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madre. Quanto meglio sarebbe stato per voi, se fosse segui,, to tutto il contrario, che fosse morta la madre, e rimaso a ,, vivere il padre. Tuttavia, benchè debole, e desolata, v' in,, segno la maniera, perchè non vi paja d'aver perduto il padre, ed è il rammentarvi, che voi avete un miglior padre nel Cielo. Egli è, che ha sostenuto i nostri terreni padri; fuor di lui, che altro vi rimane di speranza? Voi aveste un padre ,, dovizioso di grazia, non di danaro, ricco, se si riguardi il ,, ministero, non il patrimonio, che vi lasciò la Fede per sua eredità, quanto scarsa nella stima del mondo, altrettanto ,, pingue agli occhi di Dio. Abbastanza vi avrà lasciati ricchi, ,, se terrete dietro al suo esempio. La sola fede è il ricco ca,, pitale dell' uno, e dell' altro sesso; ella è l'entrata degli uo,, mini, e la dote delle Vergini. E tu figliuolo alquanto più ,, vicino a tuo padre, conosci quelche tu debbi a tua madre, e di qual nome tu sii debitore alla tua casa. Ti scusa l'età, ,, ma ti chiama l'eredità ec. Considera chi sia quegli, che ha impetrato il tuo nascimento (1). Tu sei figliuolo nommeno delle mie preghiere, che delle mie doglie. Pensa a quale , impiego ti destinò il padre nell' appellarti Lorenzo. Ivi de"ponemmo i nostri voti, onde prendemmo il nome. Corri

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spose ai voti l'effetto. Rendi al Martire quello, di che gli sei ,, debitore. Egli ti ci ha impetrato, tocca ora a te a restituir"gli ciò, che noi gli abbiamo promesso di te, sotto l'appel99 lazione di questo nome ec. (2). Considerate figliuole, qualora voleste voi maritarvi, quanto vi manchi, mancandovi il padre. Vi manca una ricca dote; ma quando anche l'aveste ricca, ad altro non vi varrebbe, che a comprarvi a gran prezzo una servitù. Io ho provato figliuoli quel che porta seco di pesi lo stato conjugale; e per quanto io avessi un buon marito, tuttavia non era libera, serviva a lui, e mi studiava di piacergli. Finalmente il Signore ebbe compassione di me, e lo fece ministro dell' Altare, e poi subito lo rapì a ,, me, ed a voi; e ciò forse dispose, perchè egli non si chia,, masse marito ec. Voi vedete figliuoli vostra madre già vecchia ai dolori, quantunque non per anche capace degli sti

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(1) Intende di S. Lorenzo, la cui intercessione aveano implorata i genitori per ottenere il figliuolo.

(2) Cioè che egli si dedicasse al perpetuo servizio della sua Chiesa, secondo il voto fatto dai genitori, i quali a questo fine gliene aveano imposto il nome.

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,,pendi dello stato vedovile (1). Considerate, figliuole, il gran bene, che è la verginità. Egli è certo ch' io sono abbandonata, e che ho bisogno di soccorso; ma se voi eleggerete di rimanervene vergini, non lo domanderò ad alcuno; pe,, rocchè mi varrà più d'ogni abbondante soccorso la corona della vostra integrità. Chi non mi appellerà beata, per quanto io comparisca misera? Chi non onorerà la madre di tante " Vergini? Chi non rispetterà la regia della pudicizia? Già si avvicinano i giorni della Pasqua (2), ne' quali per tutto il mondo si amministra il Sacramento del Battesimo, e si dà il velo alle Vergini (3). In un sol giorno dunque senza dolore alcuno suol partorire la Chiesa molti figliuoli, e molte fi,, glinole ec. Considerate, figliuoli ciò che voi dobbiate ai voti de' genitori. Qual sia la forza de' voti dei genitori il dovete ,, apprendere dalla figliuola di Gefte, la quale per non render vana l'offerta del padre, non ricusò di fare a Dio il sacrifizio della sua vita. Noi pregammo, a voi tocca ad adempire. 99 E tu figliuolo, che io ottenni dal vero Elcana (il quale s'interpreta Possessione di Dio), tu il chiesto da me, il sos,, pirato da me, ( che di quì Samuello prese il suo nome) tu, ,, dico, l'impetrato da me, l'offerto a Dio con voto da me, io non sò come tu sii venuto nel mio utero. Di ottene,, re per solo umano mezzo prole maschile io avea già de" posta ogni speranza. Tu dunque se' frutto non meno de miei ,, voti, che del mio matrimonio. Alza pertanto gli occhi a quello, del quale se' dono. Egli è, che ha delineato il tuo volto; ,, egli hà distinto le tue membra, egli hà accolto le mie pre,, ghiere; e prima, che tu nascessi, ti consacrai al suo Tem"pio, e al suo ossequio. Non se' nato a te stesso, ne a' genitori, ,, ma a Dio, del quale cominciasti a essere prima d' uscir dal

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(1) Cioè non per anche sessagenaria, della quale età, come ordinò S. Paolo, doveano esser le vedove non passate alle seconde nozze, che erano alimentate a spese della Chiesa, al cui servizio erano destinate: vidua eligatur non minus sexaginta annorum, quae fuerit unius viri uxor 1. Timoth. 5.

