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potesse la sua gratitudine all' insigne Benefattore della sua Casa, non sì tosto ebbe ottenuto il Figliuolo, che separatosi dalla Consorte di comune consenso, si consacrò al Ministero dell'Altare, e poi subito riposò nel Signore.

Dal che si inferisce, che egli morì prima che fosse incominciata la Fabbrica della Chiesa. E infatti S. Ambrogio dà tutto il merito dell' esecuzione di quest'opera alla Vedova, senza considerarvi a parte il Marito. Seguì l'esempio del Padre fin dalla sua tenera età il figliuolo Lorenzo dedicato esso pure a Dio dalla sua Madre, secondo il voto fattone nel Tempio da

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renze una Basilica (che fu la Chiesa di S. Lorenzo) si risponde, che il dirsi edificata una Chiesa in una Città non ha da intendersi necessariamente, che ella sia piantata dentro le mura, ma può anche intendersi, che nelle prossime vicinan ze di essa, del che ne abbiamo trà i moltissimi un' esempio della nostra Chiesa di S. Miniato al Monte, la quale in un Diploma di Carlo Magno si dice posta in Firenze: ad Basilicam S. Miniatis Martyris sitam Florentiae, e pure, si sà quanto nel tempo del primo Giro fosse ella più distante dalla Città di quel ch'ella e al presente.L'Ammirato riferisce anch' egli l'opinione del Villani intorno al primo Giro della Città senz' approvarla, o disapprovarla sfuggendo di determinarne l' esten sione, ma dice però la Chiesa di S. Lorenzo fuor delle Muta nel tempo della Consacrazione fattane da S. Ambrogio. Poichè fù osservazione d'alcuni nostri Istorici, che i vecchi Fiorentini andavano volentieri imitando i Romani nelle più soJenni Fabbriche Profane, quali furono il Campidoglio, il Teatro, l' Anfiteatro, gli Acquedotti, e le Terme, è da credersi, che amassero d'imitarli eziandio nelle Sacre; onde non è maraviglia, se ta Giuliana fabbrico fuor delle Mura della Città la Chiesa di S. Lorenzo a similitudine di quella, che gli era stata edificata già fuor delle mura di Roma. Rimane ora da esaminare quel che sente l'Ammirato circa al principio della nostra Chiesa (Ist. Fior. Lib. 1. an. 393.) Egli Scrive, che una No. bile Donna chiamata Giuliana fù a parte colle sue facoltà della reparazione di una Basilica, e protesta essergli incerto, se questa fondata prima dai Gentili, fosse convertita nell'uso Cristiano, o piuttosto fosse una Chiesa murata dai primi Cristia ni ne' tempi di Costantino, é restaurata in parte dalla Giuliana. Ma che la Chiesa di S. Lorenzo non fosse una Basilica dei Gentili s'è già veduto, e che neppur fosse una Chiesa murata dai primi Cristiani, e restaurata in parte dalla Giuliana, mi pare, che possa arguirsi dalle parole di S. Ambrogio. Se ella fosse stata restauratrice in parte o dell' una, o dell'altra, come avrebbe egli potuto dar tutto il merito della Chiesa di S. Lorenzo a lei sola; e posto ancora, che ella avesse o l'una, o l' altra restaurata in tutto, come avrebbe egli potuto dire con verità, aver lei preparato, e offerto a Dio un Tempio? quae hoc Domino Templum paravit, atque obtulit: con che mostra dichiararnela fondatrice: Volendosi intendere secondo me questo verbo paravit nel linguaggio della Scrittura, allorchè vi si parla del Tempio edificato al Signore: Neque enim homini praeparatur habitatio, sed Deo ( Par. 29.) secondo il quale sembra averlo usato il Santo Dottore, non d'un semplice restau rare, ma d'un fabbricare di pianta. E che veramente la Giuliana fosse fondatrice della Chiesa di S. Lorenzo, non avute in conto le riferite opinioni, ne convengono di pari consentimento tutti gli altri scrittori, che ne hanno fatta menzione. lo ho voluto esporre, e esaminare minutamente queste diverse opinioni per porre in chiaro, il più che mi fosse possibile, tuttociò che riguarda i principj della Chiesa di S. Lorenzo, rimettendomi all' altrui giudizio.

lei fabbricato per dovervi prestare la sua servitù nell' Ordine di Lettore (1), a cui era stato anticipatamente promosso.

