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santo, che diceva: Signor comandami ciò che ti piace, ma dammi grazia ch'io possa far quello che tu mi comandi, perchè con questa orazione mostreremo pronta volontà di obbedire a Dio; e confesseremo l'impotenza delle nostre forze, le quali due cose la divina bontà si degnerà riguardare con pietoso occhio, e benignamente ascoltarle, accettando la nostr prontezza, e soccorrendo alla nostra debolezza. Amen.

PREDICA QUINTA

Qual bisogna che sia la fede del cristiano in Gesù
Cristo sopra le parole del simbolo

Et in Jesum Christum filium ejus unicum
Dominum nostrum

Questa certamente, dilettissimi in Gesù Cristo, fu vera e santa fraternità di S. Pietro e di S. Andrea; de' quali si legge che uno di loro, cioè, Andrea fu discepolo di S. Gio: Battista, e che stando un giorno col suo Maestro e con gli altri discepoli, passò Gesù Cristo benedetto. Ancora S. Giovanni fece l'officio suo, mostrando a' suoi discepoli Cristo, e dicendo: Ecco l'agnello di Dio. Dall'aspetto di Cristo, e dalla voce del suo Maestro si mosse S. Andrea, e con essolui un altro discepolo non nominato, e andarono appresso a questo agnello di Dio, mostrato loro dal lor Maestro. Questo veramente mansueto agnello, che con gli occhi della divinità vedeva il tutto, si voltò e dimandò loro che cosa cercavano, risposero: Maestro, per ora ci basta sapere ove tu abiti, con disegno di andare un'altra volta a trovarlo a tempo e luogo più opportuno, e dirgli ciò che desideravano. Il che, secondo il pensier mio, era di diventare suoi

discepoli, e per questo stimò che lo chiamassero Maestro. Ed essendo lor detto, Venite, e vedete il luogo ove io abito; andarono e videro, chè tutto il resto di quel giorno, che fu dall' ora decima infino alla notte, dimorarono col buon Gesù. Non mi dice l'istoria quello, che io sommamente desiderava d'intendere, quali fossero i loro ragionamenti, ma forse procedendo più oltre, ne troveremo qualche coniettura. Non penso, che passasse il giorno seguente, che il buono Andrea cercò e trovò Simone suo fratello, e per la miglior novella che a quel tempo si aspettasse dagli Ebrei, gli disse: Abbiamo trovato il Messia. Dalla qual parola mi muovo a credere, che i ragionamenti di quelle due ore del giorno avanti, tra Cristo benedetto, e que' due discepoli, fossero della venuta del Messia; da' quali Andrea fosse illuminato a credere che quello agnello, mostrato da Gio: Battista, fosse il vero Messia. Or non contento Andrea aver dato questa buona nuova al fratello, il condusse ancora in casa del buon Gesù, il quale gli disse: Tu sei Simone, figliuolo di Giona, tu sarai chiamato Pietra. Non so quanto dopo questo fatto, passando Gesù Cristo appresso il mare di Galilea, vide insieme questi due fratelli pescatori, che mettevano le lor reti nel mare, e chiamandoli, disse: Venite meco che io vi farò pescatori degli uomini. Ed allora lasciate le reti, seguirono continuamente Cristo. Quando poi giunse il tempo di pescare gli uomini, insieme con gli altri discepoli, chiamati a questo medesimo effetto, cominciarono a lavorar le reti, per distenderle nel mare di questo mondo, e serrarvi dentro ogni sorte d' uomini. Questa rete fu il santo simbolo. La prima parte del quale fu tessuta da S. Pietro, come capo di tutti gli altri Apostoli. E questa parte è stata

da noi dichiarata ne' ragionamenti passati. Seguita molto opportunamente oggi, che è il giorno di S. Andrea, la seconda parte da lui tessuta, che dice: Et in Jesum Christum Filium ejus unicum Dominum nostrum. La qual voglio che cominciamo a trattare oggi, confidandoci nell'aiuto di Dio, e nella intercessione di questo glorioso Apostolo nostro vicino. La prima parte di questa santissima e sottilissima rete, tessuta da S. Pietro, è stata certo mirabile; nondimeno molti infedeli vi si veggono ad un certo modo dentro: perchè hanno in qualche parte conosciuta e confessata la verità di tutto quello che si contiene in questo articolo; ancora che non in quel modo che è stato da noi dichiarato, e che sia così. Ditemi un poco, non v'ho io detto, che tutto il fine e tutto il bene al quale col suo mirabile ingegno, e co' suoi continui studî Aristotile pervenne, fece conoscere, e concludere la unità di Dio? Non chiamano spessissime volte i poeti Dio padre? Non confessò Agatone, Dio essere onnipotente? quando disse: Questa sola cosa non può fare Dio, che quello che è fatto, non sia fatto. Non descrisse Platone, ammaestrato da Pitagorici, il sommo Dio creator del cielo e della terra? Di che maravigliandosi uno Epicureo, o per dir meglio burlandosi degli Accademici, disse: Con quali occhi potè vedere il vostro Platone quella fabbrica di tanto grande opera con la quale fa edificare il mondo da Dio? Adunque, benchè imperfettamente, pure in qualche modo la parte detta da S. Pietro fu conosciuta e confessata da alcuni infedeli: ma quella, che tesse oggi S. Andrea, non fu giammai nè creduta, nè confessata, se non da' veri e fedeli cristiani. Nè dentro questa parte io vi veggo presi altra sorte d' uomini, perchè parla di Gesù Cristo, unico figliuolo di

