صور الصفحة
PDF
النشر الإلكتروني

stessi disponevasi dagli Spagnuoli della sua eredità, ed egli non volle crescersi brighe e parve non curarsi del bene dei suoi sudditi.

L'avvenimento beneaugurato della Dinastia Lotaringio-Austriaca sul trono di Toscana segnò un'era di rinascimento e di speranze per questa bella contrada cui il principato mediceo avea guasta, spopolata, impoverita, corrotta; savie leggi, utili provvedimenti, miglior ordine introdotto in ogni amministrazione preludiarono a leggi più benefiche, più importanti, accennarono a più lieto avvenire; nè le speranze andarono fallite. Il Sant' Uffizio non fu tocco in sui prim'anni del regno di Francesco di Lorena; la era cosa delicata e piena di pericoli, e v'era d'uopo di moderazione.

In questo periodo di tempo, ai 9 maggio 1739, pochi mesi dopo l'entrata solenne del granduca in Firenze, furono poste dagl'inquisitori le mani addosso a tale una persona che per ingegno non comune, per larga vena poetica e per piacevolezza di conversare tenevasi in gran conto dai suoi concittadini; era questi il dottor Tommaso Crudeli, nel quale la facilità dell'eloquio non era sempre temperata dalla castigatezza delle parole e dalla dirittura de'sentimenti; improvvido, come non dirado sono i poeti, sparlò del clero (1), con soverchia leggerezza; si fece dei nemici, e questi vilmente lo accusarono di aver sentimenti empi, di avere appartenuto alla società dei Liberi Muratori. Sarebbe bastato

(1) Nel 1734 fu fatta nella cappella de' Pazzi nel chiostro primo di Santa Croce un'accademia in onore del Senator Filippo Bonarroti; il dottor Crudeli vi recitò una canzone in cui toccò dalla fermezza del Bonarroti che era stato segretario di Giurisdizione; il nunzio e l'inquisitore gl'intentarono un processo per questo.

anche meno perchè l' inquisitor fiorentino vedesse nel dottor Crudeli materia pel suo tribunale; infatti da qualche anno erano cresciute le ansie del Sant' Uffizio in proposito dei Liberi Muratori, e poichè si diceva contarsene trentamila in Toscana, si spiavano gl' individui e le famiglie per averne qualche riscontro, e nell' assoluta ignoranza dello scopo che la Società si proponeva, sognavansi strane pratiche, giuramenti empi, dei quali ha poi la storia fatto giustizia (1).

Il Crudeli fu dunque chiuso nelle carceri di Santa Croce. Noi non diremo delle tribolazioni, delle sevizie, dei dolori delle malattie mortali che v'ebbe a patire pel corso d'oltre un anno; ne circola a stampa una relazione, e noi volentieri rimandiamo a quella i nostri leggitori, per disgusto infinito di siffatte materie. Vuol giustizia però che si dica essersi il nunzio pontificio caldamente adoperato in questa bisogna, e la Sacra Congregazione stessa di Roma, conosciuto il tenebroso procedere degl' inquisitori, aver mandato ordine assoluto che il Crudeli subito si rilasciasse al braccio secolare. Ai 20 agosto 1740 dovette però nella chiesa di San Piero Scheraggio sentirsi leggere la enumerazione delle colpe ond' era stato da falsi testimoni accusato, e la sentenza di chiudersi nella sua casa avita di Poppi, a modo di carcere; e si volle da lui anche una mallevadoria di mille scudi per la fedele osservanza della pena. Si assicura che

(1) Il pontefice Clemente XII nel 1734 avea fatto una bolla contro i Liberi Muratori, e la loggia che era in Firenze si sciolse; tanto più che in quell' anno per la Pentecoste caddero in Firenze 120 fulmini, e il popolo incolpava i Liberi Muratori di questo flagello. MS. del Lami alla Riccardiana.

la Sacra Congregazione romana avesse scritto all' inquisitore una semplice lettera per dettargli la condanna da applicarsi al reo, e nulla più, e che ogni altra parola e minaccia, di cui non v'ebbe difetto nella diceria dell' inquisitore, fossero di suo arbitrio.