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Ma non fù contenta la generosa Matrona d'avere” alzato un Tempio materiale alla Gloria dell' Altissimo, e offertovi per ministrare d'avanti a Lui tutti i giorni della sua vita, come già fece Anna del suo piccolo Samuello (1. Reg. 1.), il frutto desiderato del suo utero volle coronare la sua offerta, consa crandogli Templi Spirituali nelle tre sue Figliuole, le quali invitate dal suo esempio, e dalle sue esortazioni infiammate, săcrificarono allo Sposo Celeste la loro verginità, vivendosene insieme con lei ritirate nella propria Casa, come in un Chiostro. Oltre queste notizie, che di Giuliana ci dà S. Ambrogio, nulla più ne sappiamo, non essendoci pervenuta memoria del rimanente delle sue azioni, nè della sua niorte, ma queste sole notizie son più che bastanti a farcene, formare un alto concetto, e ci porgono un ragionevol motivo di argomentare, che tutto il corso della sua vita, e la sua morte fossero corrispondenti a quel che di lei celebrò co' suoi encomj il Santo Arcivescovo laonde io non dubito di assomigliarla a una Paola, a una Marcella, a una Melania, a una Fabiuola, a un' Olinpiade, e ad altre Nobilissime, e Santissime Donne, che in quei giorni fiorirono, le quali impiegarono le loro sostanze in opere di Pietà, e segnalaronsi nell' esercizio delle più sublimi virtu; talchè si meritarono gl'elogj dei SS. Padri, e l'ammirazione di tutti i Secoli.

Che cosa poi sia stato delle sue ceneri, le quali è credibile, che avessero il loro riposo presso la Basilica da lei fab

(1) In questa destinazione, che fece la Giuliana del suo piccolo Figliuolo“, costituito nell' Ordine dei Lettori alla servitù della Chiesa di S. Lorenzo, dopo averlo con voto offerto a Dio, si ravvisa quel costume, che fù in vigore nel quar to, e quinto Secolo, conforme ai Decreti de' Sommi Pontefici, ai Canoni dei Concili, al Testimonio de' Padri, e all' Ecclesiastica Isroria, che quelli, che per voto dei Genitori erano destinati allo Stato Ecclesiastico, vi dovessero essere ammessi nella Puerizia, ed anche nella stessa Infanzia, o almeno prima della Pubertà, cioè non ancor terminato il quattordicesimo anno, e che nell'atto di esservi ascritti dovesse ro ricevere l'Ordine del Lettorato, da cui fossero come iniziati, e 'preparati per entrar nella Sorte del Signore, non essendo stata per anche istituita a questo fine la Tonsura, la quale per lungo tempo non fu mai conferita separatamente dal primo Ordine, ma insieme con esso, come una ceremonia annessavi, e finalmente, che prima di ricever l'Ordine, da cui essere introdotti nel Clero dovessero esser destinati, e legati al perpetuo servizio d'una determinata Chiesa, cui non fosse lecito foro di abbandonare, eziandio per passare ad un altra senza la licenza del Vescovo, o del lor Superiore.

