ciasi la luce, fu fatta la luce: e similmente dicendo e comandando Dio col verbo suo furon fatte tutte le altre cose. Dirà alcuno, maravigliandosi di questo modo di parlare, per lo quale sono fatte tutte le cose, perchè non dissero: Il quale creò, ovvero fece tutte le cose? Questo modo di parlare fu espressamente usato da S. Giovanni Evangelista, quando parlando del verbo santo disse: Tutte le cose sono fatte per esso. Perciò è da sapere, che quando parliamo delle tre persone, secondo la natura loro, secondo la quale sono un sol Dio, usiamo questo modo di parlare. Il Padre ha creato, ovvero fatto il mondo, e similmente diciamo del Figliuolo e dello Spirito Santo, intendendo però che queste tre persone non sieno più che un creatore ed un fattore del mondo. Ed in questo modo abbiamo detto di credere in Dio creatore, o fattore del Cielo e della terra. Ma quando parliamo delle tre persone, secondo che sono tra sè distinte, per sigincare quenią usunzione, appropriamo loro diversi modi di parlare, dicendo: Dal Padre sono tutte le cose. Per lo Figliuolo sono tutte le cose. Nello Spirito Santo sono tutte le cose. Il primo detto esplica la produzione delle cose, la quale, ancora che convenga a tutte e tre le persone, nondimeno si appropria al Padre, La proprietà del quale è non aver principio alcuno. Il secondo detto esplica il modo della creazione delle cose, appropriato al Figliuolo, perchè, come abbiamo detto, dicendo Dio, e comandando per lo verbo e Figliuol suo ciò che gli piaceva che si facesse, si faceva subito senza altro ministerio e senza altra opera. Il terzo detto esplica il fine di tutte le cose prodotte, appropriato allo Spirito Santo, al quale appartiene la distinzione delle grazie, per le quali tutte le creature sono guidate a'loro fini. Per ciò a questa distinzione guardando S. Paolo, disse: Dal quale, per lo quale, nel quale sono tutte le cose, a lui sia sempiterna gloria, Questo fu, carissimi miei figliuoli, il decreto del santo concilio Niceno contra gli Arriani, contra la pestifera dottrina de' quali fu principalmente congregato. Nel qual concilio si trovarono trecentodiciotto Vescovi. Questo numero (dice S. Ilario) a me pare santo, perciocchè con questo numero di soldati suoi domestici Abraam assalì e vinse tre eserciti, radunati insieme di tre empî e scelerati Re. Onde ne fu benedetto da Melchisedec, che col pane e col vino rappresentò il sacerdozio eterno. Fra questi Vescovi fu Panunzio di Egitto, Spiridione di Cipro, Osio di Corduba, Alessandro d'Alessandria col suo diacono Attanasio, Vittore e Vincenzo preti, mandati dal Pontefice Romano, uomini ben dotti e savî, ma quello, che più importava, pieni di spirito e di santità, e molti altri, de' quali alcuni per la confessione della santa fede cattolica erano stati accecati, altri segnati col fuoco, e variamente tormentati, altri vi erano senza mano, o senza qualche altra parte del corpo tagliata loro da' tiranni persecutori e nemici della verità. Sedeva in mezzo di loro il veramente grande Imperatore Constantino, in una sedia però alquanto più bassa di quella di que' santi Vescovi, il quale mai non ardiva di mettersi a sedere, se prima non gli era da que' santi e venerandi Vescovi ordinato. Contraddiceva Arrio quanto più poteva a questo verissimo decreto per rispetto di questa parola: Consubstantialem nella quale consiste tutto il nervo della verità, e insieme con Arrio consentivano solo diciasette Vescovi. Fu portato il decreto a Constantino, il quale avendolo letto, tocco nell'animo dallo Spi rito Santo disse: questo decreto io non l' accetto, io non l'abbraccio come cosa umana, ma il venero e adoro come cosa divina. Chi insegnerà o parlerà contra questo decreto sarà punito non come uomo che contraddica agli uomini, ma come uomo che contraddica a Dio. Sei soli furono che insieme con Arrio contraddissero, mandati subito dal buono e veramente cristiano Imperatore in esilio. Gli altri undici sottoscrissero il decreto, tra' quali furono i due Eusebî, il Nicomediense e il Cesariense. Teniamo adunque figliuoli miei carissimi, forte la fede di questo articolo stabilito con la dottrina, co'miracoli, con la vita, con la morte, con la resurrezione, con l'ascensione in Cielo