di ricevere ai divini Utizi, nè di amministrare i Sacramenti, nè di dar sepoltura nella Chiesa delle Monache a persone della Parrocchia di S. Lorenzo, nè di quella di S. Marco Vecchio appartenente ad essa, ancorchè negli estremi della loro vita si fossero dedicate al Monastero, e vestitone l'abito; eccettuati però i famigliari, domestici, e commensali del medesimo, e che non istandosi a questi patti, il Capitol● " potesse di propria autorità entrare in possesso del Monastero, ed averne un inte ro dominio come di cosa sua.

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

"

[ocr errors]

"

"

[ocr errors]

"

[ocr errors]
[ocr errors]

"

"

[ocr errors]
[merged small][ocr errors]
[ocr errors]

Il Padre Richa, parlando di esso per incidenza nella lezione di S. Giuliano, „ gli dà un principio pieno di confusione, e di anacronismi, perocchè scrive, che "poichè da' Vescovi Fiorentini vi furono uniti alcuni Monasteri soppressi, (uno de' quali dice egli essere stato quello della Santissima Trinità; ma questo fu unito a S. Agata, e non a S. Orsola) di questi se ne formasse un solo nel Monaster di S. Orsola in Campo Corbolini, e che poi le Monache annoiatesi di quel luog● ,, pensassero di mutare abitazione col fabbricarsi nel 1319. un Monastero più como do, e d' un' aria più salubre in Cafaggio. Egli primieramente suppone, che in "Campo Corbolini fosse un Monastero sotto il titolo di S Orsola, e che da questo uscissero le Monache, che fondarono quello, di cui si parla, sotto il medesimo ,, titolo, in Cafaggio. Ma ciò è falso, sì perchè non abbiamo monumento alcuno, il quale ci dia notizia, che in Campo Corbolini sia stato mai un Monastero sotto n questo titolo, sì perchè le fondatrici di esso dall'accennato istrumento della li cenza ottenuta dal Capitolo non apperisce che fossero venute da altro luogo, ma essere state quattro divote Donne, che sotto il nome di Suore, o Pinzochere, siccome si costumava in quei tempi, probabi mente s'erano raccolte in qualche casetta a far vita ritirata, e forse presso un Oratorio dedicato a S. Orsola: Si ancora, perche egli mostra di credere che elle passassero in Cafaggio dopo l'unione fatta loro dei mentovati Monasteri, i quali si sa che furono soppressi verso la fine di » quel secolo: oltrechè nel contratto della licenza del Capitolo si dice, che per fabbricarsi il Monastero comprarono un luogo in Cafaggio, e non in Campo Corbolini. Aggiugne, che queste Monache negli antichi codici, e negli archivi si trovano chiamate, ora deila Santissima Trinità, ora di S. Maria Madre, ed ora di S. Maria Urbana: ed io soggiungo, che ciò sarà per avventura accaduto, non allorchè fondarono il Monastero, ma dappoichè il primo dei mentovati Monasteri dopo la sua soppressione fù comprato da loro, e gli altri due incorporati ad es", se, il che fù dopo molti anni, come si dira. Per provare poi, che queste passarono da Campo Corbelini a Cafaggio, cita una carta dell' archivio di S. Loren 20 in cui son chiamate Suore del Monastero di S. Orsola in Campo Corbolini. " Questa carta è quella medesima, di cui s'è parlato, e non è, siccome egli seri"ve, del 1319., ma del 1309., e ivi non si vede nominato Campo Corbolini, ma un luogo in Cafaggio. Allerma ancora, che terminata che ebbero le Monache la Chiesa, i dormentori, e il Chiostro, l'anno 1327. andarono ad abitarvi; e ap

[merged small][merged small][ocr errors][ocr errors][merged small][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][merged small][merged small]
[ocr errors]

sa di S. Lorenzo il dì della festa del Santo l'annuo censo di sei libbre di cera, doveva assistervi col Clero alla Messa, e ai Ve

"

"

"

"

[ocr errors]

"

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

"

[ocr errors]

دو

[ocr errors]