bricata, è affatto ignoto. Egli è ben vero, che nel principio del Secolo XVIII. fù trovato a caso, ne' Sotterranei della nostra Chiesa un frammento di Lapida, Sepolcrale con l'appresso Iscrizione (1). Il Proposto Gori T. I. Inscript. Etrur. pag. 220.seguitato da Monsignor Foggini, dal Lami, dal Manni, e da altri, riportando quest' Iscrizione, la quale egli legge così: Hic in pace requiescit Ancilla Dei Iuliana, quae vixit &c. l'attribuisce, secondo il parere dei più periti Antiquari, alla nostra Giuliana, che come Fondatrice della Basilica di S. Lorenzo, sarà stata, dice egli, verisimilmente sepolta nel Cimitero di essa, il quale a suo giudizio, appoggiato al sentimento de' più versati nelle Fiorentine Antichità, era uno dei Cimiterj dei nostri primi Cristiani. Infatti essendo stata trovata la Lapida nel luogo dell'antica Chiesa edificata dalla Giuliana, che era, come si tiene per fermo, dove sono i sotterranei della nuova, ed avendo i riscontri d'essere di quel tempo, si può giudicare con tutta la probabilità, che ad altra Giuliana non appartenga, che alla nostra. Oltrechè l'aggiunto di Ancilla di Dio, che ivile si attribuisce, era convenientissimo a lei benchè vedova, nommeño, che alle Vergini consacrate al Signore, per essersi separata dal marito, e insieme con tutta la sua figliuolanza dedicatasi al Divino servizio col voto di perpetua castità. do La stessa sorte della madre ha corso il figliuolo Lorenzo, del quale, fuor di quel pochissimo, che accenna di lui S. Ambrogio, altro più non ce ne dicono le nostre Istorie. Essendo stata trovata nel restaurarsi modernamente la Chiesa di. S. Felicita della nostra Città in un antichissimo Cimitero ivi posto trà alcune Iscrizioni Sepolcrali quella di un Lorenzo Numerio Diacono di anni cinquantacinque, il Lami ha sospettato, che questi possa essere il nostro dal grado di Lettore passato a quello di Diacono. (2) Io però lo giudico più veramente un'altro, Lorenzo; poichè essendo stata sepolta la Madre del nostro presso la sua Chiesa, come dall'Iscrizione ivi scoperta, arguiscono i più periti Antiquari, egli è da credersi che vi fosse sepolto anche il Figliuolo, tantopiù,

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(1) Questo monumento passò, non si sà come, nelle mani del celebre Senatore Filippo Buonarroti, e fù da lui riposto nel suo raro Museo...

(2) La riporta il Gori Tom. 1. Inscript. Etrur, pag. 309., e il Lami S. Eccl. Flor. Monum. Tom. 1. pag. 685. Laurentius Numerius Diaconus vixit annos P. M. LV. Depositus V. Idus Octo, In Pace,

che s'è veduto non dubitare il Gori, che ivi fosse un'altro Cimitero de' vecchi Cristiani.

Della Giuliana, e della Chiesa da lei fondata, oltre S. Ambrogio nel suo Libro dell' Esortazione alla Verginità, ne parla il Cardinale Baronio negli Annali all'anno 392. e nelle Note al Martirologio Romano sotto il dì 7. Febbrajo, Monsignor Vincenzio Borghini nel Trattato della Chiesa, e Vescovi Fiorentini Part. II. pag. 369., e seg., Silvano Razzi nelle Vite de' Santi, e Beati Toscani, il Tillemont nelle Note alla Vita di S. Ambrogio T. X. Art. 73., il Cardinale Lambertini nelle annotazioni sopra alcuni Santi, dei quali si fà l'Ufizio nella Città, e Diocesi di Bologna poi Benedetto XIV., il Manni de' principj della Religion Cristiana in Firenze Lib. I. Cap. VIII., ed altri moderni nelle Annotazioni sopra alcuni Santi, de' quali si fà l'Ufizio nella Città, e Diocesi di Bologna.