Dio Signor nostro. Il quale ci disse: Nessuno conosce il figliuolo, se non il padre. Nè ancora il padre è conosciuto da altri, che dal figliuolo, e da colui al quale il figliuolo vorrà manifestarlo. La verità di questo detto di Cristo è chiara nelle scritture; nelle quali si legge che Gio: Battista conobbe il figliuolo, manifestatogli però dal padre, non solo interiormente, ma anco col segno esteriore della colomba. S. Pietro conobbe il figliuolo non per dottrina di carne e di sangue, come era quella de' Giudei; ma per rivelazione del Padre Eterno. E coloro, che anno conosciuto il padre, non l'anno conosciuto se non per rivelazione del figliuolo, il quale disse: Padre io ho manifestato il nome tuo agli uomini. Questa parte ragionevolmente Pietro la lasciò ad Andrea, perchè parla di Gesù Cristo vero Messia, alla notizia del quale venne Pietro la prima volta spinto dalla parola d'Andrea. Veggiamo adunque prima qual sia il sentimento e l'efficacia delle parole, le quali poi esamineremo d'una in una. Il sentimento delle parole di S. Andrea è questo: Io credo in Gesù Cristo in quel modo stesso che io credo in Dio, perchè credendo l'amo, mi muovo verso lui, e come membro suo, da lui e non da me stesso dipendo, e sono guidato dallo spirito suo e non dal mio. Questo è incorporarsi con Cristo, e diventar membro del corpo suo. Onde disse S. Paolo essere stato rivelato agli Apostoli ed a' profeti, che le genti per l'Evangelio erano partecipi della promessa ed eredità di Cristo, e membri del suo santissimo corpo. Sono ancora queste parole di tanta efficacia, che c'insegnano che sicuramente possiamo credere in Gesù Cristo, non altrimente che crediamo in Dio, perchè ci dimostrano che Cristo è una persona divina in due nature, delle quali l'una è divina e

eterna, l'altra è umana e presa in tempo. Altrimenti, ancora che potessimo credere a Cristo, come Maestro e dottor della verità; non dovremmo però credere in Cristo, onde uomini santi hanno detto: Noi crediamo all' Apostolo, ma non crediamo nell' Apostolo, perchè non è l'Apostolo quello che ci giustifica. E S. Paolo dice: Colui si giustifica per la fede che crede in chi giustifica l'empio. Ma passiamo un poco alla considerazione delle parole, e veggiamo come ci dimostrano le due nature in Cristo, perchè un'altra volta parleremo della persona.

La prima parola è Gesù, che significa in Cristo la natura divina, perchè questa parola è Ebrea, appresso noi Latini vuol dir Salvatore; ma bisogna sapere che si trovano due modi di dar salute, o di salvare. L'uno è da'nemici e dalle afflizioni esteriori di guerre, di servitù, di morte, e di simili calamità. Ed in questo modo molti uomini puri furono chiamati Salvatori, mandati da Dio per salvare il popolo suo d'Israel. De' quali uno fu Othoniele che salvò il popolo di Dio dalla servitù di Chusam Re di Mesopotamia; sotto la quale era stato otto anni. L'altro fu Aod che salvò il medesimo popolo dalla servitù d' Eglon Re di Moab; sotto la quale erano stati diciotto anni. E di questi Salvatori se ne leggono ancora degli altri nelle sante istorie. Ma l'altro modo di salvare o di dar salute, è da' peccati, intimi nostri nemici, e dalle acerbissime afflizioni che da loro nascono. Le quali chi vuol sapere quanto sieno gravi legga que'salmi ne' quali David piange i peccati suoi, e vedrà l'angustia dell'anima che si vede nella servitù de' peccati; e tra l'altre consideri queste parole: Le mie iniquità hanno trapassato il mio capo, che tanto vuol dire, quanto Seripando Prediche

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