presso, dopo aver dato un ristretto del contratto, in cui, conforme si notò, si ,, obbligarono di pagare l'annuo censo di sei libbre di cera, dice, che nel citato anno 1327. fecero l'obbligazione di pagare alla Chiesa di S. Lorenzo una libbra di cera. Ma anche ciò non sussiste, e perchè è certo che l'ingresso loro nel nuovo Monastero non seguì diciotto anni dopo la licenza ottenuta dal Capitolo, " e perche la carta del 1327. da lui nominata, che ancora esiste, non è un' obbligazio,,ne del censo di una libbra di cera, cui già aveano fatta nella quantità di sei "libbre, ma una citazione del Capitolo a questo, e ad altri cinque Monasteri, per ,,non avergli fino allora pagato l'annuale lor censo. Nella lezione poi della Chie,,sa di S. Orsola, non essendo stato sollecito di riscontrare, ciò che avea detto in ,, quella di S. Giuliano, citando l'istrumento della licenza del Capitolo sotto il suo anno 1309. v'inserisce nel descriverla quel che è vero, ma non vi si leg. ,, ge, cioè che queste Monache desideravano di vivere sotto la regolare osservan,,za dell' Ordine di S. Benedetto: e la carta del 1327., la quale aveva affermato che conteneva l'obbligo della ricognizione di una libbra di cera, dice poi che conteneva la licenza del Capitolo di poter mettere le campane alia Chiesa, e fabbricarvi la sepoltura, il che s'è veduto esser falso. Altra carta riguardante le Monache di S. Orsola, oltre le due accennate, non si trova nel nostro archivio, onde non è vero quel che egli afferma, esservene un' altra del 1327. relativa ad esse, rogata da Ser Pietro di Paganuccio Erbolotti: se non fosse che egli avesse preso un' altro sbaglio sulla carta di quell'anno mentovata più volte. Poichè queste Religiose vedeansi fiorire nella monastica disciplina, furono uniti al loro Monastero i due, di S. Maria Urbana, e di S. Maria Madre, quello l'anno 1376. dal Vescovo di Firenze Angiolo de' Ricasoli, e questo l'anno 1390. sccondo lo stile comune, e non da Fra Onofrio dello Steccuto Vescovo Fioren. „, tino, ma dall' antecessore di esso il Cardinale Fra Bartolommeo degli Uliari; i ,, quali Monasteri, ambedue situati nel Distretto della nostra Parrocchia, erano stati da loro coll'approvazione della Sede Apostolica per giusti motivi soppressi, co me accenna l'Arcivescovo nostro S. Antonino nella sua Somma istoriale Tit. XX. Cap. X. §. 5. Ma essendosi poi rilassate queste una volta si fervide Re,,ligiose,e datesi ad una vita non confacevole al loro stato, Eugenio IV. l'anno 1435. le soppresse, e le uni colle loro rendite alle Monache di S. Agata, donandone l'anno stesso il Monastero ad aleune Terziarie di S. Francesco, che nel 1430. erano venute di Perugia: e queste furono le Fondatrici delle Monache che vi professano presentemente la regola Francescana, le quali in luogo delle antiche pagano il censo al Capitolo. L'anno medesimo, che ebbe il suo principio il Monastero di S. Orsola, cioè il 1309. le Monache di S. Maria di Querceto dell' Ordine Camaldolense, le quali fin dal secolo antecedente aveano il lor Mo nastero nel luogo di questo nome alle radici di Montemorello, avendo ottenuto in dono dal nobile Uomo Giovanni di Migliore de' Chiermontesi Milite Fiorentino case, e terreno in via di S. Gallo, colla permissione del Vescovo Fiorentino Antonio d' Orso, e del Capitolo di S. Lorenzo, nella cui Parrocchia era il luogo donato, vi fabbricarono Monastero, e Chiesa coll' antico lor titolo di S. Maria di "Querceto. Non esiste nel nostro archivio l'istrumento della licenza data loro, secondo il costume, dal Capitolo, di poter fabbricare dentro la Parrocchia, smarrito con molte altre carte. Si vede però anno per anno questo Monastero nel numero de' luoghi pii censuari della Chiesa di S. Lorenzo pagarle il censo di due libbre di cera fino alla sua soppressione. Queste Religiose l'anno 1445. essendo rimase non più che quattro, al qual numero riducendosi, e mantenendosi così » per sei mesi, aveva ordinato il Donatore, che il Monastero fosse soppresso, e » unito in perpetuo a quello di S. Salvadore di Settimo; oltrechè s'erano abbande

[ocr errors]

"

[ocr errors]

"

[ocr errors]
[ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors]

spri Solenni, e intervenire eziandio ne' giorni, che viene alla Chiesa la Processione del Duomo.

Qui si trova ricordato la prima volta nelle nostre memorie l'uso che v'è nella Chiesa Fiorentina da tempo immemorabile, che il Clero della Cattedrale viene processionalmente a visitare la nostra Chiesa il mercoledì in Albis, terzo giorno delle Stazioni, e vi canta la Messa; e il Martedì delle Rogazioni, e vi canta nel coro l'antifona, e l'orazione di S. Lorenzo. Ne' tempi indietro questa Processione vi veniva anche per le Litanie maggiori il dì di S. Marco. In un nostro ricordo del 1460. tratto, come ivi si dice, dal libro delle Processioni della Chiesa Fiorentina, ci si dà la notizia, che nel giorno di S. Marco vi si cantavano le Litanie sul pulpito da due eletti dal Corista del Duomo, e che poi vi si esponeva sull' Altar maggiore il Corpo di Cristo, e che lo stesso si costumava nella feria terza delle Rogazioni.

Una sicura riprova della stima in cui era il Priore Ambrogio d' un' Ecclesiastico d'integrità, e d'esperienza negli affari, fù, che avendo stabilito l'anno 1311. il Vescovo Fiorentino Antonio d'Orso di destinare un luogo stabile, dove potersi ricevere la notte i Preti Forestieri, e quelli ancora della campagna, che trovandosi per qualche loro occorrenza in Città non avessero dove albergare; poichè per lungo tempo era stato costume, che questi fossero ricevuti a spese del Clero, dai Rettori di quelle Chiese, che erano le più vicine alle porte dei Sestieri della città; ed essendo stata fatta a questo fine da due pie donne la donazione d'un piccolo palazzo con qualche pezzo di terra in Cafaggio nella via di S. Gallo, elesse per presedere alla fabbrica d'una nuova Chiesa col suo Spedale Ambrogio Priore di S. Lorenzo, insieme con Ugolino Priore de SS. Apostoli, Orlando Rettore di S. Cecilia, e Amato Rettore della Chiesa di S. Andrea a Ripa, i quali colla loro assistenza feccro sì, che tutto rimase compito l'anno 1313., onde la prima Domenica d'agosto il Vescovo vi celebrò la solenne Messa, e predicò al popolo concorso alla Consacrazione dell' Al

,, nate ad una vita la più scandolosa, Eugenio IV. per una sua Bolla dell'anno accennato le soppresse, e le uni colle loro entrate alle Monache di S. Agata, e dispensando nella disposizione del Donatore, fù venduto il Monastero colla Chiesa, ,, orto, e altre sue appartenenze l'anno 1447. allo Spedale di Bonifazio, il quale ", come confinante dal lato sinistro, il comprò per potersi stender più oltre,,.

« السابقةمتابعة »