Poichè innanzi a' tempi del Borghini, siccome egli racconta nella Part. II. dei suoi Discorsi pag. 72. e seg. vi fù chi in una Cronichetta composta a Deche della Città di Bologna stampata senza il nome dell' Autore lasciò scritto, che la Giuliana lodata da S. Ambrogio nell'accennato suo Libro non era Fiorentina, ma Bolognese, e la stessa ; di cui si fà la commemorazione nel Martirologio Romano al di 7. di Febbrajo, e che ciò, di che si tratta in quel Libro era seguito non in Firenze, ma in Bologna, e così di due Giuliane ne fece una sola, il Borghini preso a fare un minutissimo 'esame dei Caratteri dell' una, e dell' altra Giuliana, la Fiorentina, e la Bolognese, e messa in chiaro la notabile diversità, che pas sa fra loro, venne a scoprire i patenti, e solenni errori, che si contengono in questa opinione, e ne dimostrò evidentemente l'insussistenza, e la falsità. Contro di essa, sostenuta posteriormente da altri Autori Bolognesi, ha scritto ultimamente il lodato Cardinale Lambertini; onde io stimo, che sarà un pregio dell' opera il riportar qui distesamente quelche egli ne dice, per l'onore, che apporta alla nostra Città, il giudizio di un Soggetto di tanta integrità, erudizione, e dottrina

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Il Galesino (scrive egli) nel suo Martirologio parlando di questa S. Giuliana (intende della Bolognese) ag,, giunge le seguenti parole = Testimonio Beati Ambrosii Il

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lustris e le parole di S. Ambrogio sono nel libro De exhortatione Virginitatis Cap. 1. et 2., il qual libro, o sia sermone recitò egli in Firenze, quando invitato da' Fiorentini consacrò una Basilica, che una volta dicevasi Ambrosiana, ed ora di S. Lorenzo (1), a cui è annessa la famosa Biblioteca. In questa Basilica collocò alcune Reliquie de'SS. Vitale, ed Agricola, che portò seco di Bologna, e nel citato libro, o sia sermone, il Santo ,, racconta, che la Basilica era stata fabbricata da S. Giu-. liana (E qui riporta alcune parole del sermone, di cui si parlerà al suo luogo).,, Nell'antiche Lezioni, che recitavansi dalle Monache del Monastero di S. Vitale, si ,, suppone, che la nostra Giuliana sia quella stessa, di cui ,, parla S. Ambrogio, portandosi in lode della medesima le ,, parole del Santo. Il Ferrari ne'Santi d'Italia al giorno 7. di Febbrajo riflettendo, che in Firenze non v'è veruna santa vedova col nome di Giuliana, che sia venerata come Santa; e che i Fiorentini non riconoscono veruna Giuliana per fiorentina, vuole, che la Giuliana di S. ,, Ambrogio sia quella di Bologna, della famiglia de' Banci, e che essa di quì partita andasse a Firenze, ove fabbricasse la Chiesa di S. Lorenzo. Il Bollando nella vita di questa Santa al §. 3. sotto il num. 17., inclina a ,, questa opinione, fondandosi nella citata cronica della Badia di S. Stefano: e questa cronica ha persuaso altri a dire lo stesso, fra' quali Pullieno Lupari, ed altri Storici ,, Bolognesi, ed ultimamente l'autore dell' addizioni al Sigonio nella Vita di S. Eusebio Vescovo di Bologna al num. 26. Grande sarebbe il nostro contento, se salva la verità, " potessimo dire, che la nostra Giuliana sia quella, di cui ", parla S. Ambrogio. Il Cardinale Baronio nelle note al Martirologio Romano sopra quelle parole, Bononiæ San& Julianae Viduae così scrive: De eadem tabulae Ecclesiae Bononiensis. Julianam viduam laudibus cumulat S. Ambrosius in exhortatione ad Virgines; Sed illa, ut apparet, Florentiae nobilissima Femina claruit, quae erexit illustrem "Basilicam, quam S. Ambrosius dedicavit, locupletavitque Sa

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(1) Ebbe fin dal suo principio l'uno, e l'altro titolo; di S. Lorenzo, perchè a lui dedicata, e d'Ambrosiana, perchè consacrata da S. Ambrogio.

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