(2) lí Baronio, e i Maurini di quì inferiscono, che S. Ambrogio venisse in Firenze ne giorni Quaresimali, mentre costa da lui medesimo, che egli fece la consacrazione della Chiesa presso la Pasqua.

(3) Da queste parole potrebbe dedursi, che S. Ambrogio nella solennità della Pasqua conferisse il Battesimo ai Catecumeni, e desse alle figliuole della Giuliana, e a qualche altra Vergine il sacro velo; essendo stato frequente in quell'età il consacrarsi a Dio le Vergini.

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ventre della tua madre (1). Tutti certamente siamo suoi; ma essergli stato particolarmente promesso, debbi esse,, tu per ,, re renduto a lui, poichè è scritto: Rendete al vostro Signore Dio i vostri voti. Quantunque misera, quantunque indegna, " promisi nondimeno, come Anna madre di Samuello, che per tutto il tempo della tua vita nè di giorno nè di notte ti saresti allontanato dal divino cospetto. Io feci la promessa, ,, a te ne appartiene ora l'esecuzione; e il Signore santificherà „ una vittima, che è già sua, coll' aspersione della grazia.

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,, Queste, e altre cose disse la pia madre, la quale, tostoche vide i figliuoli capaci di concepire affetti di religione, conducendo nel Tempio il suo Lorenzo, slattato, per dir così, dalle mammelle della grazia spirituale, si rivolse alle pre"ghiere, e disse: E' confermato il mio cuor nel Signore ec. Donna ,, veramente d'animo eccelso, la quale non si riserbò cosa al" cuna, ma quanto possedeva, tutto offerse a Dio; la cui vita è una regola per l'educazione, e una norma sicura della castità mercè del suo buon proposito, e miglior magistero, essendo essa l'esempio della vedovanza, e il magistero della ,, verginità. Sene và ella alla Chiesa circondata dalla corona delle Vergini sue figliuole, introducendovi il domestico suo decoro, e vi trova cosa, che ella può veramente dir sua, cioè il figliuolo, nella cui bocca risuonano le sacre lezioni (2); talchè sembri, che le sorelle imparino in casa ascol

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(1) Questo è uno de' più antichi esempi del costume, che fù in vigore nel quarto, e nel quinto secolo, del dedicarsi a Dio con voto dai genitori i figliuoli si maschi, che femmine, non solamente nella loro tenera età, ma anche innanzi che essi nascessero, e prima ancora di generargli. S. Girolamo nella sua epistola a Leta (de Institut. filiae) scrive, che ella aveva destinata con voto la sua figliuo la Paola la giovane alla verginità prima di concepirla: Quae prius Christo consecrata est, quam genita. A queste donzelle dedicate così dai genitori al Signore, si legge dato fin dalla loro infanzia il titolo di ancille di Dio, conforme apparisce da un iscrizione sepolcrale riportata dall' Arringhio nella sua Roma sotterranea d' un' Olimpiade, bambina di sei anni decorata di questo titolo: Dormitione ancillae Dei Olimpiatis, parentes filiae benemerenti, quae annos vixit V. mens. XI. dies XXI.

(2) Non potevano esser più chiare queste parole a significare che il giovanetto Lorenzo era già costituito nell' ordine del Lettorato. Il vederlo leggere pubblicamente in Chiesa al Popolo le sacre lezioni, rammenta l'uso, che vi fù nel quarto, e nel quinto secolo, come s'è altrove notato dell'ordinarsi Lettori i teneri giovanetti, e talvolta ancora gl' infanti, secondo che si legge nell' istoria Ecclesiastica. Narrando il Vescovo Vittore nella sua istoria della persecuzione de Vandali in Affrica (Lib. 3.) l'esilio, al quale furono condannati dal crudelissimo Re Vennerico cinquecento, e più Cherici della gran Chiesa Cartaginese, dice che frà questi vi erano quamplu

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tando il fratello. La madre nommeno, a imitazione del celeste esempio, gode di profittar del figliuolo, ricevendo con " pietoso affetto tutte le parole, che ella sente legger da lui, e ,, diligentemente nel cuor le conserva (1). Poichè dunque ha ,, imitato, per ciò che riguarda il vecchio Testamento, la ,, verginità di Maria sorella di Mosè; e per quel che riguarda il nuovo, la Verginità di Maria Madre del Signore, nel desiderio delle sue parole, conseguirà per divino giudizio la ri,, compensa della sua fede ec.; siccome quella, che niente si ,, riserbò, ma tutta sacrificò in dono all' Altissimo la devota sua figliuolanza.

