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sto era allora, ed è ancora nel Mondo, perchè non è altro che la virtù, e la potenza del Demonio, la quale per varî Anticristi s'è mostrata variamente, e in qualche parte operando sempre questo mistero d'iniquità. Ma in questo Anticristo si scoprirà tutta insieme, perchè opererà in esso tutte le sue arme contra la salute degli eletti, arme di poca potenza, d'eloquenza e d'ipocrisia, di profezie, di falsi miracoli e di tutte quelle cose, che possono ingannare, e indurre in errore le menti umane. Ma voglio, che voi sappiate, che cosa è questo mistero d' iniquità, che per li suoi Anticristi ora opera, e per questo ultimo segnalatamente al tempo suo opererà il Demonio. Non è altro, che ammorzare ne'cuori umani il vero lume della fede, e spegnere affatto il foco della carità. Perciò Gesù Cristo vedendo questa opera secreta, chiamata mistero d'iniquità dello spirito maligno di tutti gli Anticristi, e specialmente di questo ultimo, disse. Pensate voi, che quando verrà il Figliuol dell'Uomo a giudicare, troverà fede in terra? quasi volendo dir molto poca. Disse ancora parlando degli ultimi giorni. Abbonderà l'iniquità, e raffredderassi la carità di molti. Tutto questo sia detto, per mostrarvi, che il tempo e l'ora del giudizio non si può sapere. Chi può sapere, quando si scoprirà questo ultimo Anticristo? Quando la fede sarà estinta più che non è oggi? Quando sarà in modo raffreddata la carità, che sia vicina a spegnersi? Come adunque faremo per trovarci quel giorno apparecchiati, e per non essere sopraggiunti alla sprovveduta? Ricordatevi di ciò, che disse S. Paolo di quel giorno, che verrà, come il ladro di notte, e di quello che disse il Signor nostro, che se il padre di famiglia sapesse l'ora, che ha da venire il ladro, starebbe vigilante, e quan

do il padre di famiglia sapesse di certo che il ladro ad ogni modo ha da venire, ma non sapesse l'ora; che cosa farebbe egli? certo è, che starebbe vigilante e sollecito tutta la notte. Così facciamo noi, sapendo certo, come oggi c'insegna S. Bartolomeo, che il giudice verrà: e non sapendo l'ora, dobbiamo stare sempre desti, sempre sopra di noi, sempre apparecchiati, sempre in orazione, per non essere colti alla sprovveduta, o trovati a dormire. Perciò S. Paolo chiama i tempi nostri tempi ultimi e S. Pietro i giorni nostri giorni ultimi: e S. Giovanni l'ora nostra l'ora ultima. Perciocchè noi Cristiani dobbiamo vivere con continua aspettazione del Signore, e come fossimo certi, che questo tempo, nel qual siamo, questo giorno, quest'ora fosse l'ultima del Mondo, e quando sentiamo cantare questo articolo nel simbolo Niceno, il qual dice, Et iterum venturus est cum gloria iudicare vivos e mortuos, pensiamo, che oggi sono millecinquecentocinquantasei anni, che venne la prima volta, e che possiamo aspettarlo ogni anno, ogni giorno, ogni che venga la seconda volta: venga dico, non come la prima, senza gloria manifesta e pubblica, per esser giudicato dagli uomini, e per salvare il Mondo; ma in forma gloriosa a giudicar tutti i vivi e i morti, cioè, tutti gli uomini del Mondo. E quando il santo simbolo Niceno aggiugne quello che non disse S. Bartolomeo, Cujus regni non erit finis, ricordarei, che uno de' principali desiderî, che deve avere il buon Cristiano, è, che il regno di Dio venga all'ultima sua perfezione, e di questo per dottrina di Cristo prega ogni giorno Iddio, dicendo: Adveniat regnum tuum. Il che sarà, quando saranno distrutti tutti gli Anticristi, tutti i nemici di Cristo, infino all' ultimo, che è la