di Gesù Cristo, con la venuta dello Spirito Santo, con la predicazione degli Apostoli, col sangue loro sparso in tutte le parti del mondo, con l'autorità di questo santo concilio, e finalmente col pessimo e vergognoso fine di Arrio, nemico di questa verità. E ricordandoci sempre di essere stati liberati dal peccato, e adottati in figliuoli di Dio per mezzo del suo unigenito, naturale e consustanziale, consustanziale, consustanziale dico, a dispetto delle putride viscere di Arrio, e degli Arriani vecchi e nuovi; guardiamci di non ricadere ne' peccati, e di non perdere la grazia dell' adozione; conciosiacosachè perderemmo la parte della eredità celeste, perchè la fede sola non basta a salvarci. Pensiamo, pensiamo, che la parola detta dal buon Gesù al languido sia detta ancora a ciascuno di noi. Ecco che tu sei sanato, avendo pei meriti miei, non per i tuoi, avuto la remissione de' tuoi peccati, col mezzo della fede, guardati di peccar più, acciocchè non ti av-venga cosa peggiore. E che cosa potrà mai esser peggiore del peccato? cadere nell'Inferno, ove non è pentimento, non è redenzione, non è remissione di peccato, non è speranza di salute; ma, come dice Giobbe, miserie, tenebre, ombra di morte, e sempiterno orrore, dal quale ci liberi la Santa Trinità Padre, Figliuolo é Spirito Santo. Amen. PREDICA SETTIMA Come si dee credere la concezione e la natività del Qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Dappoichè il Signor nostro, dilettissimi in Gesù Cristo, ebbe chiamato quella prima beata coppia di fratelli pescatori Pietro ed Andrea, che pescavano nel picciol mare di Galilea, come non bastassero due alla gran pescagione, che si doveva fare nel grande e spazioso mare di questo mondo, si deliberò chiamarne un' altra, acciocchè quattro fratelli e pescatori corrispondessero alle quattro principali parti del mondo. Perciò partendo da quel luogo, ove aveva chiamato i due primi, e camminando per la riva del mare trovò Giacomo e Giovanni suo fratello, i quali in una navicella insieme col padre loro Zebedeo rassettavano le reti. Questi furono i secondi chiamati. E quanto io posso immaginarmi, stimo, che usasse o quelle stesse, o simili parole a quelle che usate aveva quando chiamò Pietro ed Andrea. Venite dopo me, che io vi farò diventare pescatori di uomini. Udita questa parola e questa gran promessa subito i buoni fratelli lasciate le reti, lasciato il padre il seguirono. Ora al Seripando - Prediche 15 tempo di tessere là divina rete del santo simbolo, dopo Pietro ed Andrea, cominciò Giovanni a tessere la sua parte, il quale (secondo il suo costume) congiunse insieme cose infinitamente distinte e separate, le quali mai non potè comprendere l'umano intelletto che potessero stare insieme. Questo è quel Giovanni, che nell' Evangelo suo congiunse il Verbo divino con la carne umana, dicendo: Verbum caro factum est. Ed oggi in questa sua parte della rete tesse insieme lo Spirito Santo con la concezione umana, tesse il parto con la virginità, dicendo del Figliuolo di Dio, unico Signor nostro: Qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine. La qual parte ci viene oggi molto a proposito, essendo la solennità della Vergine, perchè lasceremo stare le spinose e incerte questioni, che sogliono in questo giorno travagliar le menti e tirarle a gran contese, e ragioneremo di cosa certa e chiara, come il sole, la quale ancora ritorna in gloria della Vergine, il cui nome è finissimamente ricamato in questa parte del santo nostro simbolo, dicendo S. Giovanni: Natus ex Maria Virgine. Due cose sono, la memoria e la considerazione, delle quali teneva i santi Padri in tutta la lor vita in grande amaritudine, in continua mestizia, in acerbissimo dolore, e in assidue lagrime. E sono appunto quelle per le quali gli uomini ignoranti della verità, e che poco considerano quello di che debbono ralle grarsi, e quello di che debbono attristarsi, fanno gran festa, e sommamente si rallegrano. La prima è la concezione, quando la creatura è concetta nel ventre della madre, cioè, quando, essendo formato il corpo, gli si dà da Dio bene-. detto l'anima. E l'altra è la natività, quando in capo di nove mesi esce dal ventre della madre. Di queste due cose |