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Te ora preghiamo, o Signore, che sù questa casa, su ,, questi Altari, che oggi ti dedichiamo, su queste pietre spi,, rituali, onde ti si consacra un Tempio visibile, ti degni di "tenere ogni giorno rivolti gli occhi, e d'accogliere per la tua divina misericordia le preghiere, che quì ti porgeranno i servi tuoi. Salga nel tuo cospetto in odore di santifica"" zione ogni sacrifizio, che sia di qui offerto con pura fede,

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e con devota attenzione. E quando tu rimiri quell' Ostia salutare, per cui si cancella il peccato del mondo, riguarda eziandio su queste vittime della pia castità, e difendile incessantemente colla tua assistenza, onde siano a te in odore di soavità ostie accettabili, e grate, e degnati di conservar senza macchia il e l'anima loro infino al giorno del nocorpo, stro Signore, e tuo Figliuol Gesù Cristo (2). „

Ed ecco una parte del sermone di S. Ambrogio sparsamente presa, quella cioè, che riguarda i principj della Chiesa di S. Lorenzo. Il titolo, che egli porta in fronte trà l'opere del Santo non è di Sermone della dedicazione della Basilica di S. Lorenzo di Firenze, qual veramente fù, e quale dovrebbe essere intitolato, secondo la giusta osservazione del Borghini, de' Maurini,

res Lectores infantuli. Ma poi a tempo dell' Imperatore Giustiniano nel sesto secolo fù stabilito, che niuno potesse esser promosso all'ordine del Lettorato, prima d'aver compito il diciottesimo anno. Novel. XXXIII. Cap. 13.

(1) Intende di quel che dice S. Luca (Cap. 2.) che trovato Maria Vergine il suo figliuolo Gesù a disputar coi Dottori nel Tempio conservabat omnia verba haec in corde suo.

(2) Questa orazione, in cui termina S. Ambrogio il suo sermone, osserva il Bor ghini,, che è a noi Fiorentini un pegno di speranza di potere agevolmente conse guire quelle grazie che da sì santi, e affettuosi preghi, e di persona tanto grata a Dio, gli furono chieste per questa Basilica consecrata dalle sue mani. Discorsi Par. II. pag. 364

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del Cardinale Lambertini, del Lami, e d' altri, ma di libro d'esortazione alla Verginita, titolo, che piuttostochè i raccoglitori delle sue opere, come hà creduto qualcuno, sembra avergli dato il medesimo S. Ambrogio, perocchè vi si diffonde molto in parlare di questa virtù. Egli certamente parrà troppo prolisso a leggerlo nelle sue opere da potersi appena credere, ch' ei il recitasse tal quale egli è: ma ciò per avventura sarà proceduto dal non esser venuto fatto al Santo Prelato in una circostanza sì lieta di porre il freno alla sua eloquenza, sicchè ella non iscorresse oltre i termini dell' ordinario, siccome notano nell' avvertimento premesso a questo sermone nell'ultima edizione delle sue opere i chiarissimi Monaci della Congregazione di S. Mauro: se piuttosto, e con più di verisimiglianza, non si voglia dire con essi, che dopo averlo recitato l'arricchisse di moralità su quella virtù, alla quale vi esorta le figliuole della pia Giuliana, e tutte generalmente le vergini, secondo, che egli era solito talvolta di fare de' suoi sermoni, inserendovi di poi qualche altra cosa per dar loro forma di libri (1).

Questo sermone, il quale contribuisce tanto alla gloria della nostra Città, e che, come s'è veduto, ci somministra un documento sicurissimo, e incontrastabile de' principj della nostra Chiesa, con altre considerabili circostanze, per quanto si legga, sebbene sotto altro titolo, frà l'opere di S. Ambrogio, niuno v'è stato nel lungo spazio di dodici secoli, che prendendo a esaminarlo, e a confrontarlo con quel che scrive Paolino nella vita del Santo, l'abbia riconosciuto per un sermone recitato da esso nella dedicazione della Basilica di S. Lorenzo di Firenze. Il primo di tutti a riconoscerlo, e a manifestarlo per tale, dopo averne fatto un lungo, e minutissimo esame con tutti i necessari riscontri, onde non vi rimanesse luogo a dubitarne, fù il nostro Vincenzio Borghini (2), uomo, che riguardo alle cose nostre

(1) Così delle due orazioni da lui recitate, l' una nel funerale del suo fratello Satiro, e l'altra nel settimo giorno della deposizione di esso, fattevi poi delle mu tazioni, e dell'aggiunte secondo che osservano i mentovati Editori, ne formò due libri uniti in una stessa opera, e al primo diede per titolo: Della morte del suo fratello Sativo, e al secondo: Della fede della Resurrezione, perchè vi tratta diffusamente di questa materia. Cosi parimente il sermone detto da lui nel dare il sacro velo alla Vergine Ambrosia, premessivi poi due capitoli, fù da esso intitolato: Dell' istituzione d'una Vergine: e così pure d'alcuni sermoni “indirizzati a una vedova per istruitia composé il libro delle vedove, e l'altro aggiuntovi della verginità, che è un continovazione di quelto. T III.

(2) Si veda quelche egli ne scrive nel parlare a lungo della fondazione della

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