ora,

morte: quando saranno posti tutti per iscabello de' suoi santissimi piedi, quando si vedrà il figliuolo soggetto al padre, cioè, aver perfettamente adempiuta la volontà del padre, in condurre a perfezione il beatissimo regno degli eletti. E questo sarà il giorno del giudizio, del quale S. Attanasio non disse altre parole che queste di S. Bartolomeo : Inde venturus est iudicare vivos e mortuos. Questo giorno, guardando noi all'opere nostre, e pesandole col suo peso, e senza inganno, dobbiamo temerlo: ricordandoci, che S. Paolo il chiamò giorno d'ira, e di manifestazione del giusto giudizio di Dio, nel quale darà a ciascuno, secondo l'opere sue; ma guardando alla perfezione del regno di Dio, pieno di gloria, di vittoria, di pace e di felicità, dobbiamo con desiderio aspettarlo, perchè in quello, come dice S. Paolo, apparirà Cristo senza peccato: cioè, senza bisogno d'offerire se stesso per li nostri peccati, il che fece già sufficientemente solo una volta, e apparirà per salute di tutti coloro, che divotamente l'aspettano. Dobbiamo amarlo, perchè non solo a S, Paolo, ma a tutti coloro, che amano questo giorno del giudizio, tiene il giusto Giudice apparecchiata la corona della loro giustizia, la quale consiste in combattere co' nemici della salute gagliardamente, e in questa battaglia finir costantemente il corso della vita, e tener ferma la fede. Ma pensiamo un poco in quel giudizio, chi sarà il nostro avvocato? Io figliuoli miei dolcissimi, ho pensato a questo passo, e per me, che confesso averne bisogno, e per voi, pensando che ancora voi n'abbiate bisogno, e finalmente in questa notte del parto della Vergine ho voluto consigliarmene con lei, come con la madre non solo del Giudice, ma ancora de' peccatori, e le ho detto. O ma

dre benedetta, e singulare, chi sarà avvocato mio, e de' miei Salernitani nel giorno del giudizio? Chi farà le nostre difensioni? Chi allegherà per noi ? Chi basterà a scusare i nostri gravissimi falli ? Mostraci Madre Santissima a chi dobbiamo ricorrere. E mi pareva, che distendesse le sue purissime mani nel Presepio, è mi mostrasse Gesù Cristo fanciullino, poco avanti uscito del suo ventre, e involto in panni vili ma candidissimi; e io intesi che l'avvocato nostro ora è quello, che allora sarà Giudice nostro, e chi non lascia di confidare sempre in questo avvocato, sarà ancora da lui aiutato, difeso, scusato, salvato in quel giudizio. Perciò inginocchiato, come anco ora m'inginocchio, mi voltai al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, facendo per voi e per me questa orazione, insegnatami dal buon pastor S. Gregorio: Deus, qui nos redemptionis nostrae annua expectatione laetificas, praesta, ut unigenitum tuum, quem redempto rem laeti suscipimus, venientem quoque judicem securi videamus, Dominum nostrum Jesum Cristum filium tuum, qui tecum, et cum Spiritu Sancto vivit e regnat in secula seculorum. Amen.

PREDICA DUODECIMA

Qual bisogna che sia la fede Cristiana e cattolica mello Spirito Santo, nella quale si finisce e termina tutto quello che tocca alla fede della Santa Trinità, sopra le parole del simbolo.

Credo in Spiritum Sanctum.

Discorso sopra la orazione di S. Agostino, la quale fece quando col suo popolo si trovò assediato da' barbari nella città d' Hippona.

Non senza mio gran dispiacere, dilettissimi in Gesù Cristo, sono passati tanti giorni e mesi, che io non solo non ho ragionato con voi, ma non vi ho anco veduti tutti insieme, come per ispezial grazia e singolar dono di Dio vi veggo oggi congregati in questo luogo, e attenti per ascoltare la parola di Dio. Sapete, che dopo il giorno di Natale io non sono più qui comparito, per far questo uffizio, il quale è propriamente mio, e del quale, come più volte ho confessato, io vi sono spezialmente debitore. Le cagioni sono state due. La prima fu, che dopo quel giorno mi trovai tanto debole e mal disposto, che non potei negli altri giorni solenni, che seguirono, ragionarvi e pascervi secondo il mio costume. La seconda fu, che poco dopo que' santi giorni si cominciarono ad udire cose veramente nuove, terribili, spaventevoli e maravigliose, che da quella parte per giusta disposizione di Dio, e per li nostri peccati, ne veniva la guerra, donde non si doveva aspettare altro che pace: da quella parte uscivano gli eserciti armati, donde solevano uscir i Sacerdoti mandati a predicar l'Evangelo di pace: da

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