Dolse al principe, dolse ai ministri e a tutti i buoni della torbida procedura di questo affare, e poichè non si osò abolire affatto il Tribunale inquisitorio come si desiderava, fu posta ogni cura a temperarne l'asprezza. Intanto nel 1743 si fece legge che non si portassero più i libri a rivedere all'inquisitore, la qual cosa dispiacque tanto a Roma che vi furono per rappresaglia proibiti quanti libri si stampavano in Toscana; e si andò innanzi con questi malumori fino al 1754. Il conte Emanuello di Richecourt, primo della Reggenza toscana istituita dal novello granduca nel 1745, era ito in persona a schiuder le carceri dell'Inquisizione della quale avea sospeso l'esercizio per tutto lo stato; nel 1754 però fu convenuto con la Sacra Congregazione di Roma, sedente sul soglio pontificio Benedetto XIV che quella legge del 1743 fosse rivocata, e che ugualmente si rivocasse il decreto di Roma contro i libri toscani; di più che il Tribunale inquisitorio in Toscana ripigliasse le sue funzioni, ma ad esempio di quello di Venezia, cioè coll'ammissione di assistenti secolari, senza i quali, ordini, decreti e sentenze fossero nulle (1). In forza di questa convenzione il Sant' Uffizio

(1) Nell' Uffizio della Inquisizione di Venezia gli assistenti non potevano prestar giuramento di fedeltà, di segretezza o di qualsivoglia altra cosa in mano dell' inquisitore o di altro ecclesiastico, ma erano tenuti all' uno e all' altro per la fedeltà e segretezza che dovevano al principe. Incombeva loro di dar conto di qualunque

in Firenze ed altrove si compose dell'inquisitore, che fu sempre un religioso conventuale, e del suo vicario; nelle congregazioni interveniva l'arcivescovo col suo vicario, il nunzio pro tempore col suo auditore, con tre consultori e tre deputati secolari pel principe, dei quali era necessario il voto. Questi deputati furono allora il senator Vincenzio Antinori, il marchese Pier Antonio Guadagni e il conte Cammillo Capponi.

Nello stesso anno 1754 si era pensato però di togliere il Tribunale dell' Inquisizione dal convento di Santa Croce, e di fabbricare apposta un palazzo di residenza affatto indipendente. Fu scelta in questo proposito la chiesa di Sant'Apollinare sulla piazza di San Firenze, come quella che era prossima al Bargello, dovendo i rei esser guardati in quelle carceri, alle quali si sarebbe acceduto per un cavalcavia tra l'un edifizio e l'altro. Già nello stesso anno il pontefice con suo Breve aveva soppressa quella chiesa, e già s' era posto mano a disfarla per fabbricare il palazzo; ma perchè la spesa sarebbe stata esorbitante, e perchè voleva il governo toscano che fosse fatta dal papa, non si andò più avanti. Per poco ancora l'Inquisizione rimase in Santa Croce, e Sant'Apollinare diventò l'officina d'un carradore.

Regnante in Toscana l'immortal Pietro Leopoldo I il Tribunale dell' Inquisizione fu totalmente abolito nel 1782. Noi non vogliamo spender parole su questo

cosa si facesse, e massime di quelle di grande importanza, non ammettevano nuovo inquisitore che non venisse con lettera del principe; non permettevano che senza loro si formasse processo informativo, neppure per mandarlo fuori di stato.

importantissimo fatto; il proemio del Motuproprio del principe ce ne toglie il diritto.

Pietro Leopoldo ec. ec.

« Sapendo noi essere un preciso dovere, inseparabile dalla sovranità, il far uso dei mezzi che ci somministra la potestà suprema per mantenere e difendere la nostra santa religione nella sua purità, ci siamo determinati a ponderare con la debita maturità i diritti del Tribunale del Sant' Uffizio ed i provvedimenti ordinati in diversi tempi nei nostri felicissimi stati per contenere i suoi ministri dentro quei limiti che sono prescritti dal vero zelo e dall' esempio dei primi secoli della Chiesa, nei quali anzichè la punizione, si cercava con la mansuetudine e la carità ricondurre nel seno della santa fede chiunque aveva la disgrazia di traviare.

«Abbiamo dovuto rilevare che se la Chiesa dopo dodici secoli credè espediente di sospendere in qualche parte questa santa dolcezza, e creare dei tribunali con leggi di non più usato rigore, quali non potevano convenire ai Vescovi, dalla di cui giurisdizione furono per ciò separate le cause di fede, vi potè esser costretta da cagioni affatto straordinarie e dalla infelicità dei tempi.

<< Prelativamente a ogni altro provvedimento ci troviamo nel dovere di riconoscere la massima prudenza ed efficacia in quello che piacque al nostro augustissimo genitore, di gloriosa memoria, di stabilire nel 1745, dal qual tempo più non si sono provate in Toscana le irregolarità e le prepotenze degl' inquisitori non rare in avanti.

« السابقةمتابعة »